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17 luglio 2010

1)Riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano: fumata nera al Ministero dell'Ambiente.2)Inceneritore : lettera di medici ai medici

Tratto da Sibarinet.it
Riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano: fumata nera al Ministero dell'Ambiente.
Conferenza dei Servizi rinviata: manca la valutazione d'impatto ambientale


Roma - Si è conclusa nel primo pomeriggio di ieri la prima riunione della Conferenza dei Servizi sul progetto policombustibile di riconversione della centrale Enel di Rossano.

....... La Conferenza dei Servizi è stato sospesa ed aggiornata a data da destinarsi poiché manca la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del Ministero dell’Ambiente. Enel, che ha dichiarato la sua volontà di andare avanti, in sede di Conferenza ha illustrato un progetto leggermente diverso rispetto a quello presentato ad aprile al Comune di Rossano. I responsabili di Enel pur definendo il progetto policombustibile, poi nella loro illustrazione non hanno potuto fare a meno di dire che il progetto prevede un 95% di polverino di carbone. Ilario de Marco, parlando a nome del Presidente Scopelliti, ha ribadito che la Regione, che ha già detto di no al progetto di Saline Joniche, esprime parere negativo anche per il progetto di riconversione della centrale di Rossano, presentato dall’Enel. Le Istituzioni calabresi si sono presentate con una posizione unitaria e univoca, ferma, forte e chiara: il carbone non è compatibile con l’ambiente, con la salute dei cittadini, con il modello di sviluppo ecosostenibile del nostro territorio, basato sull’agricoltura, sul turismo, sul commercio, sulla pesca sulle piccole e medie imprese locali.

Si è trattato di un fronte compatto nel difendere le ragioni del territorio e della Calabria da ogni tentativo di colonizzazione del nostro territorio da parte di Enel....Inoltre tutti coloro i quali hanno un qualche interesse sulla riconversione della centrale di Rossano e faranno richiesta scritta saranno sentiti dal Ministero dello Sviluppo Economico secondo un calendario di audizioni che sarà comunicato con netto anticipo.Leggi l'articolo integrale

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Inceneritore : lettera di medici ai medici

...L’ inceneritore e’ una industria insalubre che nuoce alla salute, (vedi dizionario di lingua italiana ) di classe I ( la piu’ pericolosa, art. 216 RD 1265/34 DM 5.9/1994 ) che per legge non si puo’ costruire in zone agricole caratterizzate per qualita’ e tipicita’ dei prodotti ( D.lgs 228 del 18/05/2001 ).
A Torino vogliono costruire un inceneritore di ultimissima generazione come a Parma e il Politecnico ha calcolato i costi che la comunita’ paghera’ in termini di salute: migliaia di euro sulla pelle dei cittadini, soprattutto dei bambini ( si veda tariffario di malattia allegato ). Gentile Professore Alessandro, non possiamo permettere che si ripetano gli errori commessi con l’ amianto.
Porgiamo i piu’ cordiali saluti invitandoLa a leggere la lettera del Dr. Miserotti.
Mettiamo in cc alcuni medici Isde che firmarono a suo tempo la lettera inviata al British Journal of Cancer, i quali potranno esserLe di aiuto nella comprensione di questo terribile problema.
Dr. Giuseppe Miserotti, Pres. Ordine Medici Piacenza Dr. Ernesto Burgio, Comitato Tecnico Scientifico Isde Dr. Roberto Rominzi, Pres. Isde Italia Dr. Manrico Guerra, Isde Parma Prof. Paolo Crosignani, Responsabile Registro Tumori Milano Dr.ssa Patrizia Gentilini, Isde Emilia Romagna

Al Signor Sindaco,
ai colleghi medici, ai cittadini di Parma Rivolgo un caloroso appello per un’ulteriore, opportuna riflessione sul problema dell’ inceneritore che si vorrebbe costruire alla periferia della Vostra città.

