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14 luglio 2014

Dal 2012 al 2014 dai dati ufficiali Arpal si è già rilevato un netto miglioramento della qualità dell’aria.


Comunicato della Rete Savonese Fermiamo il carbone. 

I valori delle centraline da soli non sono rappresentativi del reale inquinamento provocato da una centrale.

Nonostante ciò, dal 2012 al 2014 dai dati ufficiali Arpal si è già rilevato un netto miglioramento della qualità dell’aria.

In merito alle notizie riportate -crediamo in modo non scientificamente approfondito- sulla presunta non riduzione dei valori inquinanti dopo la chiusura della centrale, è NECESSARIO segnalare che confrontando i dati medi giornalieri ARPAL sul sito della Regione per due mesi (e non solo di alcuni giorni a campione) relativi al periodo maggio-luglio 2012 con l’equivalente periodo di quest’anno (i valori del 2013 non rappresentano un dato significativo dato ci risulta che la centrale abbia operato a regime ridotto) non è  vero che non si è riscontrata una riduzione dell’inquinamento, ma bensì è ampiamente  e facilmente riscontrabile un miglioramento molto accentuato della qualità dell’aria.

SI POSSONO VERIFICARE MOLTO FACILMENTE LE NOTEVOLI RIDUZIONI DI PM 2,5 E PM 10 A VADO E QUILIANO E DI SO2 A VADO (A QUILIANO VI SONO MISURE SOLO DAL MAGGIO 2013) CONSULTANDO I DATI ORIGINALI  DELLE CENTRALINE ARPAL PUBBLICATI SUL SITO DELLA REGIONE E RIPORTATI NEGLI ALLEGATI CON IL CALCOLO DELLE MEDIE.
E' STATO PRESO UN CAMPIONAMENTO ABBASTANZA SIGNIFICATIVO DI  DUE MESI E CHIUNQUE PUO' VERIFICARE CON LA MASSIMA SEMPLICITA' E TRASPARENZA SE SONO STATE CORRETTAMENTE EFFETUATE LE MEDIE SUI DATI ARPAL
TUTTAVIA ANCHE SE  ESTRAPOLANDO QUESTI DATI  APPARE UNA COSPICUA RIDUZIONE DI INQUINANTI, NOI  NE FACCIAMO UN TOTEM, ANZI INVITIAMO ALLA MASSIMA CAUTELA  PERCHE' UN CORRETTO APPROCCIO SCIENTIFICO   E' NELL'INTERESSE DI TUTTI  
COME RILEVA GIUSTAMENTE Il Direttore dell’ARPAL, il confronto dei valori necessita di periodi più lunghi (annuale), e collegati a parametri atmosferici: intensità delle piogge, direzione dei venti, ecc. 

Inoltre vogliamo segnalare che è estremamente importante analizzare non soltanto le medie giornaliere, ma anche i picchi orari in concentrazione (che determinano i pericolosissimi effetti nell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio). 
QUINDI
non basta confrontare i valori di PM (che definisce soltanto il diametro delle particelle), ma la composizione delle polveri, in particolar modo le pericolosissime nanopolveri PM1 PM0,1 e soprattutto i metalli pesanti (nichel, piombo, arsenico, mercurio, cadmio, cromo, ecc). I valori di PM da soli non sono rappresentativi del reale inquinamento di un territorio (nei valori di particolato sospeso sono compresi per esempio anche elementi naturali e non antropici, come l’aerosol marino, non nocivi per la popolazione). Anche a Taranto, ad esempio (dove è presente lo stabilimento ILVA sotto inchiesta) i valori di PM10 sono simili a Savona e non sono elevati, pur in presenza di un pesante livello di inquinamento da nanopolveri. I danni sanitari dovuti al particolato ultrafine (i più importanti quando si è in presenza di centrali a carbone) non ci risultano quindi rilevati da questo tipo di monitoraggi;

ribadiamo quindi che è necessario il massimo  rigore scientifico in queste analisi che non debbono essere nè emotive nè superficiali come del resto intendiamo fare noi nonostante che  una lettura sic et simpliciter dei dati tratti da ARPAL così come evidenziati negli allegati testimoni notevoli riduzioni di inquinanti a Vado e Quiliano. 

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