Come madri non vogliamo che i nostri figli perdano ANNI DI VITA, la stessa vita che noi gli abbiamo donato, per produrre energia elettrica e profitti enormi per le aziende.
E’ stato pubblicato in aprile un importante studio condotto in Germania dall‘Institute for Energy Economics and the Rational Use of Energy (IER) dell’Università di Stuttgart in cui viene effettuata una stima dei rischi per la salute causati dalle emissioni di inquinanti da parte delle centrali a carbone in Europa.
Lo studio è stato condotto sulla base dei dati forniti da GREENPEACE (Myllyvirta 2013) e sono state prese in considerazione le polveri sottili (PM10, PM2.5) e gli inquinanti gassosi
SO2, NOx e COVNM. Il metodo utilizzato per stimare i rischi per la
salute è stato sviluppato da IER in collaborazione con altri partner
europei nel corso di una serie di progetti (progetti ExternE), finanziati dall’Unione Europea (Commissione Europea 2005), (Friedrich e Preiss 2012).
Sono state considerate centrali a carbone
sia in funzionamento che in progettazione o in fase di costruzione e,
per ognuna di esse è stata calcolata ed espressa come ‘anni di vita persi’ (YOLL) la riduzione dell’aspettativa di vita nella popolazione. Sono state calcolate anche le ‘giornate lavorative perse’ (WLD) a causa di morbilità causata da queste emissioni.
Per i 311 impianti in esercizio, i dati relativi al 2010 sono stati ricavati da Greenpeace dal database dell’Agenzia europea dell’ambiente (http://prtr.ec.europa.eu).
Inoltre, Greenpeace ha stimato i dati sulle emissioni di 111 siti in
Europa, dove le centrali sono in costruzione, approvate, in attesa di
approvazione o si erano connesse alla rete nel 2012 o successivamente.
Le seguenti tabelle mostrano una stima
quantitativa di questi danni riguardo alla ridotta aspettativa della
durata di vita causata dalle emissioni di inquinanti atmosferici
(principalmente SO2, NOx e polveri sottili, cioè PM2.5 e PM10) da parte
delle centrali elettriche a carbone per 27 paesi dell’UE.
I numeri che leggiamo sono spaventosi, come terribili sono anche le conclusioni dello studio che dichiarano in modo inequivocabile che “le centrali elettriche a carbone in Europa forniscono circa il 20% della produzione annuale di elettricità, ma causano anche un notevole impatto negativo sulla salute”.
Immagine tratta da facebook del Medico Isde G.Ghirga |
Francamente ci sembra che il
grido di questi uomini di Scienza sia stato vano, in quanto
completamente inascoltato!
Come madri non vogliamo che i nostri figli
perdano ANNI DI VITA, la stessa vita che noi gli abbiamo donato, per produrre energia elettrica e profitti enormi per le aziende.
Non vogliamo che ne perdano neanche un’ora, neanche un secondo.
Per
questo motivo pretendiamo che si faccia immediatamente qualcosa per
uscire dall’era del carbone a Brindisi, cominciando a programmare
seriamente quantomeno una riconversione a gas della centrale Federico II e
a realizzare la tanto attesa chiusura dell’Edipower.
Non sono i nostri
figli a dover pagare con la vita.
Questi i valori che riguardano in particolare le centrali Federico II di Cerano e Edipower di Brindisi.
Adesso sapete quanti anni di vita persi si prevedono! Tocca a noi farsi sentire!
Qui è possibile visualizzare l’intero studio:
Leggi anche Greenpeace:le centrali a carbone Killer-silenziosi
GREENPEACE:LE CENTRALI A CARBONE KILLER SILENZIOSI
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