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22 agosto 2010

1)Il visto Aia in tempi certi 2)Piano Provinciale dei Rifiuti, il comitato “Ambiente e Salute” preoccupato


Il visto Aia in tempi certi

Il decreto legislativo 128/2010 che entrerà in vigore il 26 agosto (supplemento ordinario 184 della «Gazzetta Ufficiale» 186) inserisce l'Aia (autorizzazione integrata ambientale) nel Codice ambientale, aggiungendo il titolo III-bis e abrogando il relativo Dlgs 59/2005. Il decreto introduce una procedura completamente nuova per l'ottenimento dell'Aia, che in pratica è lo strumento amministrativo attraverso cui si persegue la prevenzione integrata dell'inquinamento (Ippc). Il nuovo Codice mantiene la differenza tra impianti a rilevanza statale e regionale, ma prevede sanzioni più aspre rispetto a quelle previste dal Dlgs 59/2005 (si veda la tabella di fianco). Tutto continua a ruotare intorno alla figura del "gestore" la cui definizione, però, è assai più ampia (si veda la scheda a sinistra).
Caratteristiche
L'Aia è un'autorizzazione all'esercizio e sostituisce "a ogni effetto" le autorizzazioni di cui all'allegato IX alla parte II, Dlgs 152/2006 «secondo le modalità e gli effetti previsti dalle relative norme settoriali». Ogni singola Aia deve includere le modalità previste dal Dlgs 152/2006 per la protezione dell'ambiente e deve indicare le autorizzazioni sostituite. Una copia di ogni Aia va messa a disposizione del pubblico presso gli uffici individuati dall'autorità competente per il deposito della documentazione.
L'autorizzazione ha una durata di cinque anni (otto per gli impianti registrati Emas e sei se certificati Iso) e di dieci anni per gli impianti di allevamento intensivo di pollame o di suini con più di 40mila posti pollame; 2mila posti suini da produzione (di oltre 30 kg), o 750 posti scrofe.
Criteri e procedure
Per la concessione dell'Aia, l'autorità competente deve tenere conto dei criteri indicati nell'allegato XI al nuovo decreto e delle varie linee guida ministeriali che sono state e saranno emanate. In tale processo, però, l'autorità competente deve ora considerare anche i documenti Bref (Bat Reference Documents), cioè i documenti di riferimento elaborati dall'ufficio istituito dalla Commissione Ue a Siviglia (articolo 29-bis, comma 1). Tali documenti sono liberamente disponibili sul sito http://eippcb.jrc.es/index.html.
La procedura per l'ottenimento dell'Aia è disciplinata dagli articoli 29-ter e 29-quater del Dlgs 152/2006. Per gli impianti di competenza statale la domanda è presentata al ministero dell'ambiente (commissione istruttoria Ippc) attraverso la procedura telematica, con il formato e le modalità stabiliti con il Dm 7 febbraio 2007. Per gli impianti di competenza regionale, invece, la domanda va presentata all'ufficio o all'ente individuato dalla regione.
Entro i successivi 30 giorni l'autorità competente verifica la completezza della domanda e della documentazione allegata. In caso di incompletezza, le integrazioni dovranno essere fornite entro un termine non inferiore a ulteriori 30 giorni. In questo caso, i termini del procedimento sono interrotti fino alla presentazione di quanto richiesto. In caso di mancato deposito entro il termine, l'istanza si intende ritirata. L'impresa, però, può richiedere una proroga del termine per la presentazione delle integrazioni.
Invece, se la domanda è completa, entro 30 giorni dal ricevimento della domanda l'autorità competente comunica l'avvio del procedimento e il luogo dove depositare i documenti per la consultazione da parte del pubblico. Entro i 15 giorni successivi l'impresa (il gestore) provvede a sua cura e sue spese alla pubblicazione di un annuncio con l'indicazione dei propri estremi identificativi e del luogo dell'impianto, nonché gli uffici dove sono depositati gli atti e presso il quale il pubblico può trasmettere le proprie osservazioni (entro i 30 giorni successivi all'annuncio). La pubblicazione deve avvenire su un quotidiano provinciale o regionale (per gli impianti regionali), o nazionale (per gli impianti nazionali) e sul sito web del gestore. Successivamente viene convocata la conferenza di servizi che si deve concludere entro 90 giorni dalla pubblicazione dell'annuncio a mezzo stampa. Il procedimento si conclude entro 150 giorni dalla presentazione della domanda.
Conferenza di servizi
La conferenza mantiene natura decisoria. Nel suo svolgimento dovrà tenersi conto delle modifiche apportate dalla manovra (legge 122/2010) alla legge 241/1990. Per gli impianti di competenza statale, dovrà essere acquisito il parere dell'Ispra e per quelli di competenza regionale quello delle Arpa in ordine al monitoraggio e delle emissioni nell'ambiente.
Leggi l'articolo integrale
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Tirreno Power Vado LigureTratto da Ivg
Piano Provinciale dei Rifiuti, il comitato “Ambiente e Salute” preoccupato

