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22 aprile 2019

Greta:«Il tempo sta per scadere. Non fallite, vogliamo un futuro»

Tratto da Il Cambiamento

Greta Thunberg: «Il tempo sta per scadere. Non fallite, vogliamo un futuro»

Greta Thunberg: «Il tempo sta per scadere. Non fallite, vogliamo un futuro»
La sedicenne svedese, che è stata la star della manifestazione a Roma contro i cambiamenti climatici, ha tenuto un discorso martedì scorso al Parlamento Europeo, radunato in sessione plenaria a Strasburgo.
Vi riportiamo il testo integrale tradotto in italiano.
«Il mio nome è Greta Thunberg, ho 16 anni, vengo dalla Svezia e voglia sapere che avete paura, vorrei vedervi reagire come se le fiamme stessero per incendiare la vostra casa.
Ho già detto queste cose in passato e molte persone mi hanno spiegato perché è una pessima idea. Molti politici mi hanno detto che il panico non porta mai a niente di buono. E io sono d’accordo, essere nel panico, a meno di non essere costretti, è una pessima idea. 
Ma quando la tua casa è in fiamme, quando la vedi crollare in cenere, è la situazione stessa a richiedere un certo livello di panico. La nostra civiltà è così fragile, quasi un castello di sabbia: la facciata è bellissima, ma le fondamenta sono tutt’altro che solide. Abbiamo tagliato su tanti punti importanti. Il mondo ha assistito, nella massima disperazione, in che modo l’incendio ha consumato la cattedrale di Notre Dame. Alcuni edifici sono più speciali di altri. ma Notre Dame verrà ricostruita. Spero che le sue fondamenta saranno solide. Spero che le nostra fondamenta siano anche più solide, ma temo che non lo siano.
Nell’anno 2030, dieci anni, 259 giorni e 10 ore da questo momento, ci troveremo in una situazione in cui vedremo una irreversibile catena di reazioni che porterà alla fine della nostra civiltà, come l’abbiamo conosciuta. Questo è ciò che succederà, a meno che non vengano urgentemente e in permanenza implementate una serie di cambiamenti in tutti gli aspetti della nostra società, compresa una riduzione delle nostre emissioni di Co2, come minimo del 50%.
Da notare: queste previsioni dipendono da misure e dispositivi che non sono stati neppure ancora inventati. Invenzioni che dovrebbero purificare la nostra atmosfera dell'enorme presenza di anidride carbonica. Inoltre questi calcoli non comprendono imprevisti momenti di precipitazione o di amplificazione, come i gas che fuoriescono per lo scioglimento rapido del permafrost, e neppure includono l’effetto riscaldamento dell’inquinamento, né il fondamentale aspetto della giustizia ambientale chiaramente definito dagli accordi di Parigi, che è assolutamente necessario perchè funzioni su scala mondiale.
Dobbiamo anche considerare che queste sono solo previsioni, stime, il che significa che questi punti di non ritorno possono arrivare forse ancor prima di quel che si possa prevedere, nessuno è in grado di saperlo con certezza. Possiamo però essere certi che questo accadrà approssimativamente in questo lasso di tempo, perché questi calcoli non sono opinioni campate per aria, sono il frutto di considerazioni scientifiche unanimemente raggiunte da tutti i membri dell’IPCC, quasi tutte le istituzioni scientifiche del mondo sostengono le conclusioni dell’IPCC.
Siamo nel pieno della sesta estinzione di massa e il tasso di estinzione è 10 mila volte più rapido di ciò che si considera normale… con 200 specie che si estinguono ogni giorno. L’erosione di suolo fertile, la deforestazione delle nostre belle foreste, la tossicità dell’inquinamento, la morìa di insetti e di molti animali ‘protetti', la riduzione dei nostri oceani, questa è la catena dei disastri che si sta accelerando a causa di uno stile di vita che noi, che ci consideriamo al sicuro, che riteniamo in diritto di continuare ad avere. Ma quasi nessuno sa di queste catastrofi o è in grado di capire che si tratta dei sintomi di un disastro ambientale senza precedenti.
E perché dovrebbero sapere? Nessuno li sta veramente informando, men che meno le persone giuste e nel modo giusto. La nostra casa sta crollando e i nostri leader devono cominciare a fare qualcosa per impedirlo. Perché al momento non stanno facendo nulla. La reazione dovrebbe essere cambiare radicalmente il nostro comportamento, come succede in caso di emergenze.
