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17 maggio 2018

Inquinamento dell’aria, alcune reazioni al deferimento dell’Italia alla Corte europea

Tratto da Greenreport

Inquinamento dell’aria, le reazioni al deferimento dell’Italia alla Corte europea

M5S: L’Italia potrebbe pagare una multa di circa 1 miliardo di euro. L'Italia deferita anche per le scorie radioattive e per la Xilella
[17 maggio 2018]
Il deferimento dell’Italia da parte della Commissione Ue alla  Corte europea era atteso ma non ha mancato ugualmente di suscitare reazioni preoccupate
Tranchant l’ex president di Legambiente e attuale deputata di LIberi e Uguali Rossella Muroni: «Smog-Xylella-rifiuti radioattivi: l’Italia non affronta la situazione e finisce nel mirino di Bruxelles. Più che scrivere la storia avremmo bisogno di qualcuno che faccia il presente e costruisca il futuro».
Molto polemico anche il gruppo parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle: « Come avevamo annunciato, grazie alla vecchia politica, l’Italia è stata deferita dalla Corte di Giustizia europea per aver violato le leggi sullo smog. Questo potrebbe portare ad una multa di circa 1 miliardo di euro, e a pagare, anche questa volta, saranno i cittadini!......
Roberto Romizi, presidente di Isde Italia, e Agostino Di Ciaula, presidente del comitato scientifico di Isde Italia hanno sottolineato che «L’odierno rinvio dell’Italia alla Corte di Giustizia dell’Ue dovrebbe essere un campanello d’allarme per il nuovo Governo italiano; dovrebbe, infatti, individuare tra le sue priorità politiche quelle di mettere in atto una serie di azioni efficaci per combattere l’inquinamento atmosferico. L’elevato costo della salute italiana a causa dell’inquinamento atmosferico è inaccettabile e completamente prevenibile. Si stima che circa 90.000 persone ogni anno muoiano prematuramente a causa dell’esposizione al particolato e all’ozono. Come Medici, pensiamo che il Governo, le Regioni e i Comuni italiani abbiano un’occasione unica: quella di dare la priorità a tutte le misure che saranno benefiche non solo per la qualità della nostra aria, ma anche per affrontare il cambiamento climatico e migliorare la nostra salute in generale».
Andrea Minutolo,  dell’ufficio scientifico di Legambiente, ha ricordato che «Come ribadiamo da anni, non servono misure sporadiche e poco efficaci nella lotta all’inquinamento, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale. Le aree urbane devono essere il cuore di questo cambiamento che deve ripartire da un diverso modo di vivere e pensare le città, con investimenti nella mobilità collettiva, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano.Le proposte presentate dal ministero dell’ambiente riguardano diversi settori che vengono trattati in compartimenti stagni e gestiti in maniera disomogenea mentre occorrerebbe integrarle tutte insieme in un Piano Nazionale che fissi già da subito obiettivi e limiti ambiziosi, per la salvaguardia della salute delle persone».
Il responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia, Andrea Boraschi, ha detto che
«Il provvedimento adottato dalla Commissione europea non sorprende nessuno. Era annunciato da tempo e l’Italia ha fatto di tutto o quasi per meritarlo. È la conseguenza lineare dell’inazione dei governi succedutisi negli ultimi anni, e della marginalità delle politiche ambientali e sanitarie nel nostro Paese. L’Italia è indietro su molti fronti, quanto a tutela della qualità dell’aria. Ma certamente quello dei trasporti mostra le maggiori criticità. Abbiamo un livello di motorizzazione significativamente più alto degli altri Paesi dell’Unione, mentre la mobilità sostenibile stenta a crescere. Un sistema che si basa sul mezzo privato a benzina o gasolio è un sistema patogeno, oltre che antitetico agli accordi sul clima»
Greenpeace ricorda che «Oltre al PM10, in Italia resta da affrontare seriamente il grave impatto causato dal biossido di azoto, un inquinante tipico del settore trasporti e dei diesel in particolare. Questo inquinante, in Italia, è responsabile di oltre 17 mila morti premature l’anno e sul biossido di azoto è aperta una ulteriore procedura di infrazione contro l’Italia. Il nostro Paese ha rappresentato negli ultimi anni uno dei mercati più floridi per le auto a gasolio, mentre la penetrazione della mobilità elettrica è molto più bassa rispetto ai Paesi del nord Europa. Secondo l’organizzazione ambientalista è ragionevole attendersi che, in assenza di provvedimenti radicali da parte dei prossimi esecutivi, anche la procedura d’infrazione per il biossido d’azoto possa concludersi con un deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia».
Per Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente «Il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per tre gravi emergenze ambientali del nostro Paese, smog, rifiuti radioattivi e xylella, non è purtroppo una sorpresa. L’inefficacia dell’azione, oggi confermata anche dalla valutazione della Commissione europea, non solo mette in pericolo la salute dei cittadini e dell’ambiente, ma ora c’è il rischio concreto di pagare pesanti multe per queste inadempienze. Siamo di fronte a tre sfide che il prossimo Governo deve assolutamente affrontaresenza tentennamenti, a partire da un Piano nazionale contro lo smog, che fissi subito obiettivi ambiziosi, e con l’approvazione del programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi».....
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