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Calabria, mare e carbone
L'impianto a carbone nel feudo dei padrini
promette lavoro, ma 'danneggia l'ambiente'
Una tipica storia di queste coste. Un ecomostro costruito da un'imprenditoria predatoria con spese enormi e infiltrazioni criminali, rimasto in funzione per soli due giorni. Al suo posto, adesso, si vuol costruire una centrale a carbone "pulito". Il meccanismo è lo stesso, la 'ndrangheta si fa sentire. Saline Ioniche si divide: accettare soldi e lavoro o difendere ambiente e autonomia?
di GIOVANNI TIZIAN
Sulle macerie dell'ex Liquichimica dovrebbe nascere una centrale a carbone da 1.320 megawatt. Carbone pulito....., tranquillizzano dalla Sei, la società italo-svizzera che dovrebbe realizzare l'investimento. ........ Ma le cifre indicate dai manager svizzeri non corrispondono alle valutazioni di impatto ambientale del ministero dell'Ambiente
Sulla gestione delle centrali energetiche campane è stata avviata un'istruttoria da parte dell'Antitrust che indaga su una possibile distorsione del mercato dovuta a un'intesa tra le società Egl, Calenia, Repower, Set spa e Tirreno Power. Secondo l'organo di vigilanza avrebbero creato una sorta di cartello per vendere energia a Terna, il principale proprietario della rete di trasmissione dell'energia elettrica. La centrale di Saline avrà un costo di oltre 1 miliardo di euro e, secondo i dirigenti dell'azienda, avrà ricadute sul territorio calabrese stimabili in 1 miliardo e 200 milioni di euro. Un'opera che coinvolgerà 1.500 addetti per la sua costruzione, oltre a diverse aziende locali che forniranno supporto per diverse attività e consulenza. E una volta realizzato, l'impianto impiegherà 300 persone. Almeno queste sono le cifre indicate dai manager svizzeri.
Numeri che non corrispondono a quelli del decreto Via, la valutazione impatto ambientale del ministero dell'Ambiente, con cui si autorizza la realizzazione della centrale. Gli stessi dirigenti di Sei parlano di un'occupazione a regime di 140 unità. Promesse di lavoro, che ruotano attorno a un investimento economico imponente. Che potrebbero risvegliare appetiti clientelari e mafiosi.
Autorizzazioni ministeriali contraddittorie La commissione Via del ministero dell'Ambiente si è espressa nel 2010, un decreto tenuto segreto che "Re le Inchieste" ha potuto sfogliare. E' prassi pubblicarli sul sito ministeriale.... Per Saline la Via è invece positiva. La società elvetica sostiene, nella domanda presentata alla Commissione ambientale, che la centrale "potrebbe diventare occasione di valorizzazione e motore di sviluppo, anche in chiave paesistico-ambientale e turistica". Gli esperti del Ministero, pur dando il via libera al progetto, non condividono l'ipotesi della centrale come motore di sviluppo turistico.
. Ma perché tenere nascosto quel parere? Di certo è in antitesi a quello espresso dal Ministero di Beni culturali, secondo cui la centrale non si può costruire perché sorgerebbe su un'area ricca di reperti dell'età ellenica.
27 marzo 2012
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