Non ci sono compromessi da fare fra vita e produzione: la vita è tutelata costituzionalmente in modo assoluto, incomprimibile e prioritario.
Non è soggetta a mercanteggiamenti o a soluzioni transitorie.
CONSIGLIAMO A TUTTI UN'ATTENTA LETTURA DELL'ARTIOLO SOTTOSTANTE...........
Tratto da Peacelink
AIA: il Comune di Taranto agisca come il Comune di Statte e richieda nuove e migliori tecnologie per l'Ilva
La Procura ha ampiamente documentato con l'apposita perizia che l'area a caldo dell'Ilva non adotta tecnologie migliori elencate nelle Bref. Se la Commissione AIA omette di considerare questo dato tecnico sarebbe gravissimo e vi sarebbero tutti i presupposti per invalidare l'AIA
28 settembre 2012 - Alessandro Marescotti (Presidente di Peacelink)
Una cosa è autorizzare un'acciaieria nel deserto e una'ltra è
autorizzare la più grande acciaieria d'Europa accanto al quartiere
Tamburi che presenta eccessi di mortalità e di ricoveri per le emissioni
industriali.
Una cosa è autorizzare un'industria dotata delle migliori tecnologie e un'altra è autorizzare impianti posti sotto sequestro per ordine della magistratura.
E' pertanto molto delicato il ruolo che il Ministro Clini si trova a svolgere.
........Avevamo sollecitato la Commissione AIA e il Ministro - assieme ad altre associazioni - ad attenersi all'articolo 8 del decreto legislativo 59 del 2005 (che prevede l'adozione di misure supplementari più rigorose e le migliori tecnologie). Non ci è dato sapere se tutte queste nostre sollecitazioni abbiano fatto breccia nella commissione AIA oppure no. Questo è il livello di tasparenza che il Ministro Clini vanta.Non ci sono state date infatti garanzie che sia assicurata una "messa a norma" dell'area a caldo dell'Ilva secondo gli standard europei più rigorosi. Viste le imbarazzate dichiarazioni del Ministro su questo punto (che ha parlato solo di "prescrizioni raggiungibili dagli impianti"), temiamo che si vada verso una "soluzione all'italiana".
Lanciamo pertanto un appello a tutti gli attori coinvolti nell'AIA, da quelli tecnici a quelli politici.Fate attenzione: questa autorizzazione non riguarda solo le tecnologie ma le vite umane.
Non ci sono compromessi da fare fra vita e produzione: la vita è tutelata costituzionalmente in modo assoluto, incomprimibile e prioritario. Non è soggetta a mercanteggiamenti o a soluzioni transitorie.
La proprietà privata è invece vincolata alla sua funzione di "utilità sociale" (art.42 della Costituzione) e risponde a tutti gli obblighi di tutela dei diritti umani, primo fra tutti la tutela del diritto alla vita.
In discussione non ci sono solo pertanto degli impianti ma il destino di bambini, donne, anziani, soggetti fragili e tanti cittadini che respirano i fumi di quegli impianti che la magistratura ritiene incompatibili con la salute.Autorizzare - anche solo in forma transitoria per qualche mese - ciò che è sequestrato dalla Procura sarebbe gravissimo e farebbe scattare probabilmente nuovi esposti alla Procura della Repubblica aventi come oggetto proprio l'autorizzazione AIA.
Tutto questo deve essere ben chiaro al Ministro e ai membri della commissione AIA che si assumeranno tutte le responsabilità del caso nel caso in cui approvassero un'autorizzazione non in grado di tutelare pienamente - ossia secondo il Principio di Precauzione - la salute dei cittadini, tenendo conto esplicitamente e puntualmente di quanto osservato dalla magistratura con perizie e ordinanze di grande precisione tecnico-scientifica.Il problema della corresponsabilità in scelte così delicate si pone anche per gli Enti Locali: fate attenzione a non autorizzare impianti sotto sequestro offrendo deroghe a quanto fissato dalla Magistratura.
Ecco perché chiediamo che il Comune di Taranto voti come il Comune di Stette perché l'AIA sia incardinata sull'articolo 8 del decreto legislativo 59/2005 che recita:
Una cosa è autorizzare un'industria dotata delle migliori tecnologie e un'altra è autorizzare impianti posti sotto sequestro per ordine della magistratura.
E' pertanto molto delicato il ruolo che il Ministro Clini si trova a svolgere.
