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25 settembre 2010

Basta favole: dopo la Favola del Carbone Pulito arriva quella del CDR Pulito. Bruciato in Centrale.........

Tratto da noalcarbone
Basta favole:

dopo la Favola del Carbone Pulito arriva quella del CDR Pulito.

Bruciato in Centrale........
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Vendola , rispondendo ad una domanda di un giornalista sul possibile uso del CDR nell’impianto di Cerano, ci fa sapere che in Puglia ormai si produce un Combustibile da Rifiuti di alta qualità e che se bruciato ad oltre 1000 C non inquina, al contrario dei rifiuti tal quali.
Noi diciamo al Presidente Vendola che non siamo d’accordo, che dopo la favola del carbone pulito non intendiamo ascoltare la favola del CDR pulito e non inquinante. Si informi il Presidente Vendola,
esiste una sterminata letteratura scientifica circa gli effetti nefasti sull’ambiente e la salute dei cittadini provocati dalla combustione dei rifiuti.
Noi chiediamo una drastica riduzione del carbone bruciato a Brindisi , subito il 30 % in meno ed una riconversione a metano entro il 2017 della centrale di Cerano, così come chiediamo la chiusura dell’Edipower un impianto vecchio ed insostenibile a poche centinaia di metri dall’abitato.
Vogliamo uscire dall’incubo del carbone ma non vogliamo assolutamente sostituire al carbone il CDR .

Perchè non si dice a chi giova bruciare il CDR a Cerano?
(E NON SOLO A CERANO.........)
Di Francesco Magno

L’intervento del Presidente Vendola alla festa di “Sviluppo e Lavoro” ha lasciato evidenti perplessità in merito alla combustione del CDR nella centrale dell’Enel Federico II ; infatti ritengo di dovermi soffermare su 3 riferimenti specifici, per i quali è bene che il Presidente e/o i suoi tecnici diano chiarimenti, quali: il riferimento al CDR-Q ( di qualità), il riferimento al principio comunitario delle 3R (Recupero, Riciclo, Riuso) ed alla “efficienza energetica” della centrale.
di Francesco Magno geologo-consulente ambientale

Tratto da noalcarbone

Il potere degli inceneritori.

Di Maurizio Portaluri
Mentre leggo le esternazioni del Presidente della Regione Puglia sulla innocuità del CDR bruciato negli inceneritori e quindi di quello che si brucerà nella centrale di Cerano, un medico oncologo di Forlì, membro dell'ISDE, la Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente, richiama l'attenzione dei suoi lettori, e quindi anche nostra, su un studio epidemiologico di recente pubblicato (Occup Environ Med 2010; 67, 493-499), condotto in Francia e riguardante l’insorgenza di malformazioni al tratto urinario in bambini nati da madri esposte prima del concepimento o nelle primissime fasi della gravidanza ad emissioni di impianti di incenerimento di rifiuti.
“Lo studio – dice la Gentilini - ha identificato 304 casi di malformazioni di questo tipo diagnosticate nel periodo 2001- 2003 nel sud est della Francia ove sono attivi 21 inceneritori ed ha evidenziato, entro 10 km dalla fonte ed in base all’esposizione a diossine calcolata su un modello di ricaduta, un rischio di insorgenza di malformazioni variabile da tre a quasi sei volte l’atteso.“....
Comunque, sempre dallo studio di Coriano si documenta, nel livello di esposizione submassimale e nelle sole donne, un aumento di ricoveri per: malattie renali (oltre il 200% ) infarto, infezioni respiratorie, scompenso cardiaco ed un aumento di morte per tumori (stomaco, colon retto, polmone, sarcomi, linfoma di Hodgkin, vescica, cervello, leucemie) e, complessivamente, nell'intera area esaminata si sono contati ben 116 decessi oltre l'atteso fra le donne nei 13 anni presi in esame e nel raggio di soli 3.5 km.
Tutto ciò non deve stupire se si pensa che nelle emissioni di questi impianti, nonostante l’utilizzo di tecnologie adeguate, sono comunque presenti inquinanti di ogni specie (dal particolato, ai metalli pesanti, alle diossine): i veleni rimangono tali anche alzando i camini o aumentando la velocità di espulsione dei fumi.

E di veleni ne abbiamo già troppi!

“Tuttavia – ricorda l'oncologa romagnola - ancor più interessante dello studio stesso, è l’editoriale che compare nella rivista in cui questo è stato pubblicato ed in cui
il Prof David Kriebel dell’Università del Massachuset afferma ciò che ormai da anni in tanti andiamo dicendo e cioè che questi impianti, oltre che immettere fumi in atmosfera, producono ceneri tossiche che da qualche parte vanno collocate, contribuiscono al riscaldamento globale e, soprattutto, ostacolano il diffondersi di pratiche molto più virtuose quali la riduzione, il recupero/riciclo perché “una volta che questi impianti costosissimi sono stati costruiti , i gestori vogliono avere garantita una sorgente continua di rifiuti per alimentarli”.

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