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19 aprile 2019

Italia contaminata: ecco perché la salute di 7 milioni di cittadini è in pericolo

Tratto da Linkiesta

Italia contaminata: ecco perché la salute di 7 milioni di cittadini è in pericolo

Il dossier ambientale è certamente un campanello di allarme che non può essere ignorato, in particolare per la sua profonda interconnessione con la salute degli abitanti delle zone limitrofe alle aree contaminate. In aggiunta a sprechi, investimenti sbagliati e infiltrazioni mafiose


L'Italia tossica, quella delle aree inquinate, è tornata a pungere (anche se realmente non se n’è mai andata). A qualche anno dalla ricerca messa in piedi da Andrea Minutolo e Marco Mancini di Legambiente sui Sin (siti di interesse nazionale) e le aree contaminate, pertanto, si può assurgere che la situazione non è poi così cambiata. Secondo European Environment Agency, i siti contaminati identificati in Europa sono 342 000 e solo il 15% sono stati bonificati. L’Italia dal canto suo ne conta circa 12 mila, dei quali 57 sono Siti di interesse Nazionale, ovvero contenenti alti livelli di inquinamento. Legalmente, sotto il governo Monti, le competenze per la bonifica di questi siti sono state divise: 39 al Ministero dell’ambiente e 18 alle Regioni.
Per capirci: il totale dei siti contaminati è quello ufficiale ma non reale, in quanto il monitoraggio a maglie larghe di alcune regioni non permette la copertura di tutto il territorio, senza contare che la frammentazione di responsabilità ha creato un’impasse alimentato a suon di milioni - solo per consulenze e pareri - che affonda le radici nel lontano 1998, l’anno delle prime previsioni di bonifica.
Ma partiamo dalle origini. Precisamente dall’impatto ambientale e dagli effetti che i Sin hanno sulla salute della popolazione. Gela, Orbetello, Piombino, Venezia, Crotone, sono solo alcune delle 57 bombe ecologiche che stanno appestando il Paese. Contaminazione di suolo o di falde acquifere, emissioni di polveri e presenza massiccia di amianto sono le inflitrazioni più comuni per quelli che possono essere ex polverifici dismessi, impianti chimici o siderurgici, discariche o inceneritori.

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