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29 giugno 2009

2009/06/28 "Tumori a Brinndisi dati ambientali e sanitari "

Tratto da
MEDICINA DEMOCRATICA:

Tumori a Brinndisi dati ambientali e sanitari

DOSSIER INQUINAMENTO LUGLIO 2007

Dati presentati nella Conferenza Stampa del 18 luglio 2007

I TUMORI A BRINDISI: NON SOLO DATI SANITARI MA ANCHE AMBIENTALI
Il presente dossier segue il convegno promosso daMEDICINA DEMOCRATICA il 12 giugno 2007 a Brindisi dal titolo: “Ambiente e Salute, Brindisi-Taranto asse del male, territori malati e popolazioni a rischio”.

I primi dati sugli eccessi di mortalità per tumore a Brindisi rilevati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità furono pubblicati nel 1995. Alla loro diffusione ed alla loro analisi dedicò molte energiel’oncologo Antonio Di Giulio. Dopo quei dati altri aggiornamenti della stessa organizzazione, studi su gruppi di lavoratori del petrolchimico e pubblicazioni di epidemiologia relative al nostro territorio si sono resi disponibili fino ai nostri giorni. Il lavoro più recente è la pubblicazione dei dati del Registro Ionico Salentino, avvenuta nel 2006 ad opera del prof. Giorgio Assennato dell’Università di Bari ed oggi direttore generale dell’ARPA Puglia.
Ma di fronte ai dati epidemiologici l’industria locale ha chiesto sempre prove ulteriori rigettando,anche oltre l’evidenza, ogni relazione tra gli eccessi di morti da tumori e malattie da causa ambientale e le emissioni industriali.
Oggi il cerchio si chiude con i dati ambientali e con le misure in aria acqua suolo e alimenti che dimostrano una importante presenza nell’ambiente e nella catena alimentare di noti cancerogeni.
Il dossier si compone di quattro parti:

1) i risultati delle caratterizzazioni condotte dall’ARPA Puglia per la bonifica dei siti inquinati

2) le ordinanze di divieto di coltivazione e di utilizzo di una striscia di 7 chilometri per 250 metri intorno al nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano

3) i dati di emissione delle attività industriali a Brindisi in base a quanto riportato dal registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e delle loro Sorgenti)
;
4) i dati del Registro Tumori Ionico Salentino

Il dossier vuole dimostrare che c’è una relazione tra dati sanitari ed emissioni industriali e che non si può indugiare oltre ad assumere alcuni necessari provvedimenti:
- bonifica dei siti inquinati;
- riduzione dell’impiego del carbone;
- controllo pubblico delle emissioni attraverso il potenziamento delle strutture dell’ARPA; - controllo pubblico sull’acqua e sugli alimenti oltre la fascia oggetto dell’ordinanza di divieto di coltivazione e raccolta recentemente emanata dal Sindaco di Brindisi, attraverso il potenziamento del Dipartimento di Prevenzione della ASL.


LE CARATTERIZZAZIONI: L’INQUINAMENTO DEL TERRENO E DELLA FALDA
I dati a Brindisi ci sono: le caratterizzazioni mostrano livelli elevati di Benzene, Cloruro di vinile e Arsenico, conseguenza di un passato fatto di leggi fantasma e di controlli praticamente inesistenti.
Ricordiamo che le caratterizzazioni, usando un paragone medico, sono una sorta di diagnosi del sito che aiutano a capire quali elementi abbiano contribuito a stabilire l’inquinamento. In pratica si prelevano campioni di terreno e falda in diversi punti di campionamento e a diverse stratigrafie con un intervallo di campionamento di un metro, si analizzano in laboratorio e si scopre se un inquinante ha superato la CLA (Concentrazione limite ammissibile fissata dal decreto 471/99).
Con le caratterizzazioni si riesce a capire a che profondità è stata rilevata la contaminazione,permettendo così un eventuale intervento di bonifica. L’analisi di questi dati, la conoscenza della posizione dei punti campionati con l’ausilio del programma informatico Surfer©, hanno permesso di rilevare le curve di livello, con le quali si può capire l’estensione dell’inquinamento e localizzare le zone che risultano contaminate.
In particolare il Cloruro di vinile, ritenuto cancerogeno certo per l’uomo (Classe 1 Iarc), risulta aver superato ben di 72 punti la CLA e molte zone del Petrolchimico risultano essere contaminate, frequentemente ad una profondità di 16-17 metri.
Per il Benzene e l'Arsenico, anch’essi cancerogeni certi per l’uomo (Classe 1 Iarc),
la situazione risulta essere simile: molte zone contaminate e un numero di superamenti più alto rispetto laCLA. Precisamente risulta aver sforato 228 volte il Benzene e 42 l’Arsenico.
Ricordiamo che le fonti antropiche di questi due inquinanti risultano essere la combustione di combustibili fossili(petrolio, carbone, olio combustibile); e a tale proposito sottolineiamo che nella zona analizzata sono presenti tre centrali elettriche: una all’interno del Petrolchimico, e due alimentate a carbone (di cui una la Edipower a solo due chilometri). Per quanto riguarda il mercurio, composto tossico, i cui effetti si ripercuotono sul sistema nervoso centrale, la situazione risulta essere notevole in quanto la maggior parte dei campioni che risultano superare la CLA, sono stati trovati nello strato di terreno superficiale (profondità 0-1 m ), e pertanto risultano essere pericolosi dal punto di vista sanitario, dal momento che i lavoratori possono facilmente venire a contatto con l’inquinante in questione. I dati del registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti) sembrano confermare la tesi dell’inquinamento antropico dovuto principalmente alla presenza di centrali termoelettriche alimentate a carbone. Infatti se guardiamo soprattutto i dati riferiti alla centrale termoelettrica di Cerano, notiamo che le emissioni totali (Acqua, Aria) dei due inquinanti visti in precedenza (Mercurio, Arsenico) risultano superare i valori soglia fissati dalla Commissione Europea (Regolamento CE n. 166/06).
Con i dati delle caratterizzazioni dei terreni ( profondità 0-1 m e 16-17 m) si è analizzato il rischio sanitario grazie all’ausilio del software ROME (ReasOnable Maximum Exposure). I risultati sono meritevoli di grande attenzione, perché nello strato di terreno superficiale (profondità di 0-1 m) dove i lavoratori potrebbero essere esposti all’inquinante per inalazione di polveri o vapori, contatto dermico e ingestione di suolo, il rischio sanitario all’interno del Petrolchimico risulta essere importante soprattutto per Arsenico, Mercurio e Benzene

