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26 settembre 2012

QUESTO SUCCEDE...... A TARANTO.

Tratto da "Il Fatto Quotidiano"

Ilva, il gip respinge il piano dell’azienda. Proclamato uno sciopero per due giorni....

Ilva, il gip respinge il piano dell’azienda. Proclamato uno sciopero per due giorni
Il piano dell’Ilva di Taranto “è inadeguato“, “non c’è spazio per proposte al ribasso” e i beni in gioco, come la salute, l’ambiente, lo stesso diritto al lavoro, “non ammettono mercanteggiamenti”. 

Il no del gip Patrizia Todisco all’Ilva è arrivato, è nero su bianco, depositato in cancelleria. Il gip si allinea al no già espresso qualche giorno fa dalla Procura. “La richiesta dell’Ilva è sconcertante” scrive il gip. “E’ inaccettabile”, secondo il giudice, il ragionamento dell’Ilva che “ha chiesto l’autorizzazione all’attività produttiva, non quantitativamente precisata, finalizzata sostanzialmente alla sostenibilità e alla realizzazione del risanamento, come se ci fosse una inesigibilità economica”....

Sotto il profilo dei sequestri è un doppio no quello del magistrato: all’istanza con cui l’Ilva aveva chiesto la possibilità di continuare a produrre, sia pure ad un passo di marcia ridotto, e al piano aziendale da 400 milioni di euro relativo agli investimenti per mettere a norma lo stabilimento e abbattere le emissioni inquinanti. 
 Primi investimenti, ha detto sempre Ferrante, in attesa di avere il quadro della nuova Autorizzazione integrata ambientale e quindi programmare altri investimenti e ulteriori spese.
Da qui partirà la reazione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini: “Chiederemo subito il rispetto dell’Aia”. “In base alla legge italiana in applicazione della direttiva europea – ha aggiunto Clini – il ministro dell’Ambiente è l’autorità competente per l’AIA, che rappresenta il documento di autorizzazione all’esercizio degli impianti industriali nel rispetto delle norme per la tutela dell’ambiente e la salute”.  
L’Aia, ha aggiunto, “avrà le prescrizioni puntuali per l’adeguamento degli impianti di Taranto agli standard stabiliti dalla commissione Ue e che dovranno essere rispettati a partire del 2016 ma che noi chiederemo all’Ilva di applicare da subito”........
I sindacati, nel frattempo, hanno indetto due giorni di sciopero......

Il giudice: “Il piano dell’Ilva misure già annunciate e mai realizzate”.
Tutto già deciso 8 anni fa, ma mai realizzato. E’ uno dei punti sui quali si basa il no del gip di Taranto. “Non può non rilevarsi con grande amarezza – scrive – come tutti gli interventi proposti da Ilva nell’attuale istanza siano esattamente quelli facenti parte di due atti di intesa adottati tra l’Ilva, la Regione Puglia, il Comune di Taranto, il Comune di Statte e organizzazioni sindacali l’8 gennaio 2003 e il 27 febbraio 2004, e molti di essi dovevano già essere realizzati da diversi anni. In conclusione la proposta tecnica dell’Ilva appare inserirsi più che altro nello stesso solco dei famosi atti di intesa rimasti sulla carta e comunque assolutamente insufficiente”.
.....Appare curioso come l’Ilva proponga un intervento su delle batterie già oggetto di sequestro” negli anni precedenti “e per le quali proprio a seguito di tale sequestro gli adeguamenti dovevano già essere realizzati da diversi anni”.

“Non si può certamente parlare di inesigibilità tecnica o economica quando sono in gioco la tutela di beni fondamentali quali la salute e la vita delle persone e la salubrità dell’ambiente – rileva – Appare a dir poco sconcertante” la richiesta dell’Ilva di continuare a produrre “prescindendo da qualsiasi considerazione in merito alla perpetuazione che sarebbe implicata dal provvedimento di accoglimento, di situazioni lesive e pericolose per la salute degli abitanti di Taranto e dei lavoratori dell’Ilva”.
“Non può essere autorizzato alcun uso a fini produttivi” spiega, insomma, il magistrato. ....

Il giudice Todisco ha ritenuto pienamente condivisibili le motivazioni che hanno portato la procura di Taranto e i custodi tencici Barbara Valenza, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento a formulare un parere negativo nel quale è stata anche raccontata la beffa dei protocolli dìintesa stipulati dall’azienda nel passato
Gli interventi annunciati e coperti dai 400 milioni di euro, sarebbero infatti impegni che l’Ilva ha assunto negli atti stipulati con le amministrazioni locali tra il 2003 e il 2006 e che, di fatto, non avrebbe mai rispettato. Non solo. Il gip ha riportato integramente il parere della procura che scrive: 
“Evidentemente la colossale presa in giro degli atti di intesa era un sistema ben rodato”. Un sistema quindi che non può non aver avuto nelle istituzioni una sorta di complicità: qualcuno, infatti, avrebbe dovuto controllare che quegli impegni fossero portati a termine e, invece, non l’ha fatto”.
Il giudice Todisco ha poi precisato che non vi può essere alcuna contrapposizione tra diritto alla salute e diritto al lavoro poiché quest’ultimo già presuppone che il lavoro rispetti “i diritti fondamentali della persona: salute, sicurezza, libertà e dignità umana”.

 ....Questo secondo il gip è ciò che l’Ilva deve fare per “riprendere l’attività produttiva presso lo stabilimento di Taranto”, ma solo dopo “l’effetivo ripristino della legalità violata” e in “condizioni di assoluta sicurezza per la salute della popolazione locale dei lavoratori e dell’ambiente”.


  Per il giudice Todisco “non vi è spazio per proposte al ribasso” poiché “i beni in gioco” intesi come salute, vita, ambiente e lavoro dignitoso “non ammettono mercanteggiamenti” e l’azienda “non può porre alcuna condizione”.

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