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02 febbraio 2014

1) Taranto – Mutazioni genetiche nel Mar Grande 2) Terra dei fuochi, il disastro è definitivo: la grande distribuzione rifiuta tutti i prodotti coltivati.

I NODI  STANNO  ARRIVANDO AL PETTINE!

Taranto – Mutazioni
genetiche nel Mar  Grande


Lido Azzurro (Taranto) – La sensazionale (e triste) scoperta è stata fatta dal Biologo Marino Dott. Vincenzo Golconti.
Lo scienziato, nel corso dell’esplorazione dei fondali del Mar Grande, ha prelevato un’asteroidea (volgarmente chiamata stella marina) dal numero abnorme di braccia, solitamente 5.
In questo caso le braccia erano ben 19, cosa del tutto anomala nell’anatomia di questa specie comune,l’Asteroidea Phylum Echinodermata.
La mutazione genetica sembrerebbe causata da una crescita esponenziale di cellule in fase G1, sotto l’influenza di composti organici eterociclici (diossine), solitamente derivati dalla lavorazione dei metalli.
Erano già noti episodi di cronaca locale in cui erano state rilevate tracce di diossina nei mitili e in alcuni derivati animali (latte, uova), ma per la prima volta ci troviamo di fronte ad una vera e propria mutazione genetica che ricorda i pesci a tre occhi presenti nel cartone animato Simpson, frequentatori del lago adiacente alla centrale nucleare.
3eyes fish
Il team del Dott. Golconti ha preferito non pronunciarsi in merito alla causa scatenante della mutazione genetica e il motivo di una così massiccia presenza di diossina nell’organismo dell’animale, ma ovviamente è appurato che un impianto siderurgico sorga a pochi passi dal luogo del ritrovamento.
Ulteriori esami sull’organismo dell’animale dal numero di braccia abnormi fornirà nuovi dettagli sul caso.
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Terra dei fuochi, il disastro è definitivo: la grande distribuzione rifiuta tutti i prodotti coltivati.

La Findus non compra più prodotti provenienti dall’entroterra Campano definito “a rischio”. La MD Discount chiede ai coltivatori di specificare che non si tratta di prodotti campani. Ai contadini della Terra dei fuochi viene chiesto di fare analisi (a spese loro) per certificare la bontà degli ortaggi e della frutta. La Coop ha condotto delle analisi e ha scoperto che non acquista prodotti contaminati. 
Ma nel frattempo il panico incontrollato ha messo in ginocchio l’agricoltura dell’area. È la seconda fase del biocidio: dopo l’avvelenamento, c’è l’azzeramento economico di un’area che un tempo era florida.

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