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26 settembre 2012

La Repubblica. Tra pluralismo, lavoro e innovazione. 2) Tirreno Power (Sorgenia) e il carbone

Tratto da  SpeziaPolis

 "La Repubblica ." Tra pluralismo, lavoro e innovazione. 2) Tirreno Power (Sorgenia) e il carbone

L’edizione genovese del quotidiano di De Benedetti non dedica spazio alle rivendicazioni dei cittadini, dov’è il pluralismo? l’ampliamento di una centrale a carbone si giustifica con nuovi posti di lavoro per la durata della sua realizzazione, quanto lavoro? dov’è l’innovazione nella produzione di energia dal carbone?
Partivamo dalla frase con cui De Benedetti cercava di sistemare le rivendicazioni sindacali della redazione di Repubblica, “Huffington Post Italia è l'unica iniziativa innovativa e l'unica occasione di assunzione di 10 giornalisti avvenuta in Italia quest'anno. Innovazione e investimenti e creazione di posti di lavoro”.  Ne ho scritto in questo post. Gli stessi argomenti, pluralismo lavoro e innovazione, entrano in cortocircuito anche spostando il fuoco ad un altro settore di interesse dell’editore del Gruppo Espresso: l’energia.
Pluralismo a Bari - L’edizione pugliese di Repubblica ospita quotidianamente notizie intorno all’Ilva di Taranto e agli altri impianti pugliesi coinvolti in procedimenti giudiziari  o in fase di rinnovo delle autorizzazioni.  La redazione barese, per quel che si può vedere da lontano, dopo una prima fase di cautela allo scoppio del caso Ilva, lascia relativo spazio alle voci  dei movimenti che animano il dibattito cittadino intorno alle questioni ambientali e sanitarie. Nell’edizione di domenica era riservato ampio spazio alla Class Action che i cittadini tarantini hanno intrapreso contro Ilva e ad un intervento dell’associazione Salute Pubblica che trattava della centrale a carbone Edipower di Brindisi, che ha da poco ripreso a funzionare. Edipower, non Enel.
L’intervento ragionava sulle “preoccupazioni di molti cittadini, soprattutto quelli che vi abitano nel raggio di pochi chilometri su quelle dei lavoratori “per il giustificato timore di perdere il posto di lavoro”. E proseguiva “l’attuale localizzazione della centrale è stata decisa in tempi in cui non erano forse noti, con la precisione attuale, gli effetti negativi sulla salute di lavoratori e cittadini residenti nelle vicinanze di impianti termoelettrici a carbone. La polvere nelle case e sulle colture nei pressi delle centrali proviene dai carbonili che sono inspiegabilmente scoperti. La polvere di carbone, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, provoca malattie dell’apparato respiratorio come la pneumoconiosi (una fibrosi massiva e progressiva dei polmoni), alterazioni pleuriche, enfisema, bronchite cronica, rapida perdita della funzione polmonare, ma anche tumore al polmone e tumore allo stomaco”. E molto altro ancora che si può leggere qui.  
Innovazione a Savona Incidentalmente la centrale a carbone di Vado Ligure ha le stesse implicazioni di quella di Brindisi Nord. E’ di proprietà di Tirreno Power, poco meno del 40% è controllato da Sorgenia (Gruppo De Bendetti) attraverso Energia Italiana. Il restante 10% è suddiviso in parti uguali tra Iren, nata nel 2010 e partecipata tra gli altri dai comuni di Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma e Piacenza e dalla stessa Energia Italiana, e Hera, controllata dai comuni delle provincie di Ferrara, Modena e Bologna. La centrale produce energia con due gruppi a carbone costruiti negli anni ’70 e uno alimentato a gas. Recentemente è stato approvato un progetto per la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone.

Lavoro a Savona qualche posto di lavoro in più, per la durata dell’ampliamento, giustifica e sostiene l’operazione.
Come la mettiamo con il pluralismo, in Liguria? L’edizione genovese di Repubblica non scrive quasi mai di energia e carbone e non mi risulta abbia mai pubblicato un comunicato integrale di uno dei comitati che in Liguria si battono contro le 3 centrali a carbone del territorio regionale (quelle di Genova e La Spezia sono di Enel).
Come la mettiamo con l’innovazione? 
Produrre energia dal carbone, senza pensare ad alcuna forma di conversione anzi ampliando l’esistente, che innovazione è? 
Qualche posto di lavoro in più giustifica il tutto. Come i 10 dell’Huffington Post Italia che si propone di proseguire nella  “grande tradizione del giornalismo civico del Gruppo Espresso” anche grazie ai quasi 200 blogger, tra cui ci sono giovani che faticano a tirare avanti, e giovani che studiano in prestigiose università all’estero". 

Salute e lavoro, tutto gratis. Meglio, a spese di qualcun altro.

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