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23 febbraio 2010

2010/02/23 Saline Joniche, Via rinviata per la centrale a carbone calabrese/Finanziata maxi centrale termodinamica in California

Tratto da Ecoblog

Saline Joniche, Via rinviata per la centrale a carbone calabrese

Il Ministero dell’Ambiente non ha deciso: per la centrale termoelettrica a carbone di Saline Joniche, in Calabria, è necessario un supplemento d’istruttoria e la Valutazione di Impatto Ambientale slitta a Marzo. La decisione doveva essere presa proprio giovedì scorso, ma nulla è trapelato in merito per giorni fino alla notizia del rinvio della decisione. Quel poco che trapela, però, è molto interessante.

Secondo la stampa locale calabrese, infatti, a pesare come un macigno sulla scelta della Commissione Via del Ministero è un precedente molto importante. Si tratta di un’altra Via per una centrale a carbone: quella del luglio 2009 che approvò la conversione della centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, da olio combustibile a carbone. Per la valutazione positiva del progetto di riconversione della centrale veneta sono indagati due componenti della Commissione Via.

La magistratura ipotizzerebbe, la cautela è d’obbligo, che la concessione della Via per quella centrale fu data troppo a cuor leggero perchè" i commissari indagati non avrebbero preso in considerazione la possibilità di opzioni di riconversione più ecocompatibili e meno pericolose per la salute della popolazione locale". Detta in parole semplici: se, invece del carbone, si fosse scelto un altro combustibile più pulito (come il gas naturale) l’Enel avrebbe speso di più ma si sarebbe garantito un impatto ambientale molto minore.

Il problema è che i Commissari indagati per Porto Tolle sono gli stessi che stanno giudicando la Via di Saline Joniche( nota di Uniti per la salute "ci piacerebbe sapere se il discorso può riguardare anche realtà a noi più vicine.....").
Decisamente una bella gatta da pelare che rischia di scatenare un vespaio di polemiche: alle ovvie critiche da parte degli ambientalisti che non vogliono il carbone per limitare l‘impatto ambientale e sanitario della centrale, infatti, una eventuale Via positiva a Saline Joniche porterebbe anche una valanga di dubbi sui Commissari giudicanti.

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Tratto da www.hybrid-synergy.eu
Il Dipartimento per l'Energia degli Stati Uniti finanzia una maxi centrale termodinamica

Non solo nucleare nel futuro energetico statunitense: il Dipartimento dell’Energia (Doe) ha dato l’ok al prestito da 1,37 miliardi di dollari a BrightSource Energy per la costruzione della centrale solare termodinamica di Ivanpah nel deserto della California. Il progetto è faraonico: 400 MW di energia prodotta esclusivamente con il sole. La tecnologia che verrà utilizzata, però, è tutto sommato molto semplice se paragonata, ad esempio, al progetto Archimede del premio Nobel italiano Carlo Rubbia che, ad oggi, deve ancora vedere la luce.

BrightSource utilizzerà la propria tecnologia Luz Power Tower (LPT) che consiste in una classica torre di tubi contenenti acqua dolce che viene riscaldata dal calore del sole, concentrato grazie all’utilizzo di migliaia di specchi che ruotano su due assi tramite un adattatore. L’acqua, grazie al calore del sole, arriva a temperatura di ebollizione, si trasforma in vapore e va direttamente in turbina per produrre energia elettrica.

Detto fatto, niente di più semplice. Quasi banale rispetto al complesso scambio termico di Rubbia, basato sulla circolazione di sale fuso all’interno di tubi metallici. L’idea americana, rispetto a quella italiana, ha tutti i vantaggi e gli svantaggi della semplicità. Tra i vantaggi ci sono di sicuro i tempi di realizzazione dell’impianto, molto più brevi (al netto della burocrazia) visto che (secondo vantaggio) non c’è alcun bisogno di collegare la centrale termodinamica ad una termoelettrica.

La centrale termodinamica ideata da Rubbia, invece, nasce per essere collegata alla centrale a ciclo combinato Enel Archimede di Priolo Gargallo. Ciò le consentirà, a differenza di quella statunitense, di produrre energia elettrica anche di notte, seppur in quantità inferiori. Ivanpah, invece, sarà molto sensibile agli sbalzi di temperatura e alle perturbazioni: niente sole niente energia. Ma, d’altronde, nel deserto il sole non manca…

Via | BrightSource Energy
Foto |
BrightSource Energy

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