Tratto da Altreconomia
La bolla degli inceneritori
Se la produzione italiana dei rifiuti mantenesse le dinamiche attuali -ovvero in calo costante- e la raccolta differenziata raggiungesse il 65% -come il nostro Paese si era impegnato a fare entro il 2012-, la capacità di incenerimento già installata sarebbe già in eccesso. Eppure il Governo ha individuato un “fabbisogno” ulteriore, gonfiato del 68% in più rispetto alla realtà
L’Italia non ha bisogno di altri forni inceneritori per gestire i rifiuti urbani. In prospettiva, potrebbe addirittura farne anche a meno. Eppure, nonostante gli ultimi dati pubblicati a fine 2016 nel “Rapporto Rifiuti Urbani” dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA, www.isprambiente.gov.it), un decreto dell’agosto scorso dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi individua una capacità potenziale di incenerimento che rischia di rivelarsi decisamente sovrastimata.....
Stando al “decreto Renzi” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nell’ottobre 2016, infatti, il nostro Paese detiene già una “capacità nazionale di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati” pari a 5,9 milioni di tonnellate annue. Cui si possono aggiungere virtualmente quelle autorizzate ma “non in esercizio”, che pesano per altre 665.650 tonnellate. Arrotondando si ottiene quindi una capacità esistente di circa 6,5 milioni di tonnellate. Per l’esecutivo, però, non è abbastanza. Ed è per questo che ha stimato un “fabbisogno impiantistico da realizzare” per altre 1,8 milioni di tonnellate (solo la Sicilia ne ospiterebbe 690mila). Totale: quasi 8,4 milioni di tonnellate.
La bolla degli inceneritori inizia qui. Immaginando -contrariamente a quanto sta già accadendo- che la produzione dei rifiuti resti costante nei prossimi anni (29 milioni di tonnellate) e che la differenziata, lentamente, raggiunga il sofferto traguardo del 65%, i rifiuti indifferenziati da gestire si ridurrebbero a poco più di 10 milioni di tonnellate. Se gli inceneritori continuassero ad erodere la quota destinata alla discarica (oggi al 58% contro il 42% dei forni), vorrebbe dire che la capacità necessaria non supererebbe quota 5 milioni di tonnellate, ben distanti dalle 8,4 immaginate dal Governo. Un sovradimensionamento non necessario del 68%......Continua qui
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