Tratto da Shippingonline Il Secolo XIX .it
Energia
L’addio all’atomo inquieta i tedeschi
In Germania però oltre alla chiusura di quelle nucleari si sta verificando anche la dismissione degli impianti a carbone e gas. A preoccupare sono sia la velocità che la dimensione del fenomeno.
Alla ricerca del suo terzo mandato da cancelliera, Angela Merkel ha promesso e in parte varato, un programma energetico ambizioso che prevede l’uscita dal nucleare entro il 2022 e almeno il 50% di energia da fonti rinnovabili prima del 2050....
| Immagine tratta da Facebook del Medico Isde G. Ghirga |
Ma a quei costi le centrali a carbone e a gas non sono competitive: un megawattora prodotto con le prime costa 45, con il gas 70 euro.
«Le nostre centrali sono in perdita» commentano sconsolati i vertici aziendali dei due giganti del settore, la E.On e la concorrente Rwe che saranno costretti a chiudere impianti e licenziare migliaia di persone. Rwe ha riportato il 38% in meno di profitto netto rispetto all’anno scorso nel primo semestre del 2013. La corsia preferenziale riservata a solare ed eolico sta mettendo fuori mercato le centrali tradizionali .........
Un grosso aiuto al problema tedesco per ora lo sta fornendo il clima, perchè il vento e il sole estivi permettono alle rinnovabili di produrre il fabbisogno attuale...............
Leggi l'articolo integrale di Simone Gallotti su Shippingonline Il Secolo XIX .it
| Immagine tratta da Facebook del Medico Isde G. Ghirga |
Tratto da Greenbiz
Terna: a luglio un terzo dell'energia è stata rinnovabile
L'ultimo rapporto Terna sui consumi di energia elettrica, con i dati relativi a luglio 2013, racconta un'Italia che consuma sempre meno: calo del 3,3% rispetto allo stesso mese del 2012, per un totale di 29,9 miliardi di kWh consumati. Depurato dall’effetto calendario, il calo arriva addirittura al 3,6% perché rispetto a luglio dell’anno scorso si è lavorato un giorno in più.
Andando a vedere le singole fonti che hanno prodotto l'elettricità consumata dagli italiani si nota il continuo crollo del termoelettrico in favore delle rinnovabili: il fotovoltaico è cresciuto (sempre rispetto allo stesso periodo del 2012) del 22%, l'idroelettrico del 18,8% mentre è scesa (per motivi climatici) più o meno della stessa percentuale la produzione eolica.
| Immagine tratta da Facebook del Medico Isde G. Ghirga |
Il -14,1% del termoelettrico, invece, dipende tutto dalla concorrenza delle rinnovabili che, avendo priorità sulla rete, rosicchiano quote alle centrali a gas, carbone e olio combustibile.
E non è una situazione nata oggi: il calo della domanda, nei primi sette mesi del 2013, ammonta al 3,3% mentre le rinnovabili non sono affatto diminuite, anzi sono cresciute sia per potenza installata che per produzione di elettricità.
Comparando i mesi di luglio 2012 e luglio 2013, ad esempio, si nota come il termoelettrico sia sceso dal 62,4% del totale della produzione ad appena il 55,6%, mentre sono cresciute tutte le fonti verdi e l'importazione dall'estero. Rispetto al totale della domanda, quindi, il contributo delle rinnovabili a luglio ha sfiorato il 33%.
Un terzo dell'energia che abbiamo consumato il mese scorso è stata verde.

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