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21 ottobre 2008


Martedì, 21 ottobre 2008
TRATTO DA IFG ONLINE
Istututo Carlo de Martino

Ue, dal 2015 l’anidride carbonica va sottoterra

Maudie Piccinno

Meno carbone più aria pulita. La Commissione Ambiente dell’europarlamento ha stabilito che dal 2015 sarà proibito costruire centrali termoelettriche che emettano più di 500 grammi di CO2 per kilowatt ora generato. Questa disposizione mette al bando, di fatto, le centrali a carbone, a meno che non siano dotate della tecnologia Ccs (carbone capture and storage – cattura e stoccaggio del biossido di carbonio), ipotizzando che possa efficacemente limitare le emissioni nocive fino a un massimo del 55% entro il 2100 e generare un’influenza positiva sul clima.

Come funziona. La cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (Ccs) nel sottosuolo è una tecnologia sperimentata da molti anni in diverse parti del mondo e soprattutto nel Mare del Nord con la speranza di ridurre le emissioni di CO2. Questa metodologia è sostenuta da numerose ricerche secondo cui le rocce porose, situate oltre i 1000 metri di profondità, sono il sito ideale per stoccare il biossido di carbonio. Una volta intrappolato nella roccia, il gas, grazie all’elevata pressione, diventa liquido e nel corso dei secoli o si dissolve o si trasforma in nuovi minerali. Altri luoghi ideali al deposito dell’anidride carbonica sono i giacimenti petroliferi svuotati e le miniere di carbone non sfruttabili.
Per ora, però, il progetto è applicabile solo a centrali di piccole dimensioni, sotto i 60 megawatt.

Germania, primo esempio in Europa. Il progetto tedesco di stoccaggio di Co2 (Co2Sink) è il primo in Europa. Ha preso il via lo scorso luglio, dopo essere stato studiato per quattro anni dal ReIl sito di stoccaggio di Co2 a Ketzin (Germania)search Centre for Geosciences, e dovrebbe riuscire a sotterrare, in appositi depositi a Ketzin nella zona orientale della Germania, circa 60.000 tonnellate di biossido di carbonio nei prossimi due anni. Il progetto, il cui costo è di circa 35 milioni di euro, è stato finanziato dall’Unione europea per circa 8,7 milioni di euro, dai contributi del ministero tedesco dell’Economia e del Lavoro e di alcune industrie private.
Il sistema di iniezione di anidride carbonica grazie ad un’innovativa tecnologia permette di monitorare il biossido di carbonio immagazzinato per impedire eventuali reazioni chimiche tra anidride carboniche e i minerali presenti nel sottosuolo. Tali interazioni devono essere tenute sotto stretta sorveglianza poiché eventuali reazioni potrebbero corrodere le rocce di copertura che isolano il deposito di stoccaggio e contaminare l’acqua sotterranea.

Greenpeace si oppone. In base ad alcuni studi, il processo di stoccaggio, se gestito correttamente, non dovrebbe causare pericoli per la salute, la sicurezza o l’ambiente, ma sono numerosi i dubbi in proposito. In particolare, Greenpeace (www.greenpeace.it) denuncia questa tecnologia considerandola immatura, costosa e rischiosa.
La Ccs, secondo Greenpeace, è un sistema ancora acerbo che non permetterà di prevenire gli effetti dei mutamenti climatici causati dalle emissioni di CO2 poiché non sarà possibile commercializzare la tecnologia prima del 2030. Secondo gli ambientalisti gli investimenti pubblici dovrebbero orientarsi verso fonti di energia rinnovabili, per ottenere un beneficio immediato
“E’ impensabile lasciare alle spalle l’era oscura delle fonti fossili se l’Europa continua a elargire nuovi incentivi - afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. La Ccs ’è una truffa per tenere in piedi l’industria del carbone - denuncia - abbiamo invece bisogno di una rivoluzione energetica pulita adesso”. Inoltre gli a Greenpeace è critica anche sulla possibilità, aperta dal Parlamento europeo, di accettare crediti di Co2 provenienti da progetti di riforestazione all’estero. “Se così fosse, il prezzo della Co2 andrà per la seconda volta in caduta libera e prima di fare un passo del genere i governi europei dovrebbero inoltre assumersi chiaramente la responsabilità dei gravi impatti per la biodiversità e violazione di diritti umani”.

Scettica anche l’Agenzia Internazionale per l’energia (Iea), secondo cui, per catturare e stoccare la quantità di Co2 utile per avere qualche effetto sulla mitigazione del clima entro il 2050, sarebbe necessario realizzare 6.000 progetti, ognuno dei quali dovrebbe pompare nel sottosuolo un milione di tonnellate di CO2 all’anno. Cifre enormi che sembrano irrealizzabili.

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