Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria di Patrizia Gentilini
Già la sentenza di primo grado aveva riconosciuto come malattia professionale la patologia in oggetto e questa ulteriore sentenza,
che conferma quella di primo grado e rigetta il ricorso in appello avanzato dall’Inail, rende indubbiamente giustizia di tante
reiterate prese di posizioni negazioniste sull’argomento.
che conferma quella di primo grado e rigetta il ricorso in appello avanzato dall’Inail, rende indubbiamente giustizia di tante
reiterate prese di posizioni negazioniste sull’argomento.
La sentenza merita di essere letta per intero, in quanto è esemplare
sia per la coerenza delle argomentazioni che per la testimonianza dell’accuratissimo lavoro fatto dai Consulenti
Tecnici d’Ufficio (Ctu). La prima impressione che ho avuto nel leggerla
è stata da un lato di sincera gratitudine verso i magistrati che
l’hanno emessa, ma dall’altro ho provato anche un senso di profondo scoramento nel dover constatare che il bene primario
della salute è di fatto, ancora una volta, demandato alla
magistratura, in quanto le istituzioni a ciò preposte si rivelano,
come in questo caso, pesantemente carenti.
sia per la coerenza delle argomentazioni che per la testimonianza dell’accuratissimo lavoro fatto dai Consulenti
Tecnici d’Ufficio (Ctu). La prima impressione che ho avuto nel leggerla
è stata da un lato di sincera gratitudine verso i magistrati che
l’hanno emessa, ma dall’altro ho provato anche un senso di profondo scoramento nel dover constatare che il bene primario
della salute è di fatto, ancora una volta, demandato alla
magistratura, in quanto le istituzioni a ciò preposte si rivelano,
come in questo caso, pesantemente carenti.
Al punto 8 della Sentenza di Torino, ad esempio, vengono riportate
le argomentazioni dei Ctu in risposta ai consulenti di parte dell’Inail
che citavano, a loro supporto, il Rapporto Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sul quale già mi ero espressa,riportando
al riguardo la posizione dell’Isde. Vedere che proprio le critiche al Rapporto Istisan – a firma del Presidente del Comitato Scientifico dell’Isde, dott. Agostino Di Ciaula – vengono riportate dai magistrati torinesi è un indubbio riconoscimento della serietà della nostra associazione e del nostro impegno a difesa della salute pubblica.
le argomentazioni dei Ctu in risposta ai consulenti di parte dell’Inail
che citavano, a loro supporto, il Rapporto Istisan dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sul quale già mi ero espressa,riportando
al riguardo la posizione dell’Isde. Vedere che proprio le critiche al Rapporto Istisan – a firma del Presidente del Comitato Scientifico dell’Isde, dott. Agostino Di Ciaula – vengono riportate dai magistrati torinesi è un indubbio riconoscimento della serietà della nostra associazione e del nostro impegno a difesa della salute pubblica.
Nello specifico viene citata la critica mossa agli autori del Rapporto Istisan, per avere considerato su 7 metanalisi – di cui 4
evidenziano rischi e 3 no – solo queste ultime, pur se viziate da
pesanti errori metodologici, quali ad esempio avere considerato esposizioni molto limitate (2 anni e 8 mesi). E’ ovvio che un breve periodo di neanche tre anni è del tutto insufficiente per vedere svilupparsi un tumore, patologia che richiede – come emerge
dagli studi adeguatamente condotti – esposizioni superiori a
10 anni o a 1.640 ore d’uso del cellulare. Continua qui
evidenziano rischi e 3 no – solo queste ultime, pur se viziate da
pesanti errori metodologici, quali ad esempio avere considerato esposizioni molto limitate (2 anni e 8 mesi). E’ ovvio che un breve periodo di neanche tre anni è del tutto insufficiente per vedere svilupparsi un tumore, patologia che richiede – come emerge
dagli studi adeguatamente condotti – esposizioni superiori a
10 anni o a 1.640 ore d’uso del cellulare. Continua qui
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