LE COLTIVAZIONI INQUINATE INTORNO ALLA CENTRALE DI CERANO: LE ORDINANZE DI DIVIETO DI COLTIVAZIONE E DI IMPIEGO DEI PRODOTTI AGRICOLI DA PARTE DEL SINDACO DI BRINDISI

Su richiesta del commissario delegato per l’emergenza ambientale, durante il 2005 e 2006 il Sindaco della città di Brindisi ha provveduto ad effettuare i controlli sui terreni e le acque sotterranee nella fascia larga 250 metri e lunga 7 km lungo il nastro trasportatore di carbone fino alla centrale ENEL di Cerano.
Alla luce dei risultati, dall’indagine affidata a Sviluppo Italia, con la scoperta di metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze inquinanti fino ad un metro di profondità, il 20 giugno la notizia della decisione da parte del Comune di emettere un’ordinanza per la sospensione cautelativa delle coltivazioni nell’area indagata, decisione assunta durante una conferenza dei servizi tra gli enti interessati. Il Sindaco dichiara la necessità di convocare un tavolo tecnico per approfondire le conseguenze che si possono verificare sulle produzioni e sulla salute.
Sostanze rilevate: stagno, berillio, vanadio, cobalto, mercurio, rame, cadmio, nichel, arsenico,pesticidi clorurati. I dati sono stati trasmessi al Ministero dell’Ambiente, segnalando la necessità di estendere i controlli ad una fascia superiore ai 250 metri.
L’ENEL dichiara di non avere responsabilità nella questione in base a verifiche effettuate nel 2007 che rilevano dati nella normalità, anche sugli alimenti a cura della ASL, mentre attribuisce responsabilità agli agricoltori per l’uso di pesticidi e fertilizzanti.
La Coldiretti non condivide le posizioni e le accuse circa l’utilizzo di elementi inquinanti, ma considera ammissibile caso mai l’utilizzo di fitofarmaci (e non di pesticidi) e non ritiene si possa attribuire agli agricoltori la responsabilità circa la presenza di metalli pesanti. Critica inoltre il mancato coinvolgimento della Coldiretti alla conferenza dei servizi che si è tenuta presso il Comune.
Nel caso di reale rischio per la popolazione chiede l’esproprio dei terreni a cura del Comune
e un risarcimento dei danni causati agli agricoltori.
Notizia del 30 giugno: il Comune emette l’ordinanza con cui si stabilisce il blocco delle coltivazioni nella fascia dei 500 metri attorno al nastro trasportatore e alla centrale di Cerano, fino a quando sarà accertato che i prodotti ortofrutticoli non saranno dannosi per la salute. Il provvedimento è stato condiviso da Regione, Provincia, ARPA e ASL di Brindisi.
Il Comune ha già comunicato al Ministero della necessità di estendere i controlli oltre la fascia dei 500 metri, ritenendo più estesa la zona contaminata. Per questo ritiene necessari altri fondi ed auspica che la questione rientri nell’Accordo di programma sulle bonifiche dell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi.
Notizia del 4 luglio: secondo l’ordinanza del Sindaco devono essere distrutti tutti i prodotti ortofrutticoli e arborei, compresi quindi olive, uva, ed altra frutta presente nell’area, da effettuarsi sotto controllo e certificazione della ASL e vigili urbani. Solo in questo modo gli agricoltori potranno chiedere un risarcimento dei danni. L’ordinanza ha carattere provvisorio per garantire la tutela della salute in attesa che vengano accertate le cause dell’inquinamento e che l’indagine venga estesa oltre la fascia di 500 metri intorno all’asse attrezzato ENEL.
Il tavolo tecnico sarà convocato al più presto per stabilire nuove misure e relative fonti di finanziamento.

Per gli ulteriori punti collegamento al documento integrale

Considerazioni di" Uniti per la Salute"

Abbiamo pubblicato questo stralcio relativo all'inquinamento ambientale a Brindisi perchè ogni volta che sui giornali leggiamo che l'ampliamento a carbone porterà dei benefici ambientali ci vengono i brividi per il futuro del nostro territorio e dei nostri figli .Vorremmo che sul piatto della bilancia aumentasse il peso delle nostre lecite esigenze di un futuro migliore per tutti
meno condizionato dalla presenza di un elemento così impattante come il carbone

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