Roma, 5
dicembre 2012
Comunicato stampa
“Da Saline Joniche a
Doha la stessa sfida e una sola voce: No al carbone!
In questi giorni in cui le principali associazioni
ambientaliste, Greenpeace, Legambiente,
LIPU e WWF, insieme con il Coordinamento Area Grecanica No al Carbone,
stanno spingendo i governi riuniti a Doha
per il vertice internazionale sul Clima ad aumentare gli sforzi affinché decarbonizzino le proprie economie e
scongiurino gli effetti più disastrosi dei cambiamenti climatici.
Anche a Reggio Calabria oggi le stesse
associazioni, nell’ambito del Convegno
Nazionale “Da Saline Joniche a Doha: la stessa sfida”, ribadiscono a una
sola voce il proprio no alla centrale a carbone che dovrebbe sorgere a Saline
Joniche e che, se costruita, vanificherebbe gli sforzi che l’Italia e l’Europa
stanno tentando di fare (e far fare) per facilitare questa transizione.
Il caso di Saline Joniche è emblematico della
contraddizione italiana riguardo la lotta ai cambiamenti climatici: mentre in sede internazionale il
nostro paese, assieme all’Europa, vuole imporre la propria leadership per
guidare una seria decarbonizzazione dell’economia mondiale, in casa non è
altrettanto severa e autorizza la costruzione di centrali carbone (Saline
Joniche in primis, ma anche Porto Tolle, Vado Ligure, Fiume Santo e,
probabilmente, anche Sulcis), calpestando, come se non bastasse, il volere della regione Calabria.
Di fronte a
questo atteggiamento ci si ci chiede quale sia il vero governo italiano quando si discute di questi temi. Quello che
chiacchiera fuori casa spendendosi nella lotta ai cambiamenti climatici o quello
casalingo, sporco di carbone, che invece autorizza la costruzione di centrali
super-inquinanti che, se realizzate, aumenterebbero
le emissioni CO2 di oltre 25 milioni di tonnellate all’anno.
Inoltre, ci si domanda quali siano gli orizzonti energetici del nostro paese in
un momento cruciale come questo, in cui si sta discutendo una Strategia Energetica Nazionale che
sembra voler puntare ancora sulle vecchie fonti fossili.
Una
contraddizione simile caratterizza anche la Svizzera, che proprio ieri, a Doha, nell’ambito del vertice
ONU sul Clima, ha dichiarato, per bocca del segretario di Stato e direttore
dell'Ufficio federale dell'Ambiente svizzero, Bruno Oberle, il proprio impegno
per la fase 2 del Protocollo di Kyoto ma, contemporaneamente, non vede (o fa
finta di non vedere) che fuori dai propri confini società svizzere come la SEI-Power ‘esportano’ i progetti di centrali a
carbone banditi in patria in città come appunto Saline Joniche.
Si ragionerà di questi temi oggi a partire dalle 17 presso il
Consiglio Regionale della Calabria. Parteciperanno:
-
Nuccio
Barillà, Segreteria Nazionale Legambiente
-
Vittorio
Cogliati Dezza, Presidente Nazionale Legambiente
-
Gaetano
Benedetto, Direttore Politiche Ambientali WWF Italia
-
Alessandro
Giannì, Direttore Campagne Greenpeace Italia
-
Danilo
Selvaggi, Direttore Generale LIPU
-
Panolo
Catanoso, Coordinamento Associazioni Area Grecanica “No al Carbone”
-
Cristina
Ciccone, Segretaria Regionale Slow Food
-
Ugo
Sergi, Coordinamento Produttori Agricoli Area Grecanica
-
Mariano
Fortebuono, Provincia di Reggio Calabria
Roma, 5 dicembre 2012
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