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27 ottobre 2008

2008/10/28" Il grande male e i suoi alleati"di Devra Davis premio Nobel per la Pace 2007."


TRATTO DA IL SECOLO XIX dal Festival della Scienza

Il grande male e i suoi alleati
27 ottobre 2008
Nella sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale Lectio magistralis della scienziata americana di Devra Davis premio Nobel per la Pace 2007

IL 12 OTTOBRE dell’anno scorso la scienziata americana Devra Davis si è guadagnata il Nobel per la pace assieme ad Al Gore e all’Intergovernmental Panel on Climate Change (Foro sul mutamento climatico delle Nazioni Unite) di cui è membro. Con “Quando il fumo scorreva come l’acqua Inganni ambientali e battaglie contro l’inquinamento
, finalista al National Book Award, ha prodotto sconquassi nell’opinione pubblica. Epidemiologa di fama mondiale ha diretto l’ufficio di studi ambientali e tossicologici della National Academy of Science guida all’Università di Pittsburgh il primo Centro di oncologia ambientale del mondo. La sua indagine su ciò che ancora non ci è stato detto sulle sostanze cancerogene oggi continua con la pubblicazione di “La storia segreta della guerra al cancro” (Codice Edizioni, 2008) che sarà al centro della sua Lectio magistralis lunedì (27 ottobre) alle 17 nella sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale. Nella prefazione al libro, Devra Davis esprime con brutale chiarezza il suo personale rapporto con il cancro: “So che aspetto ha il cancro, che consistenza e che odore. Come molti della mia generazione sono un’orfana da cancro.Questa malattia ha spezzato la vita di entrambi i miei genitori”. La sua ricerca ultraventennale sul tabacco e la propaganda,da prima della Seconda Guerra Mondiale agli anni ’90, ripercorre gli episodi più oscuri e segreti e conferma come l’opinione pubblica possa essere sviata per puro profitto: i ricchi, afferma, occultano, manipolano o ritardando i risultati della ricerca che potrebbero aiutare chi denaro non ne ha. I primi studi sul cancro da fumo di sigaretta risalgono agli anni ’30 e ’40, dice, ma solo nel 1962 è stato dichiarato ufficialmente dal Royal College of Physicians inglese che il fumo provoca il cancro. La pubblicazione dei risultati di queste ricerche è stata rinviata almeno di cinque anni a causa delle pesanti pressioni delle industrie del tabacco che finanziavano paradossalmente anche il servizio sanitario del Regno Unito. «Spinoza ha detto che se vogliamo che il futuro sia diverso dal passato dobbiamo studiare il passato», spiega l’epidemiologa «La gente crede che ci siano ragioni scientifiche per il ritardo nell’affrontare certi rischi ambientali. Talvolta è così, ma gli stessi scienziati non sempre sembrano rendersi conto che spesso vengono messe a loro disposizione risorse finanziarie solo allo scopo di aumentare l’incertezza scientifica e generare dubbi sulla necessità di intervenire in qualche modo. L’industria del tabacco ha scritto le regole di questo gioco». Oggi, sgomberato il terreno dalle illusioni, archiviati certi filtri “miracolosi” che si scoprì che contenevano addirittura amianto, nessuno crede più che esista una sigaretta “più sana”. Devra Davis è categorica: «Ogni volta che si brucia materiale organico si produce catrame e un gran numero di agenti cancerogeni noti a tutti. L’idea che esista una sigaretta non dannosa è un ossimoro». Ma a che punto è veramente la ricerca sul cancro e le sue cure? «Non credo che possiamo risolvere il problema del cancro solo attraverso la cura» dice Devra Davis «Ciò che conta è che dobbiamo assolutamente trovare sistemi per impedire l’insorgenzadella malattia. A questo proposito io sono ottimista. Il costo dell’assistenza sanitaria è in continua crescita, ma anche gli investimenti per la prevenzione del cancro e di altre patologie. I successi che abbiamo ottenuto nella riduzione della mortalità per cancro al collo dell’utero e ai polmoni dimostrano che possiamo ridurne l’incidenza convincendo la gente a smettere di fumare». La nostra salute è nelle mani di onesti scienziati o di astuti pubblicitari che depistano e insabbiano per il profitto delle industrie? «Agli scienziati non è mai stata data la responsabilità della salute di nessuno. E questo forse non è un male» chiarisce Davis «La democrazia comporta che il pubblico abbia il diritto di sapere i rischi che ci minacciano. Molte delle forze di cui scrivo nel mio libro minacciano proprio il nostro diritto alla conoscenza. Thomas Jefferson disse che “Una democrazia esige un pubblico informato che liberamente consente di essere governato”. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua può essere tenuto sotto controllo solo da persone che lavorano insieme per eleggere i politici che si impegnano veramente per un ambiente più sano e per lavorare con le loro comunità per garantire il cambiamento. Il mondo ha bisogno di leader capaci di infondere speranza. Credo che dal prossimo novembre l’America ne avrà di nuovo uno in grado di farlo». Certo, il pericolo che chi sa non ci dica tutto, soprattutto sulle patologie provocate dall’ambiente responsabile del 95 per cento dei tumori, esiste ancora, sostiene la scienziata. La recente messa in discussione del protocollo di Kyoto non sembra, tuttavia, preoccuparla eccessivamente. «Le notizie migliori che ci arrivano sul clima vengono dalle multinazionali e dalle città medie» afferma l’oncologa «Quelli non aspettano Kyoto ma stanno prendendo provvedimenti per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Gli edifici sono una delle fonti più grandi dei gas serra. Costruzioni ecocompatibili e più efficienti possono ridurre drasticamente la pressione sul clima.Materiali di recupero e materiali riciclati stanno radicalmente cambiando il nostro modo di pensare l’ambiente antropizzato». Ma che cosa possiamo concretamente fare noi comuni cittadini per prevenire il cancro?«Guardiamo sotto il lavandino, leggiamo le etichette, guardiamoci da catrame, benzene, amianto,raggi solari,sovraesposizione a raggi X,abuso di aspartame e ormoni, utilizzo sfrenato di cellulari.Stiamo attenti a qualsiasi sostanza mettiamo sul nostro corpo. Dobbiamo renderci conto che la pelle è il nostro organo più esteso. Se possiamo assumere medicinali attraverso la pelle come facciamo con il cerotto di nicotina o la pillola anticoncezionale, allora dobbiamo convincerci che tutto quello che arriva sulla superficie della pelle può penetrare nel corpo».
GIULIANA MANGANELLI

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