Tratto da Arpat Toscana
Lo scenario ambientale dei prossimi quarant’anni per l’OCSE
I cambiamenti climatici, la biodiversità, le risorse
idriche e gli impatti dell'inquinamento sulla salute erano i quattro
settori strategici monitorati nel report OCSE 2008 “Prospettive
ambientali all’orizzonte del 2030”.
Gli stessi vengono riproposti oggi nell’ultimo report “Prospettive ambientali dell'OCSE all'orizzonte del 2050” per ribadire con fermezza la necessità di ricorrere a politiche verdi se non si vuole compromettere definitivamente lo sviluppo dell’umanità.
Gli stessi vengono riproposti oggi nell’ultimo report “Prospettive ambientali dell'OCSE all'orizzonte del 2050” per ribadire con fermezza la necessità di ricorrere a politiche verdi se non si vuole compromettere definitivamente lo sviluppo dell’umanità.
Lo studio, basato su modelli previsionali elaborati dall’Agenzia di Valutazione Ambientale dei Paesi Bassi,
costruisce uno scenario mondiale molto preoccupante per i prossimi
quarant’anni in assenza di politiche verdi, ma illustra anche le
politiche che potrebbero volgere in positivo tale scenario
Si prevede che nel 2050 la popolazione del pianeta supererà i 9 miliardi, e che quasi il 70% risiederà in agglomerati urbani con evidenti ripercussioni sulla gestione dei rifiuti e dei trasporti, senza contare l’aumento dell’inquinamento atmosferico.
Si prevede inoltre che l’economia mondiale sarà quadruplicata, con un uso dell’80% di energia in più rispetto ad oggi e che, in assenza di politiche più efficaci , la quota di energia fossile richiesta sarà ancora altissima. Un tale esplosione demografica comporterà, infine, anche un aumento dei terreni a destinazione agricola.
Secondo l’OCSE, l’assenza di nuove politiche associata alla continuità delle tendenze socioeconomiche attuali porterà:
1. ad un cambiamento climatico che potrebbe accentuarsi e diventare irreversibile;
2. ad una continua diminuzione della biodiversità, in particolare in Asia, Europa e Sud Africa;
3. ad
una costante diminuzione della disponibilità di acqua dolce, con 2.3
miliardi di abitanti in più rispetto ad oggi (complessivamente oltre il
40% della popolazione mondiale) che dovrebbe vivere nelle zone dei
bacini fluviali colpiti da gravi problemi di stress idrico, in
particolare nel Nord e nel Sud dell'Africa e nel Sud e Centro dell'Asia;
4. ad
un aumento dell’inquinamento atmosferico tale da diventare la
principale causa ambientale di mortalità prematura a livello mondiale.
Quali politiche potrebbero modificare le prospettive indicate dallo scenario di riferimento?
Poichè
le diverse questioni ambientali sono strettamente collegate, l’OCSE
propone un mix di politiche che dovrebbero essere intraprese a livello
mondiale:
1. Far sì che l'inquinare sia più costoso rispetto alle alternative più compatibili con l'ambiente;
2. attribuire un valore e un prezzo al capitale naturale e ai servizi ecosistemici;
3. sopprimere i sussidi dannosi per l'ambiente;
4. formulare regolamentazioni e norme efficaci;
5. incoraggiare l'innovazione verde.
Per
l’OCSE, poiché non tutte le soluzioni proposte saranno a basto costo, e
molti problemi ambientali sono globali o riconducibili agli effetti
transfrontalieri della globalizzazione, la cooperazione internazionale
sarà l’unica via d’uscita per assicurare un'equa condivisione dei costi
dell'azione.
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