"Malattie autoimmuni del fegato, il ruolo chiave dell'inquinamento"
A sostenerlo uno studio inglese appena presentato all'Easl, il congresso di epatologia in corso a Vienna dalla nostra inviata VALERIA PINI
VIENNA – Sempre più malattie vengono collegate a problemi legati all’inquinamento. Ora un nuovo studio, presentato all’Easl- l’International Liver Congress 2019, in corso a Vienna mette in evidenza come questo fattore sia correlato anche alle malattie del fegato.
L’esposizione a un persistente, anche se ridotto, fattore inquinante ambientale sembra giocare un ruolo chiave nello sviluppo di alcune malattie autoimmuni del fegato. A sostenerlo una ricerca della New Castel university che ha rilevato un numero significativo di casi di colangite biliare primaria, epatite autoimmune e colangite sclerotizzante primaria in alcune aree dell’Inghilterra nord-orientale e della North Cumbria. Si tratta di regioni particolarmente inquinate del paese. Questo, secondo i ricercatori, suggerisce il coinvolgimento di uno o più agenti ambientali.Le patologie autoimmuni del fegato sono relativamente rare, colpiscono persone di tutte le età e durano tutta la vita. Le cause non sono ancora ben chiare, anche se si sospetta un’interazione tra una predisposizione genetica all’autoimmunità e fattori ambientali. I ricercatori della Newcastle University hanno evidenziato i gruppi di queste patologie, indagando anche sull’indirizzo dei pazienti individuati. In questo modo hanno visto un eccesso di pazienti rispetto alle attese in alcune aree particolari, molto ben delimitate e con un alto livello di inquinamento.
"La ricerca suggerisce che l’esposizione a un agente ambientale persistente e a basse concentrazioni può avere avuto un ruolo in tutte e tre le malattie autoimmuni del fegato studiate”, spiega Jessica Dyson, della Newcastle University. “Inoltre – ha aggiunto Dyson – stiamo ipotizzando che queste malattie siano collegate a varie forme di inquinamento che potrebbero essere collegati, ad esempio, a riserve idriche, o impianti industriali, o ancora a miniere e stoccaggio dei rifiuti. Occorre però indagare ancora, per far luce sull’origine del fenomeno”.
Questo studio è interessante dal momento che le malattie autoimmuni del fegato, che pure non sono frequenti, hanno un’incidenza in aumento nel mondo. Causano un'infiammazione cronica e progressiva nelle cellule e nei tessuti, con caratteristiche diverse. I fattori che le scatenano sono tuttora sconosciuti.
Già in passato sono stati considerati elementi ambientali, ma mancavano ancora studi a supporto di questa tesi. Questo studio rinforza l’idea che un’esposizione ambientale possa giocare un ruolo importante nello scatenare le malattie autoimmuni del fegato
A sostenerlo uno studio inglese appena presentato all'Easl, il congresso di epatologia in corso a Vienna dalla nostra inviata VALERIA PINI
VIENNA – Sempre più malattie vengono collegate a problemi legati all’inquinamento. Ora un nuovo studio, presentato all’Easl- l’International Liver Congress 2019, in corso a Vienna mette in evidenza come questo fattore sia correlato anche alle malattie del fegato.L’esposizione a un persistente, anche se ridotto, fattore inquinante ambientale sembra giocare un ruolo chiave nello sviluppo di alcune malattie autoimmuni del fegato. A sostenerlo una ricerca della New Castel university che ha rilevato un numero significativo di casi di colangite biliare primaria, epatite autoimmune e colangite sclerotizzante primaria in alcune aree dell’Inghilterra nord-orientale e della North Cumbria. Si tratta di regioni particolarmente inquinate del paese. Questo, secondo i ricercatori, suggerisce il coinvolgimento di uno o più agenti ambientali.Le patologie autoimmuni del fegato sono relativamente rare, colpiscono persone di tutte le età e durano tutta la vita. Le cause non sono ancora ben chiare, anche se si sospetta un’interazione tra una predisposizione genetica all’autoimmunità e fattori ambientali. I ricercatori della Newcastle University hanno evidenziato i gruppi di queste patologie, indagando anche sull’indirizzo dei pazienti individuati. In questo modo hanno visto un eccesso di pazienti rispetto alle attese in alcune aree particolari, molto ben delimitate e con un alto livello di inquinamento.
"La ricerca suggerisce che l’esposizione a un agente ambientale persistente e a basse concentrazioni può avere avuto un ruolo in tutte e tre le malattie autoimmuni del fegato studiate”, spiega Jessica Dyson, della Newcastle University. “Inoltre – ha aggiunto Dyson – stiamo ipotizzando che queste malattie siano collegate a varie forme di inquinamento che potrebbero essere collegati, ad esempio, a riserve idriche, o impianti industriali, o ancora a miniere e stoccaggio dei rifiuti. Occorre però indagare ancora, per far luce sull’origine del fenomeno”.
Questo studio è interessante dal momento che le malattie autoimmuni del fegato, che pure non sono frequenti, hanno un’incidenza in aumento nel mondo. Causano un'infiammazione cronica e progressiva nelle cellule e nei tessuti, con caratteristiche diverse. I fattori che le scatenano sono tuttora sconosciuti.
Già in passato sono stati considerati elementi ambientali, ma mancavano ancora studi a supporto di questa tesi. Questo studio rinforza l’idea che un’esposizione ambientale possa giocare un ruolo importante nello scatenare le malattie autoimmuni del fegato
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