In tanti mesi avete avuto l’'opportunità, pur se con impari possibilità di espressione delle proprie ragioni da parte degli oppositori al progetto, di valutare quale può essere l’ 'impatto sulla salute di questi impianti. Da parecchi anni mi occupo di ambiente e salute; posso assicurare che esiste una copiosissima letteratura sia nazionale che internazionale sui danni alla salute causati da questi impianti (tumori, malattie disormonali, disturbi dell’immunità, malattie polmonari e cardiocircolatorie ecc).

Ecco allora che per un medico, in nome della “mission” e del giuramento fatto, diventa imperativo interpretare fino in fondo il ruolo professionale di curante ma ancor prima quello di fedele interprete della prevenzione fin dove possibile. Con l'’incenerimento di rifiuti si liberano nell'’aria e conseguentemente sul suolo e nell’'acqua una massiva e pericolosa serie di sostanze chimiche inquinanti (sicuramente migliaia data l’estrema eterogeneità dei rifiuti). Voglio ricordare come qualsiasi sostanza inquinante – una volta prodotta – finisca inevitabilmente – pur se con tempi e modalità diverse – nella catena alimentare.

Se consideriamo che la pianura padana è una delle 5-6 aree più inquinate del mondo, ogni ulteriore fonte di inquinamento assume il carattere di un autentico delitto ambientale e di un vero e proprio attentato alla salute.

Non sto ad elencare cifre, dati, diagrammi, sull'’epidemiologia delle malattie da inquinanti prodotti dall’incenerimento dei rifiuti. So che altri colleghi lo hanno fatto molto bene. Così come non voglio spendere una parola di più per descrivere le alternative all’'incenerimento dei rifiuti che so esserVi state descritte con dovizia di particolari.
Voglio invece sottolineare alcuni aspetti che credo debbano essere oggetto di un approfondito dibattito presente e futuro.

L'’idea che lo sviluppo della produttività e dell'’economia non debba avere limiti cozza contro evidenze e consapevolezze già ben presenti nella carta europea “ambiente e salute” del 1989 e nella dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992 sullo sviluppo sostenibile. Quest’ ultimo concetto, ribadito ad Aalborg nel 1994 (Città sostenibili) non corrisponde come sostenuto da alcuni ad un delirio ecologista, bensì ad un preciso ed ineludibile indirizzo sul quale si è pronunciato più di un economista.
Anche Amartja Sen – Nobel per l’'economia del 1998 – recentemente ritornato in Italia per un ciclo di conferenze, ha ribadito con forza questi concetti. La vita dell’ uomo va vista in un più generale equilibrio dell’'ecosistema.

Se quell’'equilibrio si destabilizza la sua vita viene messa in grave pericolo. Battersi per un’'etica dell’'ambiente – oggi più di ieri- significa salvaguardare la propria e l’'altrui vita, sollecitare nuove e più importanti idealità di sviluppo solidale e sostenibile, rispettare le generazioni future, consentire all'’uomo l'’espressione di tutte le sue potenzialità positive sotto il profilo umano, culturale, civile politico e sociale.

L'’idea di vivere oggi, in una qualsiasi parte del mondo senza pensare a valutare le conseguenze generate dal nostro comportamento costituisce – di fatto – una palese violazione dei diritti umani e dei principi che li ispirano.

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici – in un documento condiviso con ISDE Italia – la Carta di Padova per la tutela dell’ambiente e della salute, parla di ” professione che abbraccia l’'etica della responsabilità, che supera l’'ambito individuale e si impone su scala mondiale per le ripercussioni che attengono ai nostri comportamenti che riguardano il destino delle generazioni future”.

È molto più di una sfida: è un monito severo che richiama i diversi soggetti sociali ad una assunzione collettiva di responsabilità. Alla politica, sempre più asservita ai poteri forti, e purtroppo sempre più estranea alla “polis”, occorre rivolgere un richiamo deciso. Agli amministratori degli Enti locali credo sia legittimo fare richiesta di tenere conto delle peculiarità locali di ambiente ed ecosistemi nella irrinunciabile difesa degli interessi della salute della comunità senza cedimenti inopportuni alle logiche finanziarie.

Ai cittadini occorrerà chiedere l’'assunzione di responsabilità ripensando a stili di vita più sobri e meno consumistici consentendo una virtuosa integrazione delle politiche dell’'ambiente con quelle del territorio.

