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25 luglio 2010

1)Noalcarbone Brindisi:"IL CIGNO CHE SI STROZZA"2)I Grigioni dicono "no" al carbone 3)NO AL CARBONE PER UN'EUROPA PULITA!

Tratto d Noalcarbone Brindisi
24 luglio 2010

IL CIGNO CHE SI STROZZA

Pochi giorni fa Confindustria ha espresso la propria soddisfazione in seguito ad un’audizione presso l’UPI della Dott.ssa D’Agnano, Direttore dell’ARPA di Brindisi, avente ad oggetto le emissioni di Anidride carbonica e polveri Grassettosottili della centrale Enel di Cerano. Per il Dott. Marinò l’Enel brutto anatroccolo era divenuto un cigno.

Noi che da molto tempo abbiamo smesso di credere alle favole in particolare a quelle raccontate da Confindustria, abbiamo chiesto quindi ufficialmente all’ARPA di Brindisi copia del documento e dei dati presentati dall’ARPA alla predetta audizione.
In questi giorni abbiamo ricevuto la seguente risposta:
in seguito all’audizione di ARPA all’UPI del 28 giugno è stato prodotto dall’UPI un comunicato stampa ed a quello si può far riferimento, inoltre comunichiamo che “ Alcuna relazione è stata redatta da parte di questo DAP”.
Allora, di grazia, di cosa si compiace Confindustria se alcuna relazione ufficiale è stata prodotta?
Di quale "anatroccolo nero diventato cigno" parla il suo presidente se a Brindisi si continuano a bruciare 8 milioni di tonnellate di carbone all’anno e non vengono forniti dati dettagliati su metalli pesanti, diossine e inquinanti di ogni tipo che le società elettriche (e non) emettono?
I dati Arpa che noi abbiamo invece dicono altro e secondo noi rendono ancora più allarmante la situazione a Brindisi.
Nelle giornate del 26 gennaio e 10 febbraio 2010 i tecnici di ARPA PUGLIA effettuano prelievi dai fumi del solo gruppo 3 della centrale di Cerano, ricordiamo che i gruppi sono 4 e che quindi ragionevolmente si può pensare che le emissioni misurate sono un quarto di quelle totali.

Vien fuori che l’ENEL emette diossine e PCB con concentrazioni nei fumi inferiori ai limiti di legge ma data l’enorme portata dei camini pari a circa 2,5 milioni di metri cubi l’ora come valori assoluti superiori alle cosiddette “ soglie di rilevanza “ che fanno scattare l’obbligo per ENEL di dichiarare i quantitativi emessi nel registro PRTR italiano, cosa che a vedere i dati del registro non è stata effettuata e quindi ARPA dichiara che segnalerà all’ISPRA tale circostanza.
Enel quindi emette diossine in quantità superiori alle soglie di rilevanza e sta zitta non li denuncia .
Ma non finisce qui : le polveri totali sono emesse con concentrazione pari a 33 mg per metro cubo cosa che porta il valore assoluto di emissioni di polveri a 640 tonnellate anno per il solo gruppo 3.

Se moltiplichiamo per i quattro gruppi arriviamo alla cifra di oltre 2500 tonnellate anno.
Ma nella bozza di convenzione dell’ottobre scorso l’ENEL asserisce di essere giunta con gli investimenti fatti a 1000 tonnellate all’anno di polveri emesse.
I dati ARPA dicono invece che siamo a quasi il triplo delle mille tonnellate visto che solo il gruppo 3 ne emette 640 tonnellate.
Allora i dati veri descrivono qualcosa di diverso e molto preoccupante con valori di diossina, un potentissimo cancerogeno, ben oltre le “soglie di rilevanza “ .
Questo occorre rendere noto ai Brindisini, così come occorre aprire immediatamente il tavolo delle convenzioni con l’ENEL, che nel frattempo continua a spargere veleni sul nostro territorio, per giungere rapidamente ad una riduzione di almeno il 30 per cento del carbone bruciato a Cerano
.Comunicato stampa -No al carbone Brindisi
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Tratto da WWF Svizzera

I Grigioni dicono "no" al carbone

Von: WWF Svizzera

L’azienda elettrica grigionese Repower (ex Rätia Energie) è in procinto di investire un miliardo nella centrale a carbone di Brunsbüttel, in Germania. Un nuovo sondaggio del WWF dimostra tuttavia che oltre due terzi degli abitanti dei Grigioni con diritto di voto si oppongono alla partecipazione nella centrale a carbone. Il WWF esorta Repower ad abbandonare immediatamente il progetto.

