Inquinamento, europei ancora a rischio
Particelle sottili e ozono minacciano la salute già dal grembo materno
L'inquinamento continua
ad essere un problema attuale per i cittadini europei. Il rapporto
dell'Eea (l'European Environment Agency) sulla qualità dell'aria in
Europa tra il 2002 e il 2011 ha infatti svelato che nonostante la
significativa riduzione delle emissioni di sostanze nocive nell'ambiente
il 96% della popolazione che vive nelle città è esposta a
concentrazioni di particolato superiori rispetto ai limiti fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Non solo, la concentrazione di ozono a livello terra supera i limiti dell'Oms nel 98% dei casi.
Dati alla mano, l'Eea non ha dubbi ad affermare che particelle sottili e ozono rappresentano un “pericolo significativo” per la salute degli europei. Il suo direttore esecutivo, Hans Bruyninckx, ha sottolineato che “per passare ad un percorso sostenibile, l'Europa deve esser ambiziosa e andare oltre le normative correnti”, che stabiliscono in 20 microgrammi per metro cubo (il doppio rispetto al limite massimo consigliato dall'Oms) il livello medio tollerabile della concentrazione di particelle inquinanti di diametro non superiore ai 2,5 micrometri.
Da parte sua, la ricerca continua a fornire conferme di quanto l'inquinamento possa essere dannoso per la salute sin dal grembo materno. Lo scorso 15 ottobre Lancet Respiratory Medicine ha pubblicato gli ultimi risultati sul tema, svelando il legame tra inquinamento atmosferico e un basso peso alla nascita, un fattore di rischio per problemi di salute, soprattutto a livello respiratorio, sia durante l'infanzia che in età adulta. “Oltre al fumo attivo e passivo – precisano gli autori - anche l'esposizione all'inquinamento atmosferico è un fattore di rischio altamente frequente e controllabile” e molte nascite sottopeso registrate in Europa potrebbero essere prevenute “se l'inquinamento urbano dell'aria venisse ridotto”.
“La diffusa esposizione delle donne incinte di tutto il mondo all'inquinamento dell'aria dell'ambiente urbano a concentrazioni simili o addirittura superiori rispetto a quelle stimate nel nostro studio – sottolinea Marie Pedersen, primo autore della ricerca - fornisce un chiaro invito a migliorare la qualità dell'aria a chi definisce le politiche”.
“Le indagini mostrano che una grande maggioranza di cittadini capisce bene l'impatto della qualità dell'aria sulla salute – ha aggiunto il Commissario all'Ambiente Janez Potocnik – e sta chiedendo alle autorità pubbliche di prendere provvedimenti a livello europeo, nazionale e locale”.
Dati alla mano, l'Eea non ha dubbi ad affermare che particelle sottili e ozono rappresentano un “pericolo significativo” per la salute degli europei. Il suo direttore esecutivo, Hans Bruyninckx, ha sottolineato che “per passare ad un percorso sostenibile, l'Europa deve esser ambiziosa e andare oltre le normative correnti”, che stabiliscono in 20 microgrammi per metro cubo (il doppio rispetto al limite massimo consigliato dall'Oms) il livello medio tollerabile della concentrazione di particelle inquinanti di diametro non superiore ai 2,5 micrometri.
Da parte sua, la ricerca continua a fornire conferme di quanto l'inquinamento possa essere dannoso per la salute sin dal grembo materno. Lo scorso 15 ottobre Lancet Respiratory Medicine ha pubblicato gli ultimi risultati sul tema, svelando il legame tra inquinamento atmosferico e un basso peso alla nascita, un fattore di rischio per problemi di salute, soprattutto a livello respiratorio, sia durante l'infanzia che in età adulta. “Oltre al fumo attivo e passivo – precisano gli autori - anche l'esposizione all'inquinamento atmosferico è un fattore di rischio altamente frequente e controllabile” e molte nascite sottopeso registrate in Europa potrebbero essere prevenute “se l'inquinamento urbano dell'aria venisse ridotto”.
“La diffusa esposizione delle donne incinte di tutto il mondo all'inquinamento dell'aria dell'ambiente urbano a concentrazioni simili o addirittura superiori rispetto a quelle stimate nel nostro studio – sottolinea Marie Pedersen, primo autore della ricerca - fornisce un chiaro invito a migliorare la qualità dell'aria a chi definisce le politiche”.
“Le indagini mostrano che una grande maggioranza di cittadini capisce bene l'impatto della qualità dell'aria sulla salute – ha aggiunto il Commissario all'Ambiente Janez Potocnik – e sta chiedendo alle autorità pubbliche di prendere provvedimenti a livello europeo, nazionale e locale”.
di Silvia Soligon (03/02/2014)
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