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13 luglio 2005

2009707/13"Non so se è capitato anche a voi…di RUGGERO RIDOLFI "

Tratto da "Il Ponente"

Non so se è capitato anche a voi…

Inquinamento, Opinioni | Il ponente | luglio 13, 2009

di RUGGERO RIDOLFI - Non so se è capitato anche a voi, ma di fronte ad alcune imponenti costruzioni del passato come il Colosseo, le Piramidi o il Partenone, io mi sono trovato a pensare a quale potesse essere stato il prezzo di vite umane sacrificate per quelle straordinarie opere.
Certo in quelle epoche antiche il sangue ed il sudore di schiavi trattati come bestie non destavano scalpore o meraviglia ed a tutt’oggi probabilmente nessuno storico potrebbe neanche azzardare quale sia stato il “costo delle opere” in vite umane. Nella considerazione della Storia il numero dei morti, in genere, conta poco. A noi resta la “consolazione” di ammirare grandiose opere, testimonianze del potere antico di pochi, che governavano, con la forza e con il potere della ricchezza, moltitudini di persone senza diritti.
Oggi fortunatamente non è più così; oggi, soprattutto nei Paesi Occidentali, dopo le varie rivoluzioni violente o culturali degli ultimi due secoli, è sancito il rispetto della vita umana e del diritto di tutti.

E’ descritto in tutte le Carte Costituzionali il diritto alla Salute, come momento fondamentale della Legge, che ci tutela garantendoci protezione e cura contro ogni malattia.

Sono migliorate drasticamente le condizioni igienico sanitarie e si è allungata notevolmente la vita media che ormai supera, in Italia, gli 80 anni.
Anche nella battaglia contro il cancro, nonostante non si siano trovate soluzioni vincenti per una vera e propria guarigione, la sopravvivenza è notevolmente aumentata, grazie a nuove armi terapeutiche ed alla diagnosi precoce. I dati di incidenza (nuovi casi/anno), tuttavia, indicano che la gran parte dei tumori è in aumento.
Si potrebbe pensare che questo dipenda dall’invecchiamento della popolazione, ma l’aumento dei tumori infantili (in Italia aumento del 20% negli ultimi 10 anni) e quello di tumori propri delle fasce giovanili (linfomi, leucemie, sarcomi, carcinomi mammari) paiono essere molto probabilmente più correlabili a cause ambientali.

Negli ultimi due secoli, mentre le rivoluzioni sociali hanno portato alla liberazione delle popolazioni più indifese dalla fame e dalla miseria, la rivoluzione industriale ha portato insieme al lavoro un inquinamento progressivo del mondo con l’immissione nell’atmosfera, nel suolo nelle acque e nel cibo di centinaia di sostanze pericolose, spesso incontrollate.

In una società in cui è l’Economia che controlla la Politica, e non il contrario, la tutela della salute e dell’ambiente passa in secondo piano, così, ancora una volta, la Storia ci racconta nuove e vecchie “Lezioni” in cui vengono contate a migliaia le morti sacrificate al potere economico.

L’European Environment Agency che ha sede a Copenhagen ha pubblicato nel 2001 un documento “Late Lessons from early warnings” in cui vengono riportate le esperienze di casi “storici” in cui precoci segnali di allarme, spesso colpevolmente sottovalutati e misconosciuti per anni, avrebbero potuto salvare migliaia di vite umane dalla morte e dal cancro (1).

Già nel 1898 L. Deane descriveva la potenziale cancerogenicità dell’asbesto nel Regno Unito, ma è stato necessario il trascorrere di un secolo (1998) perché il Governo Inglese decidesse di metterlo definitivamente al bando: la stima è di aver avuto 3000 morti per anno a causa dell’asbesto nel solo Regno Unito e di prevederne ancora inevitabilmente altri 250.000-400.000 in tutta Europa nei prossimi 35 anni.
Non è finita qui: esistono tuttora Paesi (Russia, Cina, Canada, Brasile…) che continuano a commercializzare amianto e Paesi ricchi “più virtuosi” che continuano ad inviare alla demolizione vagoni e vecchie navi in Paesi poveri, sfruttando vergognosamente le loro permissive o inesistenti legislazioni sul lavoro.

Dalle lezioni del passato emergono altri aspetti inquietanti, come ad esempio la valutazione del concetto di permissività/pericolosità nel tempo e nei differenti Paesi: nel 1946 si giudicava ufficialmente accettabile una concentrazione di benzene di 100 ppm, nel 1978 il valore è stato ridotto a 10 ppm, poi nonostante le conoscenze di base fossero sostanzialmente quelle già note negli anni 40, negli USA il limite massimo accettabile è stato portato a 0,3 ppm.
L’evoluzione dei limiti delle concentrazioni giudicate pericolose sembra, dunque, evolversi solo con la consapevolezza dei cittadini, che pagano sulla loro pelle gli effetti nocivi dei diversi composti. Ma in questa battaglia si devono battere contro i potentati economici che difendono con ogni mezzo i loro profitti, come se l’inquinamento ambientale non li riguardasse affatto.

Le ragioni della salute e quelle del mercato non vanno d’accordo, e quando non “si fa business” anche la Scienza sembra diventare muta cieca e sorda.
Mentre la Prevenzione Primaria delle malattie infettive viene applicata con rigore, almeno nei Paesi Occidentali, e nessuno si sogna di considerare batteri e virus non egualmente patogeni in Paesi diversi, la Prevenzione Primaria del cancro di origine ambientale si è spesso scontrata con ingiustificati o malintenzionati scetticismi. Spesso addirittura si sono sollevate aperte ostilità da parte di chi sentiva i propri profitti ed interessi finanziari minacciati.

Alcune sostanze sono riconosciute cancerogene in alcuni Paesi e non in altri e soprattutto le concentrazioni ammesse variano enormemente come se la capacità di indurre il cancro di diversificasse a seconda dei confini(2).
Si fissano norme ridicole o pressoché inesistenti come per esempio nel controllo dell’emissione di veleni dai camini degli impianti di incenerimento: la legge dice che è sufficiente un controllo 3-4 volte l’anno per 6-8 ore! (3).

Non so se capita anche a voi, ma io non riesco a non indignarmi di fronte al proseguire di un conteggio di morti annunciate e del tutto evitabili, che la Storia continua implacabilmente a registrare, a causa di pochi che con l’arroganza del potere continuano a pensare solo al Business, con la stupidità di chi neppure si accorge di essere un passeggero della stessa barca che sta facendo affondare.

(1) Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896-2000; http://www.eea.eu.int; 2001
(2) L. Tomatis. “Come dovrebbe cambiare la Prevenzione Primaria”; Epidemiol. e Prevenz. 29(5-6); Suppl 8-12; 2005
(3) J Thompson, H Anthony: “The Health Effects of Waste Incinerators” 4th Report of the British Society for Ecological Medicine; 2nd Ed. June 2008; p 47.

Ruggero Ridolfi
Oncologo, Endocrinologo
FORLI’

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