Tratto da "Ecce terra "
Gestione dei rifiuti e rischi per la salute
Strategie di prevenzione primaria e di promozione della salute
C. G. Edizioni Medico Scientifiche - 2009
Via Candido Viberti, 7 - 10141 TORINO
Autore: ISDE Italia, a cura di Antonio Faggioli e Ernesto Burgio
Capitolo campione:Inceneritori e danni alla salute umana
Introduzione al tema
Linee guida, priorità, definizioni
Ernesto Burgio
Vicepresidente Comitato Scientifico ISDE Italia - Medici per l’Ambiente
Roberto Romizi
Presidente ISDE Italia - Medici per l’Ambiente
[…]
Quello dello smaltimento dei rifiuti è problematica paradossale e al contempo paradigmatica del nostro attuale stadio di evoluzione culturale e spirituale. Problema paradossale perché esisterebbe un unico modo, tutto sommato semplice, di risolvere il problema della produzione di rifiuti e invece ci ostiniamo a procedere nella direzione diametralmente opposta. Problema paradigmatico che simboleggia perfettamente l’ultima fase di una accelerazione progressiva che l’uomo ha impresso a tutti i processi naturali di trasformazione dell’energia/materia a sua disposizione sul pianeta terra: dapprima, circa 10.000 anni fa, con la rivoluzione neolitica; ma soprattutto, circa due secoli fa con la rivoluzione industriale e chimica.
Non sarebbe forse neppure il caso di “scomodare la scienza” per inquadrare il problema: per capire che disintegrare quotidianamente milioni di tonnellate di materiali è frutto della stessa follia che ci spinge a bruciare e distruggere a ritmi forsennati non soltanto le foreste attuali, che pure svolgono funzioni essenziali per il mantenimento della vita sulla terra, per trasformarle in materiali – carta da giornale, cartone per imballaggi - da “consumare” nel giro di pochi mesi o addirittura di pochi giorni, ma persino quanto rimane delle foreste ancestrali e che potrebbe rappresentare una riserva di energia fondamentale per le generazioni umane a venire; che seppellire in grandi buche scavate nel terreno o disperdere in ambiente, dopo averli bruciati in giganteschi forni, gli stessi manufatti che rappresentano il prodotto di questo enorme consumo di energia-materia è un comportamento irrazionale e irresponsabile; che stiamo letteralmente giocando con il fuoco.
[…]
Cercheremo infine di dimostrare come, se gli effetti dannosi di un simile caos molecolare sono già pesanti sulle cellule somatiche e quindi sugli organismi adulti, a destare maggiore allarme sono il bioaccumulo progressivo di tali molecole nelle catene alimentari e nei tessuti umani; l’ormai documentata alterazione degli assetti epigenetici (programmatici dell’espressione genica di tessuti e organi fondamentali nell’ambito della relazione organismo-ambiente, quali sono i sistemi neuro-endocrino e immunitario) nei gameti e nello stesso prodotto del concepimento; il possibile trasferimento trans-generazionale di tali assetti epigenetici “difensivo-reattivi” che potrebbe interferire non solo con i processi di sviluppo dei singoli organismi, ma addirittura sui processi evolutivi di intere specie.
Materiali post-utilizzo e rifiuti
È evidente che si può affrontare la tematica dello “smaltimento dei rifiuti” sulla base di vari criteri e in funzione: degli effetti che le varie opzioni e strategie potrebbero avere sul bilancio energetico e sul bilancio economico locale/nazionale; della compatibilità delle varie opzioni e strategie con le attuali normative nazionali e comunitarie; della accettabilità delle soluzioni proposte per le popolazioni direttamente interessate; della compatibilità delle varie opzioni e strategie con una visione ed un progetto concreto di sviluppo sostenibile/sostenibilità dello sviluppo/decrescita; dell’impatto ambientale e sanitario delle varie opzioni e strategie.
Pur riconoscendo l’importanza di tutte queste tematiche e problematiche (che approfondiremo in singoli capitoli della presente monografia) è importante sottolineare che, essendo ISDE un’associazione di medici, operatori sanitari, biologi, chimici impegnata su tematiche ambientali e sanitarie, nella nostra valutazione daremo un peso maggiore a tali problematiche.
I problemi dell’impatto ambientale e sanitario delle varie strategie di gestione dei rifiuti possono essere affrontati tanto sul piano delle ricadute immediate, quanto in riferimento ai possibili effetti di medio/lungo termine. Dovrebbe essere, a nostro parere, ormai evidente come in ambito biologico, se si vuol giungere ad una valutazione scientificamente corretta dell’impatto ambientale e sanitario di qualsiasi modello/sistema di produzione-trasformazione-distribuzione-utilizzo delle risorse energetiche e materiali, non si possa prescindere dall’utilizzo di coordinate di lungo periodo. Discorso che vale, del resto, per qualsiasi valutazione di sostenibilità.
[…]
È importante sottolineare fin d’ora come la quarta R sia quella di gran lunga più contestata: sia in ragione della inevitabilmente bassa resa (e quindi degli alti costi) della riconversione energetica per combustione dei materiali, sia, soprattutto, per le ricadute ambientali e sanitarie legati a tutti i processi di combustione (ricadute particolarmente rilevanti nel caso degli inceneritori di rifiuti, in ragione dell’eterogeneità dei materiali bruciati, che è causa di reazioni chimico-fisiche in larga misura ignote e della immissione in ambiente di notevoli quantità di particolato fine e ultrafine, metalli pesanti, IPA e molecole diossino-simili).
[…]Dovrebbe essere evidente già da questa breve premessa che l’unico modo corretto e utile di valutare l’accettabilità di una qualsiasi fonte di inquinamento, consiste nel mettere sui piatti della bilancia da un lato la sua necessità, cioè la sua insostituibilità con sistemi alternativi e meno impattanti; dall’altro la sua capacità di produzione di fattori inquinanti e di molecole potenzialmente biocide.
È a partire da semplici analisi sui vantaggi economici, sociali, energetici, ambientali e sanitari di una corretta filiera di produzione e trattamento dei materiali e sui costi e rischi immensi connessi con le attuali modalità di “smaltimento dei rifiuti” in dispositivi fortemente entropici e inquinanti, come oggettivamente sono discariche e inceneritori e cercando di riportare costantemente il discorso all’interno di quelle che dovrebbero essere le coordinate fondamentali di una corretta valutazione d’impatto, che abbiamo cercato di portare un piccolo contributo di chiarezza, di informazione, di responsabilità all’interno di un dibattito che ha rischiato, troppo spesso, anche recentemente, di trasformarsi in disputa ideologica, e che ben presto apparirà, almeno sul piano scientifico, del tutto improponibile.
Nel tentativo di comprendere e spiegare i motivi per cui un tale (insensato) dibattito sia tuttora presente e attuale, almeno in Italia, abbiamo anche cercato di guardare dietro le quinte, nel tentativo di far luce sugli intrecci economico-politico-finanziari che rischiano di condizionare pesantemente non soltanto il dibattito, ma le stesse scelte politiche: favorendo ancora una volta soluzioni che rischiano di danneggiare gravemente intere regioni; di causare ancora malattie, sofferenze e morti, facilmente evitabili; di favorire la corruzione in ambito politico e finanziario; di rafforzare circuiti criminali; di indebolire la stessa immagine dello Stato e persino di impedire a talune prestigiose agenzie e istituzioni, incaricate della tutela dell’ambiente e della salute pubblica, di svolgere con la necessaria serenità e indipendenza il proprio, importantissimo e delicatissimo, compito.
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