Ai colleghi medici cui spetta il compito gravoso e al tempo stesso affascinante di riappropriarsi della propria missione etica e umana per tutelare l’'ambiente, l'’uomo, la collettività e le future generazioni voglio ricordare una bellissima pagina scritta da un collega e apparsa su Tempo Medico del 6 dicembre del 2001. PRECAUZIONE E RESPONSABILITÀ.

“Adottare questi due principi significa anche accettare il dovere di informare, impedire l'’occultamento di informazioni su possibili rischi, evitare che si continui a considerare la specie umana come un insieme di cavie sulle quali saggiare tutto quanto è capace di inventare il progresso tecnologico. In ultima analisi si tratta di riacquistare il diritto alla definizione dei fini. Riguarda un ambito che oltre alla sicurezza sanitaria, ambientale e alimentare, abbraccia anche il territorio della bioetica. Mi riesce difficile accettare una società sempre meno democratica in cui le scelte sfuggono ormai completamente agli individui e dove domina il principio della crescita economica a tutti i costi; si può pensare ad uno sviluppo che si attui sui principi di precauzione e di responsabilità, dando priorità alla qualità della vita e all’equità sociale , ponendo il mantenimento della salute al di sopra dell’interesse economico “.
Sono parole del Professor Lorenzo Tomatis, per 12 anni Direttore dello IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’ OMS di Lione) e per oltre 15 anni direttore di ISDE (International Society of Doctors for Environment):
esse rappresentano il commovente esempio della grandezza di un uomo vero e di uno scienziato che non si piegò mai alle ragioni di una scienza medica sempre più condizionata da interessi che l’'hanno progressivamente allontanata dalla sua più autentica vocazione:
la difesa della salute dell’'uomo.

Dottor Giuseppe Miserotti – Presidente dell’ Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Piacenza – ISDE Piacenza.
A norma dell’art. 30 del Codice di deontologia medica dichiaro di non operare in conflitto d’interessi.

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Emissioni: Francia, Germania e Gran Bretagna decidono la riduzione al 30%

Di Marco Mancini,Tratto da Ecologiae



emissioni

Qualche mese fa l’Europa disse di no, ma le tre superpotenze vanno contro i diktat dei Paesi emergenti: l’obiettivo al 2020 sarà ridurre le emissioni del 30%. Ad annunciarlo sono i rispettivi ministri dell’ambiente di Germania, Francia e Gran Bretagna i quali si sono incontrati ieri a Bruxelles ed hanno ratificato un accordo con il quale le tre locomotive d’Europa hanno deciso di correre da sole per dare il buon esempio nella lotta ai cambiamenti climatici.

L’accordo iniziale, accettato da tutti i Paesi dell’area Ue, era quello del famoso 20-20-20, il quale prevedeva che entro il 2020 le emissioni di gas ad effetto serra fossero il 20% in meno rispetto al 1990. Già su questo punto alcuni Paesi, come l’Italia, si opposero, ritenendolo troppo alto, ma nonostante le proteste, l’accordo fu ratificato ugualmente. Dopo la conferenza di Copenaghen però Francia e Germania proposero, per dare il buon esempio al mondo, ed in particolare a Cina e Stati Uniti, di aumentare questa riduzione al 30%. Ma l’Europa si oppose.

Fino a ieri, quando i due Paesi hanno trovato nel britannico Chris Huhne un alleato affidabile per annunciare al mondo che almeno queste tre nazioni perseguiranno il nuovo obiettivo, con l’appoggio dell’Europa oppure no. Si legge sui giornali che hanno dato la notizia in via ufficiale questa mattina che questa scelta è:

un reale tentativo di limitare l’aumento delle temperature nel mondo di due gradi, una scelta economica giudiziosa.

Leggi tutto l’articolo Che scelte giudiziose porta avanti invece un paese Emergente come l'ITALIA:CONTINUA A PROMUOVERE ED AMPLIARE INQUINANTI CENTRALI A CARBONE ED INCENERITORI....

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