Se la vostra casa stesse per crollare, non ve ne andreste in giro in business class, chiacchierando circa il fatto che sarà il mercato a offrire le soluzioni più idonee per ogni specifico problema. Non continuereste a pensare di comprare e costruire soluzioni a problemi che sono il prodotto di questo continuo comprare e costruire. Se la nostra casa stesse per crollare non sentiremmo il bisogno di tre summit di emergenza per la Brexit, e nessun summit di emergenza per l’ambiente e il cambiamento climatico. Non stareste a discutere circa l’opzione di ridurre il ricorso al carbone entro 15 o 20 anni. Se la nostra casa stesse per crollare non staremmo a celebrare il fatto che una singola nazione come l’Irlanda potrebbe presto disinvestire dai combustibili fossli, né celebrare il fatto che la Norvegia si è impegnata a smettere l’estrazione di petrolio al largo delle isole Lofoten ma continuerà a estrarre petrolio in altri parti del mondo. Siamo 30 anni in ritardo per questo tipo di celebrazioni.
Se la nostra casa stesse per crollare i media non scriverebbero d’altro, l’attuale crisi climatica e ambientale dominerebbe le prime pagine dei giornali. Se la nostra casa stesse per controllare non diremmo che la situazione è sotto controllo, né faremmo dipendere le condizioni di sopravvivenza per tutte le speci da invenzioni che devono ancora essere inventate. E voi non sprechereste il vostro tempo, come poltici, a discutere di tasse o di Brexit. Se i muri della vostra casa stessero davvero per crollare, di sicuro mettereste in secondo piano i motivi di disaccordo e comincereste a collaborare. Beh, la nostra casa sta crollando e il tempo sta per scadere. Ma di fatto non stiamo facendo nulla. Il cambiamento deve essere per tutto e per tutti, e dunque perché sprecare tempo in discussioni circa chi deve cambiare per primo. 
Ognuno e tutto quanto deve cambiare, ma più grande è il dibattito e maggiore diventa la responsabilità, più grande è la tua impronta ecologica e maggiore è il tuo dovere morale. Quando chiedo ai politici di agire al più presto, la loro prevedibile risposta è che non possono proporre alcuna drastica soluzione, perché sarebbe troppo impopolare tra i votanti. E naturalmente hanno ragione, perché la maggioranza non è neppure consapevole dei cambiamenti che sarebbero necessari. Ed ecco perché continuo a chiedervi di far sì che i contributi scientifici possano convergere, di portare la scenza nel cuore della polticia e della democrazia.
Molto presto ci saranno le elezioni europee, e molti di noi che saranno maggiormente affetti da questa crisi, persone come me, non avranno il permesso di votare, individui che non avranno il potere di influenzare il comportamento dei business men, politici, ingegneri, addetti ai media, educatori o scienziati, perchè il tempo che ci vuole per educare noi stessi, sta diminuendo sempre di più. Ecco perché milioni di ragazzini scendono in piazza a dimostrare, dichiarano sciopero alla scuola per dare rilievo a questa crisi. Dovete ascoltarci. Noi non possiamo votare ma voi dovete votare per noi, per i vostri figli e nipoti. Quello che stiamo facendo adesso potrebbe diventare presto irreversibile.
In queste elezioni sarete chiamati a votare per le condizioni vitali per la specie umana e benché le politiche che sarebbero necessarie oggi non esistano ancora, alcune alternative sono sicuramente meno peggio di altre. E alcuni mi hanno detto che ci sono dei partiti che non avrebbero voluto che io parlassi qui oggi, perchè determinati ad evitare qualsiasi discorso che ha a che fare con la crisi ambientale.
La nostra casa sta crollando. Il futuro e tutto ciò che abbiamo conquistato nel passato sono ora nelle vostre mani. Ma non è troppo tardi per fare qualcosa. Sarà necessario un cambiamento radicale di visione, e una buona dose di coraggio, feroce (fierce) determinazione di reagire adesso, per costruire le fondamenta di qualcosa di cui potremmo non immaginare il tetto, in altre parole sarà necessaria una buona dose di ‘cathedral thinking’. Vi chiedo per favore di fare qualcosa per rendere possibili i cambiamenti necessari.
Fare del vostro meglio non è più abbastanza. Dobbiamo tutti fare il massimo possibile, e se rifiutate di ascoltarmi va bene lo stesso, dopo tutto sono solo una studentessa sedicenne che viene dalla Svezia, ma non potete ignorare la voce degli scienziati, della scienza, o quella dei milioni di studenti che scioperano dalla scuola, per affermare il loro diritto ad avere un futuro. Vi prego di non fallire, su questo».

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