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08 settembre 2019

Perché le energie fossili godono di condizioni di favore che le rendono convenienti?

Tratto  da Zapping 

Il prezzo delle energie zombie – Perché le energie fossili godono di condizioni di favore che le rendono convenienti?

Il 40% dell’energia elettrica mondiale proviene da centrali a carbone mentre acqua, sole e vento contribuiscono solo per il 25%. Perché? Perché i combustibili fossili continuano a godere di condizioni di favore: sovvenzioni alla produzione, garanzie sui prestiti bancari, assicurazioni sulle vendite all’estero, esenzioni fiscali. Ma la distorsione più ampia, ricorda Francesco Gesualdi, è rappresentata dalla possibilità di calcolare i prezzi dei combustibili fossili senza tenere conto dei costi umani, sociali, ambientali connessi alla loro produzione e al loro consumo
Questa estate infuocata contribuisce a farci capire che dobbiamo impedire alla temperatura terrestre di innalzarsi ulteriormente. Dal 1880 ad oggi è aumentata appena di un grado centigrado e già si vedono gli effetti.  I cambiamenti climatici non riguardano solo il futuro dei nostri figli e nipoti, sono realtà già oggi. Si verificano tempeste sempre più violente, incendi sempre più frequenti, penuria d’acqua per riduzione dei ghiacciai, innalzamento dei mari per  scongelamento delle calotte polari. 
Nessuno ha più certezza del destino del proprio territorio: l’alterazione delle piogge può trasformare ridenti paesaggi in deserti, città costiere in un intreccio di canali per l’avanzare del mare, ampi territori in distese d’acqua per lo straripamento dei fiumi. Con ricadute sociali inimmaginabili. Dal 2008 al 2018, nel mondo si sono avuti 265 milioni di sfollati per disastri naturali, molti di loro per l’instabilità del clima.
I cambiamenti climatici sono l’effetto indesiderato della nostra crescita economica. Per definizione la produzione esige energia, la sua scarsità è il motivo per cui in passato la produzione rimaneva pressoché stazionaria. Limite che la rivoluzione industriale ha superato con l’accesso ai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) e l’invenzione di macchine capaci di trasformare il loro enorme potenziale energetico in movimento, calore, elettricità. Peccato che attraverso questa operazione si siano messe in libertà miliardi di tonnellate di anidride carbonica, in misura ben superiore alla capacità di assorbimento di oceani e sistema vegetale. Da cui l’accumulo di anidride carbonica in atmosfera con conseguente intrappolamento dei raggi solari, aumento della temperatura terrestre e cambiamento del clima che porta con sé calamità, alterazione della piovosità e quindi riduzione della produzione di cibo e migrazioni.
Gli scienziati ci dicono che per arginare la situazione dobbiamo dimezzare le emissioni di anidride carbonica da qui al 2030 e azzerarle entro il 2050. Detta in altri termini dobbiamo abbandonare i combustibili fossili. Ci stiamo provando, ma in maniera ancora troppo lenta. Basti dire che di tutta l’energia che consumiamo a livello mondiale, l’80% proviene ancora dai combustibili fossili. Non solo  petrolio e  gas, che assieme coprono il 53% del fabbisogno energetico mondiale, ma anche il carbone (assai più inquinante) che interviene per il 28%. E se guardiamo al modo in cui produciamo energia elettrica, per certi versi la situazione è ancora più riprovevole. Benché disponiamo di ottime tecnologie nel settore delle  rinnovabili, i fossili la fanno ancora da padroni. Il 40% dell’energia elettrica mondiale proviene  da centrali a carbone mentre acqua, sole e vento contribuiscono solo per il 25%. Leggi tutto qui 

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