........Avevamo sollecitato la Commissione AIA e il Ministro - assieme ad altre associazioni - ad attenersi all'articolo 8 del decreto legislativo 59 del 2005 (che prevede l'adozione di misure supplementari più rigorose e le migliori tecnologie). Non ci è dato sapere se tutte queste nostre sollecitazioni abbiano fatto breccia nella commissione AIA oppure no. Questo è il livello di tasparenza che il Ministro Clini vanta.Non ci sono state date infatti garanzie che sia assicurata una "messa a norma" dell'area a caldo dell'Ilva secondo gli standard europei più rigorosi. Viste le imbarazzate dichiarazioni del Ministro su questo punto (che ha parlato solo di "prescrizioni raggiungibili dagli impianti"), temiamo che si vada verso una "soluzione all'italiana".
Lanciamo pertanto un appello a tutti gli attori coinvolti nell'AIA, da quelli tecnici a quelli politici.Fate attenzione: questa autorizzazione non riguarda solo le tecnologie ma le vite umane.
Non ci sono compromessi da fare fra vita e produzione: la vita è tutelata costituzionalmente in modo assoluto, incomprimibile e prioritario. Non è soggetta a mercanteggiamenti o a soluzioni transitorie.
La proprietà privata è invece vincolata alla sua funzione di "utilità sociale" (art.42 della Costituzione) e risponde a tutti gli obblighi di tutela dei diritti umani, primo fra tutti la tutela del diritto alla vita.
In discussione non ci sono solo pertanto degli impianti ma il destino di bambini, donne, anziani, soggetti fragili e tanti cittadini che respirano i fumi di quegli impianti che la magistratura ritiene incompatibili con la salute.Autorizzare - anche solo in forma transitoria per qualche mese - ciò che è sequestrato dalla Procura sarebbe gravissimo e farebbe scattare probabilmente nuovi esposti alla Procura della Repubblica aventi come oggetto proprio l'autorizzazione AIA.
Tutto questo deve essere ben chiaro al Ministro e ai membri della commissione AIA che si assumeranno tutte le responsabilità del caso nel caso in cui approvassero un'autorizzazione non in grado di tutelare pienamente - ossia secondo il Principio di Precauzione - la salute dei cittadini, tenendo conto esplicitamente e puntualmente di quanto osservato dalla magistratura con perizie e ordinanze di grande precisione tecnico-scientifica.Il problema della corresponsabilità in scelte così delicate si pone anche per gli Enti Locali: fate attenzione a non autorizzare impianti sotto sequestro offrendo deroghe a quanto fissato dalla Magistratura.
Avvisiamo tutti che si sta giocando con beni supremi costituzionalmente garantiti e per questo motivo diventa cruciale l'osservanza scrupolosa dell'articolo 8 del decreto legislativo 59/2005.
Ecco perché chiediamo che il Comune di Taranto voti come il Comune di Stette perché l'AIA sia incardinata sull'articolo 8 del decreto legislativo 59/2005 che recita:
Art. 8. Migliori tecniche disponibili e norme di qualità ambientale
1.
Se, a seguito di una valutazione dell'autorità competente, che tenga
conto di tutte le emissioni coinvolte, risulta necessario applicare ad
impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di
quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di
assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale,
l'autorità competente può prescrivere nelle autorizzazioni integrate
ambientali misure supplementari particolari più rigorose, fatte salve le
altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di
qualità ambientale.
(Nota tecnica: tale articolo è in vigore ed è stato trasfuso nel dlgs 152/2006).
Sia chiaro: senza l'adozione delle migliori
tecnologie (indicate in questo articolo) non vi è alcuna possibilità di
rilasciare un'AIA legittima.
Riteniamo che gli impianti sotto sequestro non abbiano i requisiti per essere autorizzati alla luce dell'articolo 8 che impone le migliori tecnologie specificate dalla Procura, la quale fa esplicito riferimento alle nuove Bref (Best available techniques Reference documents).
Riteniamo che gli impianti sotto sequestro non abbiano i requisiti per essere autorizzati alla luce dell'articolo 8 che impone le migliori tecnologie specificate dalla Procura, la quale fa esplicito riferimento alle nuove Bref (Best available techniques Reference documents).
La Procura ha ampiamente documentato con l'apposita
perizia che l'area a caldo dell'Ilva non adotta tecnologie migliori
elencate nelle Bref.
Se la Commissione AIA omette di considerare questo
dato tecnico sarebbe gravissimo e vi sarebbero tutti i presupposti per
invalidare l'AIA.
Leggi l'articolo integrale su Peacelink
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