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21 ottobre 2008

2008/10/22 "Etica e cambiamenti climatici "


Tratto da greenreport.it
21/10/2008


Etica e cambiamenti climatici

Dal 23 al 25 ottobre è in programma la VI Conferenza internazionale “Etica e cambiamento climatico. Scenari di giustizia e sostenibilità”, organizzata dalla Fondazione Lanna e dal Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici
FIRENZE. Nonostante qualche scettico che ancora mette in dubbio l’esistenza dei cambiamenti climatici (eppure anche la “questio” di Tommaso d’Aquino pare ormai superata), è acclarato come la ricerca scientifica abbia dato enorme contributo alla comprensione dei meccanismi in atto (quelli che modificano il clima in senso stretto) e dato indicazioni anche sui settori che possono subire l´effetto di questi cambiamenti. Intanto gli scenari futuri sono stati delineati (aumento della temperatura, scioglimento dei ghiacciai ai poli, aumento del livello dei mari, aumento dei fenomeni estremi..) con conseguenze immaginabili per la qualità della vita di tutti noi (animali e piante inclusi),ed è stata sottolineata la necessità di studiare e applicare le opportune strategie di adattamento.

Contemporaneamente gli esperti hanno evidenziato quale sia l´unica strada per risolvere alla radice il problema: la diminuzione ad un livello sostenibile per il pianeta delle emissioni di anidride carbonica, in modo da stabilizzare la concentrazione di CO2 in atmosfera, arrestandone la crescita. Il mondo scientifico quindi da tempo ha suggerito la strada da intraprendere al decisore politico e al mondo economico, per dare avvio ad azioni integrate, su più livelli di governo (dall’internazionale al locale), su vari piani (economico, sociale, ambientale, culturale), e verso tutti gli attori che sono interessati.

Deve essere modificato il modello economico oggi dominante che non può garantire futuro alle prossime generazioni, riconvertendo il sistema ai principi dell’economia ecologica (che vede in primis un progressivo allontanamento dal sistema energetico basato sulla dipendenza dai combustibili fossili), la cui applicazione può garantire la sostenibilità in campo economico, sociale ed ambientale. Non sono ammessi tentennamenti e perdite di tempo, come purtroppo la politica miope di alcuni governi, come il nostro, sembrano praticare. In questo contesto in cui tutti siamo responsabili non è possibile dimenticare la dimensione etica, potremmo dire “il peso specifico”, dove alcuni sono più responsabili di altri: i paesi del Nord del mondo, hanno prodotto la maggior parte delle emissioni prodotte negli ultimi 50-60 anni che sono la causa del riscaldamento globale.

Ma i Paesi emergenti (Cina, India su tutti) a velocità supersonica stanno “recuperando” e aggiungendo quote significative di CO2 in atmosfera. Il tema del dibattito internazionale dei prossimi anni a nostro avviso si svilupperà intorno a tre necessità: coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo nei processi di riduzione delle emissioni climalteranti attraverso un’equa suddivisione di responsabilità e costi; affermazione nei Paesi emergenti, con la stessa velocità della crescita del pil attuale, dell’economia ecologica; trasformazione nei “vecchi” Paesi industrializzati, del modello di sviluppo attuale.

Di questi temi e della loro articolazione si parlerà a Padova dal 23 al 25 ottobre, durante la VI Conferenza internazionale sull’etica e le politiche ambientali “Etica e cambiamento climatico. Scenari di giustizia e sostenibilità”, organizzata dalla Fondazione Lanna e dal Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici.

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