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30 novembre 2009

2009/11/30CENTRALE ENEL A CARBONE DI CIVITAVECCHIA TVN"indagine della Procura della Repubblica /Carbone a TorreValdaligaSud: un silenzio ambiguo"


Tratto da Unonotizie
CIVITAVECCHIA / 30-11-2009
CENTRALE ENEL A CARBONE DI CIVITAVECCHIA TVN /avvisi di garanzia e sequestri: indagine della Procura della Repubblica di Civitavecchia

La Procura della Repubblica di Civitavecchia ha messo i sigilli ad una parte del cantiere della centrale a carbone Enel di Torrevaldaliga Nord ed ha emesso tre avvisi di garanzia. A far partire le indagini alcune foto ed un video, recapitato in forma anonima all’esponente del Forum ambientalista di Civitavecchia, Simona Ricotti, che mostra chiaramente la presenza di un’area interna al cantiere della centrale Enel, adibita a discarica di materiali di vario genere.

Le fotografie, invece, pubblicate recentemente da un giornale locale online, rivelano cumuli di polveri abbandonate all’aria aperta e sacchi marchiati da una “R” su sfondo giallo. «Lasciare rifiuti in luoghi non idonei costituisce una grave violazione delle leggi che tutelano l’impatto ambientale», denuncia Simona Ricotti. Aggiungendo poi che «è stato espressamente imposto all’azienda che ogni spostamento, lavorazione o stoccaggio di materiale debba avvenire in ambienti chiusi e senza alcuna dispersione atmosferica». Il video mostra inoltre le immagini di un camion che raccoglie ingenti quantità di materiale e polveri, trasportandole poi via dal cantiere. «È necessario verificare dove siano stati portati questi rifiuti», sottolinea Alessandro Manuedda, consigliere comunale di Civitavecchia. «Dobbiamo assicurarci - continua il consigliere - che non ci siano state infiltrazioni nei terreni in cui questi materiali sono stati accumulati».

A preoccupare maggiormente Alessandro Manuedda, consigliere comunale “No coke” , è il fatto che le istituzioni, ed in primo luogo il Comune di Civitavecchia stiano continuando a non prendere posizione formale nei confronti di Enel che da tempo opera nel territorio senza alcun rispetto delle regole. Ne è un esempio il fatto che l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), sia scaduta dal dicembre 2008 e che la domanda di rinnovo, richiesta dalla società energetica italiana l’estate scorsa, in seguito alle denunce del movimento No coke, «presenti gravi incongruenze e superficialità che testimoniano come si utilizzi ogni mezzo per aggirare la legge».


«Il vero problema - evidenzia il consigliere Alessandro Manuedda - è rappresentato dall’ingente quantità di denaro che Enel versa annualmente nelle casse dell’amministrazione comunale di Civitavecchia e di tutti i comuni limitrofi investiti dal pesante inquinamento prodotto dalla centrale».

Addirittura, secondo un accordo del 14 aprile 2008, le cosiddette “compensazioni” ammontano a quasi 40 milioni di euro, cui si aggiungono 8,8 milioni per ogni anno di esercizio della centrale.

E così l'area del cantiere di Torre Valdaliga Nord, teatro dell'ormai tristemente famoso "Museo degli orrori", è stata posto sotto sequestro dalla Magistratura di Civitavecchia. Ora spetta ai carabinieri del Noe, Nucleo operativo ecologico, verificare approfonditamente la situazione...

E l'indagine della Procura della Repubblica di Civitavecchia sembra correre spedita dal momento che risulterebbero già sul registro degli indagati tre persone: si tratterebbe dei responsabili di cantiere di 2 società che gestiscono l'area posta sotto sequestro all'interno del cantiere Enel della centrale a carbone, e di un ingegnere funzionario dell'Enel.Leggi l'aricolo integrale
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Tratto da Centumcellae.it
lunedì 30 novembre 2009
"Carbone a TorreValdaligaSud: un silenzio ambiguo"

Si è chiusa ieri alle 12:00 si è chiusa la ricerca di mercato di Tirreno Power per realizzare una conversione del quarto gruppo della centrale di Torrevaldaliga sud a carbone con la co-combustione di Cdr e Biomasse.
La notizia era stata resa noti nei giorni scorsi dalla lista civica Ambiente e lavoro, che torna sulla questione per evidenziare come, alla luce dei fatti, nessuno abbia smentito il progetto di Tirreno Power.

"Abbiamo già censurato il comportamento del sindaco e di coloro che hanno responsabilità competenti di governo e lo ribadiamo nuovamente perché non sono giunti riscontri ufficiali che garantiscano la collettività ed il Territorio, che possono infondere quella sicurezza che tutto è sotto controllo, che ogni nuova iniziativa industriale viene concessa nell’ottica di un minor pressione ambientale. Poi dell’Osservatorio neanche a parlarne osserva altre cose...impegnata a stipulare contratti" afferma il consigliere comunale Vittorio Petrelli, che censura anche il comportamento di Tirreno Power "che non ha sentito il bisogno di intervenire nonostante fosse chiamata in causa". "Il loro atteggiamento è lontano dai principi dello Sviluppo Sostenibile – aggiunge - Una conferma che Tirreno Power è avulsa dal contesto del territorio, che si chiude all’interno della sua proprietà, che non si preoccupa di promuovere lo Sviluppo con le istituzioni. Qualche timido passo (sponsorizzazione di quale società sportiva e ristrutturazione del sottopasso) è stato fatto ma è sempre poco per la presenza ingombrante e la strada ad altre vie di sviluppo che preclude una realtà termoelettrica come quella. Tant’è che ha sempre evitato di legarsi a qualche convenzione con la complicità delle Amministrazioni in particolare quella di Moscherini nonostante fosse stata indicata tra gli obiettivi principali degli indirizzi generali di governo.
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Tratto da Ticinonline
TICINO Due italiani a processo per riciclaggio

I due imputati sono accusati d'aver riciclato 800mila dollari per l'ex sindaco di Brindisi

BELLINZONA - Due italiani, un 76enne ed un 47enne appariranno da domani davanti alla corte del Tribunale penale federale di Bellinzona per rispondere dell'accusa di riciclaggio di quasi 800mila dollari per conto dell'ex sindaco di Brindisi.

Stando a capo d'accusa firmato dal procuratore federale Sergio Mastroianni, dal mese di gennaio al mese di ottobre del 2003, l'anziano signore residente a Lugano collaborava con il suo complice, un broker di Brindisi, versando in diverse occasioni dei soldi su conti aperti un una banca della piazza finanziaria ticinese. Circa 800mila dollari "provenienti" da Zurigo e Singapore. Per portare a termine il proprio operato i due accusati hanno costituito una società a responsabilità limitata con sede a Lugano. Il denaro ripulito proveniva da una convenzione per la fornitura di carbone a basso contenuto di zolfo destinato ad alimentare la centrale termoelettrica di Brindisi.

L'accordo firmato dall'ex sindaco di Brindisi prevedeva il versamento di soldi ai due accusati che agivano in qualità di rappresentanti e associati di due società basate a Singapore e a Milano, questi erano inoltre incaricati di acquistare il carbone.

Il processo dovrebbe concludersi nel giro di due o tre giorni...

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