Come risanare il bilancio degli Stati membri, creare posti di lavoro e
incentivare la crescita economica in tutta l’Unione? Basta spostare il carico fiscale sulla produzione e consumo di beni e servizi dannosi per l’ambiente,
oltre che rimuovere i sussidi ai combustibili fossili.
Tale proposta di
riforma fiscale “green” proviene dall’Agenzia Europea dell’Ambiente
(EEA), che ha esaminato in modo dettagliato i possibili effetti di una
tassazione ambientale in quattro Paesi particolarmente colpiti dalla
crisi economica: Portogallo,Spagna, Italia e Irlanda.
La riforma fiscale ambientale
(EFR) ha tutte le carte in regola per incoraggiare la crescita,
riducendo la tassazione sul lavoro e sugli investimenti; la rimozione
dei sussidi “dannosi”, inoltre, potrebbe favorire lo sviluppo delle
energie rinnovabili.
In una sola parola: aumentare l’occupazione,
migliorando l’ambiente e la salute delle persone.
Lo studio condotto dall’EEA mostra come
le tasse ambientali favoriscano un più rapido conseguimento degli
obiettivi green imposti dall’Unione, aumentando allo stesso tempo i
ricavi degli Stati membri.
Un ulteriore effetto positivo è quello di
modificare il comportamento dei consumatori, orientando i loro acquisti
verso prodotti meno tassati e quindi meno inquinanti.
“I governi europei sono alla ricerca di soluzioni efficaci per creare una crescita sostenibile”, ha affermato Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’EEA.
“È giunto il momento di una riforma fiscale ambientale: in tutta l’Europa la gente spinge affinché si trovino delle soluzioni eque alla crisi e nulla è più adatto che far pagare a chi inquina le spese che attualmente gravano sul resto della società".
“È giunto il momento di una riforma fiscale ambientale: in tutta l’Europa la gente spinge affinché si trovino delle soluzioni eque alla crisi e nulla è più adatto che far pagare a chi inquina le spese che attualmente gravano sul resto della società".
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