Il fornitore di energia elettrica Repower si muove in fuorigioco: in un sondaggio telefonico rappresentativo condotto da DemoSCOPE (Adligenswil) il 68% della popolazione dei Grigioni con diritto di voto ha espresso di recente parere contrario alla partecipazione nella costruzione della centrale a carbone di Brunsbüttel, nel Nord della Germania. Solo il 16% si è dichiarato favorevole al progetto (numero degli intervistati: 503). Il sondaggio del WWF mostra una maggioranza della popolazione ampiamente rappresentata....

"Repower deve ritirarsi immediatamente dal progetto", sono le parole di Anita Mazzetta del WWF Grigioni.

"Chi ci fornisce l’energia non può assolutamente agire contro il volere espresso dai propri utenti: la popolazione dei Grigioni è contraria a un investimento nell’energia sporca proveniente dal carbone."
Secondo i risultati del sondaggio del WWF l’impegno finanziario del produttore energetico a Brunsbüttel è ingiustificato, soprattutto perché il Canton Grigioni detiene il 46% delle azioni di Repower.

Con Group E (FR) e Romande Energie (VD), ad aprile si sono già ritirate dal progetto della centrale a carbone tedesca due aziende elettriche svizzere, poiché i clienti non accettano l’energia a carbone e non è garantita la sicurezza dell’approvvigionamento. In un recente sondaggio condotto nel Canton Ticino, il 58% della popolazione ha espresso a propria volta parere negativo riguardo alla partecipazione dell’azienda elettrica regionale AET in una centrale a carbone della Germania occidentale (Lünen).

"Esistono ottime alternative al carbone, dobbiamo investire nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili", sottolinea Mazzetta.

Per le centrali a carbone le prospettive economiche sono pessime e gli effetti devastanti a livello ambientale: questo fossile rappresenta il modo più inquinante di produrre elettricità. Piombo, cadmio e polveri sottili inquinano l’ambiente e vengono sprigionate nell’atmosfera enormi quantità di CO2, un gas responsabile dei cambiamenti climatici.

Le emissioni di CO2 della centrale a carbone di Brunsbüttel sarebbero, paragonabili a quelle prodotte da tutte le auto svizzere.

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FONTE WWW.LUIGIDEMAGISTRIS

NO AL CARBONE PER UN'EUROPA PULITA!

10/07/2010 Fare delle scelte che guardano al futuro non è sempre facile. Scegliere di chiudere con il passato a volta ha dei costi. Ecco che fare dell'Europa il leader mondiale della Green Economy non è un gioco da ragazzi, ma senza dubbio, questa è l'unica direzione percorribile. Fino ad oggi l'Unione europea ha giocato un ruolo di primo piano nella promozione di uno stile di sviluppo economico sostenibile, come dimostra la strategia EU 2020 che ha come obiettivo, entro tale data, la riduzione dei gas ad effetto serra del 20%, la riduzione dei consumi energetici del 20% e il raggiungimento del 20% del nostro fabbisogno energetico mediante l'utilizzo delle energie rinnovabili. Un progetto ambizioso ma possibile, che nonostante il parziale stop di Copenaghen, rappresenta la sola via possibile di sviluppo economico dei prossimi 50 anni, e forse più. Per questo la decisione preannunciata della Commissione europea di prolungare i sussidi all'industria del carbone fino al 2013 costituisce un enorme errore nella politica energetica UE. Se questa scelta verrà confermata, Bruxelles compierà un vero e proprio autogol, non solo per la propria credibilità internazionale quale attore di sviluppo verde, ma soprattutto per le proprie ambizioni ecologiche e sostenibili.

Com'è risaputo, il carbone rappresenta forse la fonte energetica più sporca a livello di impatto ambientale. Decidere di prolungarne i sussidi,inoltre, è sbagliato anche dal punto di vista politico, in quanto legittima ulteriormente un'industria energetica che, nel 2010, non ha più senso di esistere. Innegabile la questione dei posti di lavoro in gioco, ma prolungare l'agonia di un settore produttivo che comunque ha gli anni contati, non fa altro che rallentare il processo di riconversione produttiva avviato già da anni e in notevole ritardo.

Dando l'ennesima proroga ai capitani d'azienda del settore, non si fa altro che tollerarne l'inaccettabile ritardo di ammodernamento
. Senza pensare alle tante dichiarazioni di intenti fatte al G20 di Toronto a fine Giugno nel buon nome dell'economia verde. L'Europa deve essere d'esempio ai Paesi membri che basano ancora sul carbone il proprio fabbisogno energetico.

Ad ogni modo, la decisione di prolungare i sussidi dovrà per forza passare dal Parlamento europeo, dove io, insieme ai deputati che hanno davvero a cuore il futuro dell'Europa, siamo pronti a dire NO!

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