Un gruppo di scienziate americane e cinesi ha da poco pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Environmental pollution i
risultati di uno studio che affronta iltema dell’aria respirata dalle
donne in gravidanza e la salute della loro prole (Tang D, Li TY, Chow
JC, Kulkarni SU, Watson JG, Ho SS, Quan ZY, Qu LR, PereraF: Air pollution effects on fetal and child development: A cohort comparison in China. Environ Pollut. 2014 Feb;185:90-6.).
Lo
studio è stato condotto a Tongliang, città cinese di oltre 800.000
abitanti, dove sino al 2004 era attiva, nella stagione secca che va da
dicembre a maggio, una centrale che bruciava annualmente 24.000
tonnellate di carbone. Le emissioni derivanti dalla combustione del
carbone contengono notoriamente sostanze come le polveri (PM) o gli
idrocarburi policiclici aromatici (IPA), che sono in grado di provocare
il cancro e sono associate ad incrementi della mortalità e dei ricoveri
per malattie cardiopolmonari, oppure sostanze come il mercurio con un
potenziale effetto neurotossico.
Nel 2004, il governo
della contea di Tongliang annunciò lo spegnimento della centrale al fine
di migliorare le condizioni di salute degli abitanti, prevedendo, al
contempo, un impatto sociale ed economico trascurabile.
La notizia
dello spegnimento della centrale fu di notevole interesse per alcune
scienziate che vi videro un’opportunità unica per confrontare la qualità
dell’aria in città, alcuni biomarcatori e i dati sulle condizioni di
salute di nati prima e dopo lo spegnimento della centrale a carbone da
madri non fumatrici.
I risultati dello studio riportano
innanzitutto una rilevante riduzione del Benzo(a)pirene, un IPA la cui
cancerogenicità è ormai accertata. Le scienziate hanno osservato come a
queste riduzioni di IPA fosse associata una significativa riduzione del
numero di addotti IPA-DNA, un indicatore biologico analizzato nelle
cellule del cordone ombelicale, che indica una reazione dell’organismo
all’esposizione a queste sostanze chimiche.
L’ipotesi
delle scienziate è che il numero delle mutazioni del DNA sia correlato
alle condizioni di salute dei neonati. In particolare, il gruppo di
ricerca ha rilevato una riduzione della circonferenza della testa nei
neonati prima della chiusura della centrale e una riduzione del peso
corporeo, anche a due anni e mezzo dalla nascita, associato in modo
significativo al danno al DNA. È da cogliere con particolare attenzione
il dato sulla circonferenza della testa che, a parere delle autrici, è
spiegato dalla estrema vulnerabilità del sistema nervoso centrale, nella
sua fase di sviluppo, ai tossici chimici.
In questo e
altri studi di queste ricercatrici sono stati, infine, documentati
benefici sullo sviluppo neurologico dei neonati per la ridotta
esposizione ad inquinanti.
Nella valutazione di questo studio si deve tener conto di due importanti aspetti:
il
primo è l’obsolescenza degli impianti e le tecnologie di filtro
utilizzate. La centrale cinese, infatti, non utilizzava tecnologie di
filtro moderne (Millmann e colleghi 2008); il secondo è la grandezza
degli impianti. La centrale di Tongliang bruciava una quantità
relativamente limitata di carbone.
Anche tenendo a
mente questo sono, tuttavia, interessanti le conclusioni delle autrici,
secondo cui i risultati dello studio sono incoraggianti, giacché
dimostrano come “interventi governativi atti a rimuovere una sorgente
di combustione del carbone può avere rapidi e diretti benefici per la
salute dei bambini”.
http://www.salutepubblica.net/ricerca/162-le-emissioni-di-una-centrale-a-carbone-possono-influenzare-lo-sviluppo-e-la-crescita-di-un-feto-e-di-un-neonato.html
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01 febbraio 2014
Le emissioni di una centrale a carbone possono influenzare lo sviluppo e la crescita di un feto e di un neonato.......
Pubblicato da
"Uniti Per La Salute " Associazione ONLUS- piazza della Chiesa 6, 17047 Valleggia
alle
22:55:00
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