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28 ottobre 2009

2009/10/29 Envisat, un satellite al servizio della Terra

Sempre nell'ottica di una corretta informazione ,ci stiamo documentando , spinti da un articolo pubblicato ieri su "Uomini Liberi di Virginio Fadda e Agostino Torcello del MODA di Savona "(di cui vi consigliamo la lettura) e presi dalla nostra abitudinaria consuetudine di informarci noi prima ancora di informare e passare messaggi che possano essere smentiti,vi trasmettiamo uno stralcio di un articolo svizzero pubblicato su EUROPEAN SPACE AGENCY Envisat il satellite che ci segue da anni dallo spazio .
Forse se i dati delle nostre centraline cittadine sono diversi da quelli che arrivano da Envisat un qualche problema c'è e sicuramente non sarebbe comunque neanche stato necessario rivolgersi al satellite per capirlo.

Envisat, un satellite al servizio della Terra
Con la ratifica del protocollo di Kyoto da parte della Russia, il protocollo diventa effettivo a partire dal 16 febbraio 2005. Che cosa cambia per l’Agenzia Spaziale Europea?

Il protocollo diventa effettivo, quindi i paesi firmatari saranno vincolati al suo rispetto. Questo mette l’ESA in una posizione di responsabilità: satelliti come Envisat sono in grado di controllare molti aspetti del nostro pianeta, che vanno dalla composizione atmosferica allo stato dei ghiacci polari, alla temperatura superficiale dei mari, alla dinamica dei venti. Il controllo, naturalmente, è di tipo scientifico: sono dati che si accumulano anno dopo anno.

Envisat, infatti, pur essendo il satellite più avanzato nella storia dello spazio per l’osservazione della Terra, prosegue un lavoro iniziato ormai 13 anni fa, con il lancio di ERS1, il primo satellite ambientale europeo, seguito nel 1995 da ERS2. L’insieme dei dati ottenuti dai tre satelliti, per esempio, ha permesso di mettere in evidenza un aumento del livello medio degli oceani di circa 3 mm all’anno, mentre negli ultimi 10 anni l’aumento della temperatura media della superficie degli oceani è stata di 0,1°C. E solo qualche settimana fa abbiamo parlato della mappa globale di biossido di azoto, che mette bene in evidenza le zone di produzione e di ristagno dei gas serra.

Si tratta insomma di un metodo molto potente per controllare che i paesi dell’ONU che hanno aderito al protocollo agiscano coerentemente.


Tratto da European Space Agency ESA Notizie Locali Svizzera
I ricercatori coinvolti nello studio del clima sono convinti che le “pizze” (E’ il termine utilizzato dai ricercatori dell’ ESRIN, il centro italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), per indicare le grandi cassette rettangolari sulle quali verranno presto registrate le informazioni provenienti dallo spazio) risolveranno alcune delle questioni irrisolte relative al cambiamento del clima terrestre. Se effettivamente sarà così , secondo gli scienziati, questa missione influenzerà anche le azioni dei politici sia a livello nazionale che europeo.

Mark Doherty, a capo della Divisione Esplorazione all’ESRIN, è molto ottimista a proposito di Envisat. “Informazioni ambientali affidabili e solide dell’impatto saranno un “must” per l’economia, la politica ed infine la sicurezza nell’arco dei prossimi cinque - quindici anni. Saranno informazioni di vitale importanza. E l’Europa deve assolutamente essere in grado di detenere tali informazioni”. E’ convinto che Envisat può rivelarsi un’immensa risorsa non solo per gli scienziati ed i politici ma anche per i cittadini. Ma cosa convince ricercatori determinati come Mark Doherty che un singolo satellite sia in grado di cambiare il mondo in cui viviamo?
La semplice certezza che una corretta informazione scientifica conduca al decisionismo politico e generi un’opinione pubblica più informata. E questa convinzione si basa sulla validità dei dati.

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SARA' DA 25MW PRIMA CENTRALE ELETTRICA A OSMOSI

Prossima all’entrata in funzione la prima centrale che sfrutterà il principio chimico della differenza di salinità per la produzione di energia elettrica.
Una tra quelle più facili e vantaggiose da sfruttare, ma ancora praticamente inutilizzata, è la differenza di salinità presente alla foce dei fiumi, là dove l’acqua dolce si incontra con l’acqua marina salata. I Paesi Bassi sono all’avanguardia nello sviluppo delle nuove tecnologie in questo campo, anche grazie alle caratteristiche del loro territorio, dove sono numerosi i fiumi che sfociano in mare. Ma è un’azienda norvegese, la Statkaft, ad applicare le ultime scoperte su larga scala, attraverso la costruzione di una vera e propria centrale elettrica (…) Questo tipo di energia è detta energia a gradiente salino (o energia osmotica) e sfrutta il flusso spontaneo dell’acqua da una soluzione a concentrazione minore (acqua dolce) verso una più concentrata (acqua salata).

Tratto da ANSA.IT
ROMA - Si sta realizzando a Tofte, non molto distante da Oslo, in Norvegia, la prima centrale elettrica a osmosi da 25 MW. Sara' messa in funzione il 24 novembre che, a regime nel 2015, avra' una potenza di 25 MW. Dopo oltre 300 anni dalla scoperta dell'osmosi da parte del fisico padre Jan-Antoine Nollet e alla scoperta dei principi fisici dell'osmosi da parte del fisico olandese Van't Hoff esattamente 200 anni fa. La centrale prototipo ad osmosi e' il frutto di oltre 10 anni di ricerca della Statkraft e ha una potenza di 25 MW. Il progetto e' partito nel 1997 e ha coinvolto parecchi ricercatori di Paesi diversi. Dopo l'avvio della prima centrale - secondo EnergoClub - sono previsti una serie di test ed esperimenti finalizzati ad industrializzare la soluzione per la commercializzazione entro alcuni anni. Il funzionamento e' abbastanza semplice. Quando acqua salata e acqua dolce sono divise da una sottile membrana semi-permeabile si crea un flusso d'acqua dolce verso quella salata. In questo modo e' possibile creare una differenza di pressione tra i due contenitori divisi dalla membrana che puo' raggiungere 12 bar (differenza piezometrica di 120 m circa). Tale differenza di pressione dipende da: tipo di membrana, ampiezza delle superfici della membrana e concentrazione salina. La differenza di pressione puo' essere utilizzata per produrre energia elettrica rinnovabile e, ovviamente, disponibile liberamente in natura.
E' importante evidenziare che questa tecnologia innovativa permettera' di accedere a una parte dei 1.600-1.700 TWh all'anno disponibile in natura, pari al 50% della attuale produzione di energia elettrica dell'interna Unione Europea.
Si tenga presente che il nostro fabbisogno nazionale attuale e' poco oltre i 300 TWh. I Paesi del Nord Europa sono favoriti per quantita' di acqua dolce (la Norvegia dispone di quantita' 2-3 volte maggiori rispetto l'Italia). In compenso la salinita' dei nostri mari e' maggiore. Statkraft e' una multinazionale dell'energia con un fatturato lordo di 3,1 miliardi di euro con 3.200 persone, sedi in 20 Paesi e si distingue per aver investito ed investire nelle fonti rinnovabili che, considerando i tempi di sviluppo dei progetti e delle tecnologie energetiche (quello delle centrali osmosi sembra rapido), l'accettabilita' sociale, l'impatto sull'ambiente (e sulle ''coscienze'' che auspicano l'uso delle fonti rinnovabili), ha buoni motivi di ritenere le centrali ad osmosi preferibili rispetto ad una centrale a carbone o nucleare.

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