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ILVA
OPERAZIONE A CUORE APERTO
Dopo una giornata di drammatiche riunioni a palazzo Chigi si va verso il commissariamento del gruppo Riva. Potrebbe toccare ancora una volta a Enrico Bondi prendere le redini. Ma ci sono dei nodi legislativi che il governo non è riuscito a sciogliere (di F.Bini)
Per la prima volta l’ombrello di intervento del governo potrebbe non coprire più soltanto lo stabilimento siderurgico di Taranto, né anche le altre sedi del gruppo. Se di amministrazione straordinaria dovesse trattarsi, ad essere commissariata potrebbe essere la società controllante, la Riva Fire, destinataria della maggior parte dei sequestri disposti dai magistrati tarantini. E il nome che circola per prendere in mano la capogruppo dell'impero dei Riva potrebbe essere quello dell’ “uomo per tutte le stagioni”. Uno che l’Ilva, già da qualche settimana, la conosce bene: Enrico Bondi.
È una strada tortuosa, ma non impercorribile, quella che porterebbe al commissariamento della Riva Fire. Che passa, innanzitutto, per un intervento legislativo non sulla Salva Ilva – che a questo punto verrebbe letteralmente scavalcata, se non ignorata - ma sulla legge Marzano sull’amministrazione straordinaria......
Di certo, paradossalmente, malgrado gli appelli lanciati nel corso della giornata da sindacati e politici, la soluzione della crisi non passa per una mera applicazione della legge 231/2012. La Salva Ilva, così com’è, non serve più. Lo sa Letta, lo sanno i suoi ministri e lo sa l’azienda.
........La novità, da otto mesi ad oggi, è che a differenza di allora il
governo punta solo e soltanto alla continuità produttiva dello
stabilimento, e al contestuale risanamento degli impianti, ad ogni
condizione. Anche, le premesse lasciano intendere, separando per la
prima volta dal 1995 ad oggi il destino del grande polo siderurgico da
quello della famiglia Riva. Al primo ci penserà il governo, al secondo i
magistrati.
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