Tratto da Tuttogreen
Sierra Club: The Cost of Coal documenta i costi del carbone nell’America più svantaggiata
‘Dig, Burn, Dump’, ovvero, ‘scavare, bruciare, abbandonare’: è questo il triste destino che ha scandito e continua a scandire la vita di alcune delle popolazioni più povere d’America......
Dove alcune comunità pagano giorno dopo giorno l’alto costo del carbone nell’indifferenza di una società che dal carbone ha tratto la sua fortuna (e sfortuna), chiudendo gli occhi di fronte alle nefaste conseguenze che la logica del ‘profitto ad ogni costo’ ha comportato negli anni.
E’ questa l’America che il Sierra Club – una delle più grandi ed antiche organizzazioni ambientaliste americane - intende documentare attraverso il progetto ‘The cost of Coal’ : un viaggio narrato attraverso le voci dei protagonisti, di chi la tragedia l’ha vissuta e continua a viverla, attraverso luoghi che sembrano dimenticati da Dio, nel West Virginia, nel Michigan, nel Nevada.
Qui l’industria del carbone non ha risparmiato nulla e nessuno: colline e montagne sventrate, corsi d’acqua sepolti, ettari ed ettari di boschi distrutti, città e villaggi cancellati dalle carte geografiche, popolazioni decimate da varie malattie dell’apparato respiratorio e dal cancro, da problemi cardiaci e attacchi d’asma.
Tutte queste causate dalle ceneri di carbone presenti nell’aria. Dense nubi cariche di sostanze tossiche come mercurio, arsenico e selenio. Ed è solo una piccola parte dell’immenso tributo che queste comunità hanno versato in onore del ‘Dio Carbone’.
Vagando in questi luoghi per più di un mese la foto-reporter Ami Vitale ha catturato scatti di vita per strada, nei parcheggi, nei campi e nei giardini; istantanee rubate a chi conduce un’esistenza a metà tra l’essere ‘sommersi’ dalla tragedia e l’essere ‘sopravvissuti’ alla tragedia, sospesi in un limbo dove si consuma il dolore di chi è costretto a subire sulla propria pelle i danni provocati dal carbone lungo tutto il suo ciclo di vita: dall’estrazione a quando viene bruciato, fino all’abbandono dei residui industriali inutili ma letali per l’uomo.....
‘Dig, Burn, Dump’, appunto.
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