Tratto da Noalcarbone
QUAL E' LA NOSTRA ARMA SEGRETA ?
Taranto |
Noi non abbiamo bisogno della
violenza, abbiamo di meglio, basta la forza liberatrice di quell'informazione che demolisce i segreti e li mette mette a nudo, e con essi il potere che opprime, devasta, uccide. E nasconde. Perché il potere ha sempre bisogno di nascondere qualche cosa.
violenza, abbiamo di meglio, basta la forza liberatrice di quell'informazione che demolisce i segreti e li mette mette a nudo, e con essi il potere che opprime, devasta, uccide. E nasconde. Perché il potere ha sempre bisogno di nascondere qualche cosa.
E noi la
dobbiamo scoprire.
La rivoluzione è quella foto incredibile che ti sconvolge e che racconta un'intera storia.
La rivoluzione è in quella notizia assurda, in quella verità nascosta per tanto tempo.
La
rivoluzione è toccare le coscienze, indignarle, provocarle fino al
punto che la mobilitazione della gente diventa naturale, spontanea,
irrefrenabile.
Chi sa cambiare l'informazione alla lunga cambia il mondo.
La controinformazione genera ribellione, presa di coscienza. Fa
dilagare in modo impressionante la capacità di mettere in ridicolo la
reputazione e la stessa presentabilità in pubblico di chi è al potere.
La controinformazione - se ben fatta - distrugge e rovescia ogni potere basato sulla menzogna.
Ogni idea giusta vince se sorretta da una forte capacità di dominare l'arma segreta: l'informazione.
La
nonviolenza è la capacità di gestire a proprio vantaggio i processi più
delicati, quelli che toccano il cervello e in particolare le emozioni.
Il potere di entrare nella mente degli altri è un potere immenso, molto
più grande del potere di compiere violenza sui corpi.
Se ci confrontiamo sul piano della forza possiamo perdere, se lo facciamo sul piano della verità possiamo solo vincere.
Questa concezione della lotta nonviolenta - ce lo ha insegnato Gandhi - richiede studio, dedizione, autocontrollo, creatività, capacità di narrare le proprie sconfitte fino al punto da far apparire il vincitore ingiusto come un oppressore crudele. E alla fine chi vince perde e chi perde vince nella lotta dei simboli, dell'immaginazione globale che è costituita dall'opinione pubblica che si forma le sue idee del bene e del male, del giusto e dell'ingiusto, della verità e della menzogna.
Ad
esempio un potere che imponesse lo studio di tabelline sbagliate
potrebbe vincere sul momento con l'arroganza e l'intimidazione ma alla
lunga perde in modo drammatico.
Perché è la verità che vince alla fine.
Sempre.
A
ben guardare tutta la storia della nostra lotta a Taranto ha avuto al
centro la controinformazione e il potere dei simboli. Ad esempio la
calamita che attira la polvere di Taranto: quella esperienza empirica,
diretta ed evidente non ammette smentite o repliche. E' verità allo
stato puro, sperimentale, come la storia del cannocchiale di Galileo
Galilei.
La nostra arma segreta?
In
questi anni mi sono sempre ispirato - lo devo ammettere - a questa
stupenda frase di uno dei più grandi giornalisti della storia: Joseph
Pulitzer. Egli scriveva:
«Non
esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della
loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti,
descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la
pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è
forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti
gli altri».
Ecco l'arma segreta. Ecco perché comunico con voi.
Alessandro Marescotti
PeaceLink
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