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29 gennaio 2016

NO AL CARBONE.

L’azienda punta a trovare una soluzione che garantisca la piena occupazione dei 200 dipendenti dello stabilimento di Vado e  quindi la ripresa del lavoro anche nei due gruppi a carbone  .....


 NOI CITTADINI  NON VOGLIAMO  PIU' CARBONE NEL   NOSTRO FUTURO E  IN QUELLO  DEI NOSTRI FIGLI.
PER   TROPPI  ANNI  LA  COMBUSTIONE DEL CARBONE HA INFLUITO  NEGATIVAMENTE SULLE   NOSTRE VITE E SUL NOSTRO AMBIENTE. 
CI  BATTEREMO , SEMPRE CON  TUTTE LE NOSTRE FORZE, CONTRO  QUALSIASI SOLUZIONE  CHE CONTEMPLI ANCORA  LA  COMBUSTIONE  DEL CARBONE TRA LE NOSTRE CASE.




Per  buona memoria pare opportuno ascoltare o riascoltare con la massima attenzione

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati

 https://www.radioradicale.it/scheda/452316/commissione-parlamentare-di


.....BREVE PROMEMORIA  INDELEBILE 
Nè possono essere scordate, al di là di varie gravi patologie, le morti in eccesso attribuibili all'esercizio della Centrale di Vado Ligure, fonte primaria e causa basilare, per varie decadi, dell'inquinamento industriale dell'area Savonese.
     
   
Una stralcio dell'intervento in Conferenza dei Servizi 4 giorni fa dell'avv. Matteo Ceruti, legale delle associazioni nazionali e dei comitati locali -
Gli esiti davvero drammatici, sul piano ambientale e ancor più su quello sanitario, delle ricerche condotte dai tecnici incaricati dalla Procura di Savona sono evidentemente conseguenti alla collocazione della centrale Tirreno Power in piena area urbana densamente popolata: un rapido sguardo alle fotografie pubblicate sul sito web del Comitato Uniti per la Salute rende evidenza di questa ubicazione assolutamente fuori da ogni logica.
Quest'ultima è la ragione di assoluta particolarità che contraddistingue quest'impianto industriale e che dovrete necessariamente tenere presente al momento di decidere.”

 Continua a leggere qui 


Tratto da Uniti per la Salute

Tirreno Power: la Procura indaga tutta l’ex giunta regionale. Tutte le carte dell'inchiesta.


"Tirreno Power peggio dell' Enel". Secondo la Procura i gruppi elettrici obsoleti inquinavano più' che negli anni 90. 

Disastro sanitario, omicidio plurimo e abuso d’ufficio: la gestione “ombra” della centrale ricostruita dai pm

Secondo i pm per 14 anni l'impianto è stato gestito senza dare priorità a salute e ambiente: 427 le morti "accertate" contestate
Immagine tratta da La Stampa

SavonaQuarantaquattro pagine per raccontare quello che è successo intorno alla centrale termoelettrica di Vado Ligure nell’arco di un periodo di 14 anni, dal 1° gennaio del 2000 fino all’11 marzo 2014, data del sequestro dei gruppi a carbone VL3 e VL4.

Nei sei capi d’imputazione elaborati dal Procuratore Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci agli 86 indagati – a vario titolo ed in concorso – vengono contestati i reati di disastro ambientale colposo aggravato, disastro sanitario colposo aggravato, abuso d’ufficio, disastro colposo aggravato e omicidio colposo plurimo.
E’ difficile riassumere in poche righe l’impianto accusatorio elaborato dalla Procura: sono tantissime le condotte, a vari livelli, che secondo gli inquirenti hanno portato a gestire per anni l’impianto di Vado senza dare priorità alla tutela della salute e dell’ambiente.
Si parte dalle accuse ad amministratori e dirigenti di Tirreno Power .........ai quali si contesta il “disastro ambientale doloso aggravato dal verificarsi dell’evento”che, secondo i pm, si sarebbe concretizzato “omettendo volontariamente e consapevolmente di applicare le misure precauzionali necessarie a ridurre l’inquinamento ed assumendo decisioni finalizzate sempre e soltanto alle soluzioni più redditizie”.

E la Procura individua anche gli elementi che dimostrerebbero l’esistenza del disastro ambientale attribuibile alle emissioni della centrale: 
il deterioramento significativo della qualità dell’aria, le condizioni della flora (provato dalla grave rarefazione della flora lichenica.
Nelle contestazioni si legge che i gruppi a carbone VL3 e VL4, secondo i dati forniti dalla stessa azienda (sulla cui bontà peraltro i pm nutrono dubbi), “provocavano emissioni massicce dei macroinquinanti con un quadro emissivo peggiorativo rispetto a quello conseguito dalla gestione Enel fin dalla fine degli anni 90, quando erano in esercizio quattro gruppi a carbone”. Una situazione che, sempre secondo gli inquirenti, poteva essere evitata visto che l’azienda aveva le “possibilità tecniche ed economiche, grazie agli ingenti profitti di quegli anni” per effettuare interventi di ambientalizzazione per “ridurre significativamente le emissioni”.

E ancora si contesta di: “aver ridotto il budget” per l’impianto, di aver scelto carbone di qualità inferiore e meno costosa, di aver usato olio combustibile denso con contenuto di zolfo superiore allo 0,3%, e di non aver adottato soluzioni efficaci per contenere le emissioni del parco carbone, ma anche aver presentato “sempre richieste di modifica delle autorizzazioni in senso peggiorativo per l’ambiente e vantaggiose, in termini economici,per la società”.

Poi c’è il disastro sanitario colposo aggravato dal verificarsi dell’evento per i danni alla salute dei cittadini. La Procura evidenzia “un eccesso di morbilità e di mortalità, tra la popolazione residente nelle aree di ricaduta delle sue emissioni quantificabile in malattie e decessi accertati”Continua a leggere su IVG

Leggi anche 

TIRRENO POWER di VADO LIGURE :LA CENTRALE IN CITTA'

11 NOVEMBRE 2014   
Leggi il "COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO 
TECNICO SCIENTIFICO:CONSIDERAZIONI SUL 
Riportiamo il punto7

7) Il progetto presentato dalla Tirreno Power si configura, oltre tutto, in contrasto con le imprescindibili esigenze di tutela dei beni primari della salute e dell’ambiente tutelati dalla vigente Carta Costituzionale rispettivamente negli art. 32 e 9.

Nè possono essere scordate, al di là di varie gravi patologie, le morti in eccesso attribuibili all'esercizio della Centrale di Vado Ligure, fonte primaria e causa basilare, per varie decadi, dell'inquinamento industriale dell'area Savonese.
Continua a leggere qui  il Comunicato integrale 

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