Spotorno. Il Comitato “Ambiente e Salute di Spotorno-Noli” esterna le proprie preoccupazioni a proposito del Piano Provinciale dei Rifiuti che prevede la possibilità di produrre energia dalla combustione del CDR (Combustibile da Rifiuti):

“C’è forse il rischio che il CDR sia bruciato nelle centrali a carbone?

Si è letto recentemente sulla stampa che i rifiuti imperiesi arriveranno a Vado. La discarica del Boscaccio riceve così, oltre ai nostri, i rifiuti provenienti da Imperia. Quando sarà satura, potrebbe essere comodo e conveniente bruciare CDR nella vicina Centrale a carbone”.

“Il Piano Provinciale dei Rifiuti (pag.170 e 171) prevede, infatti, la possibilità di bruciare nelle Centrali a carbone il CDR. L’orientamento del Ministero dell’Ambiente è di considerare il CDR ‘materia prima’, smaltibile in centrali a carbone e cementifici per produrre energia, naturalmente con costi minori rispetto ad altri combustibili” spiegano dal Comitato.

“Alla luce di quanto sopra, temiamo fortemente che alle emissioni della combustione del carbone della situazione attuale e se ci sarà l’ampliamento di quella futura si potrebbero aggiungere diossine e metalli pesanti in quantità addirittura maggiore di quelle emesse dai pur pericolosi moderni inceneritori. A proposito di inceneritori, si esprime l’oncologa Patrizia Gentilini, Presidente dell’ISDE di Forlì, in un comunicato: ‘I Medici per l’Ambiente ricordano che distruggere materia (di qualunque tipo compreso le biomasse) tramite la combustione con il pretesto di recuperare energia, è una prassi sempre più contestata e criticata nella letteratura scientifica indipendente e che trova la propria ragion d’essere solo in assurdi incentivi economici che nulla hanno a che fare con la reale tutela dell’ambiente e della salute” aggiungono da “Ambiente e Salute di Spotorno-Noli”.

“‘Nell’estate 2005 ben 409 medici del territorio forlivese – si legge sempre nel comunicato citato dal Comitato di Spotorno-Noli – sottoscrivevano una petizione indirizzata al Direttore dell’ASL, al Sindaco e al Presidente della Provincia in cui esprimevano tutta la loro preoccupazione circa il potenziamento dell’incenerimento dei rifiuti ed auspicavano l’attuazione di pratiche di gestione dei rifiuti più rispettose dell’ambiente e della salute, pratiche già ampiamente in uso in tante parti del nostro paese e non solo. Una idonea raccolta differenziata che raggiunga la più alta percentuale possibile di materia riciclabile e destini solo una piccola parte,l’indifferenziato, alla discarica, oltre alla finalità del riutilizzo, ha quella di non intasare le discariche presenti sul territorio.

Sopratutto essa impedisce la trasformazione dei rifiuti, ‘tramite incenerimento in composti tossici che avvelenano il nostro ambiente e sono causa certa di danni sanitari e di inutili sofferenze’.

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