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29 marzo 2015

Il carbone radioattivo :la radioattività ambientale che deriva dalla combustione del carbone

Tratto da Ninin

Il carbone radioattivo

Vari lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali che mettono in evidenza alcuni rischi connessi a questo tipo di tecnologia e oggi parliamo della radioattività ambientale che deriva dalla combustione del carbone

                Articolo di 

 .........Ma il carbone e la sua combustione con gli standard attuali, non è certo una scelta sicura per le popolazioni e gli animali che si trovano a vivere e alimentarsi nelle vicinanze di questi impianti per la produzione di energia. 
Ne sono esempi vari lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali che mettono in evidenza alcuni rischi connessi a questo tipo di tecnologia e, visto che va di moda, oggi parliamo della radioattività ambientale che deriva dalla combustione del carbone.
Il 20 maggio scorso è stato pubblicato su Enviromental Health un articolo a firma di ricercatori Malesi che evidenzia l’inquinamento di prodotti ittici destinati ad alimentazione umana nella vicinanza della costa dove sorge una importate centrale Malese a Carbone1. L’imputato in questione è uno di quelli che fa rumore: si chiama Polonio 210. Il polonio 210 è un elemento radioattivo alfa-emittente praticamente innocuo se si trova all’esterno del nostro organismo, letale se viene inalato o peggio ingerito  ...
In questo lavoro per reviewed si dimostra che il pesce pescato nelle acque in prossimità della centrale a carbone ha concentrazioni di Po210 superiori a quelle registrate in aree lontane dalla centrale in oggetto (per carità, nulla a che fare con le dosi usate per uccidere il Sig. Litvinenko) e che il rischio calcolato di sviluppare un tumore supera gli standard US-EPA. 
Inoltre il lavoro si chiude con questa frase:
I risultati presentati suggeriscono che l’area intorno alla centrale di Kapar è suscettibile di possibile contaminazione e le persone che vivono nell’area vicina sono esposti a maggiori dosi di radiazioni alfa attraverso il consumo di prodotti ittici. Questi riscontri suggeriscono che appropriate azioni devono essere intraprese per mitigare i rischi possibili per la salute umana ed ambientale.

Vorrei comunque ricordare che in natura la maggior parte di Po210 deriva del decadimento del Radon che quindi è un importante fattore confondente in quanto non possiamo escludere, è una mia deduzione, una fonte di radon naturale in quella zona di oceano; eventuali approfondimenti di fisici nucleari (che spesso leggono le nostre pagine) sono sempre ben accetti.
Oggi non ci fermiamo qui ma vi proponiamo un altro studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dal titolo2:
Esposizione ambientale ad arsenico derivante da una centrale elettrica a carbone come potenziale rischio per carcinoma cutaneo: risultati di uno studio caso-controllo nel distretto di Prievidza Slovacchia.
L’articolo dimostra la maggior incidenza, rispetto ad una popolazione di controllo, di alcune neoplasie cutanee in un’area limitrofa ad una centrale a carbone in Slovacchia, ma, evidentemente, anche questo fatto non terrorizza e quindi non fa notizia. L’indagine epidemiologica è stata rigorosa ed è stata pubblicata da una delle più importanti riviste al mondo, non dimenticando gli eventuali fattori confondenti, come ad esempio la presenza di altri poli produttori di inquinamento in cui sorgono industrie chimiche presenti nella stessa area della centrale; gli stessi fattori confondenti che limitano in maniera importante le valutazioni epidemiologiche circa gli effetti degli incidenti alle centrali nucleari. Continua a leggere su Ninin

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