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28 ottobre 2014

1) Savona, Rete Fermiamo il carbone: “Con il sequestro certificato un dramma alla salute, una sconfitta per tutto il territorio". 2) La Rete Savonese Fermiamo il carbone in audizione in Sala Rossa: “Vogliamo tutelare la salute e l’ambiente”.

Tratto da La Stampa

“Il caso Tirreno Power è una sconfitta per tutti”

Ieri audizione degli ambientalisti in Comune davanti ai lavoratori

SAVONA
«Chi difende l’ambiente e la salute non è per forza un nemico dei lavoratori». Il presidente della seconda commissione consiliare, Franco Zunino, ha dato questo senso all’incontro che ieri pomeriggio ha permesso uno dei primi confronti diretti sulla vicenda della centrale Tirreno Power di Vado Ligure tra i referenti e i membri della Rete «Fermiamo il carbone» e una rappresentanza di lavoratori. 
Ad introdurre l’audizione degli ambientalisti il consigliere Api Giampiero Aschiero, prima degli interventi di Giovanni Durante, Maurizio Loschi e Gianfranco Gervino della Rete «Fermiamo il Carbone», che hanno ripercorso la vicenda giudiziaria che ha portato allo stop della centrale, il lavoro dell’associazione e ricordato una serie di dati sul numero di decessi per malattie cardiovascolari e respiratorie legati all’attività della centrale. Loschi, in particolare, ha sintetizzato l’ordinanza del giudice Fiorenza Giorgi, mentre Gervino ha ripercorso le fasi più salienti di raccolta di dati che ha portato alle denunce della Rete, documenti dell’Ordine dei medici e della Regione. 
«A questi dati si aggiungono danni all’ambiente e all’occupazione, ecco perchè tutta questa vicenda è da considerarsi come una sconfitta, per tutti». L’unica discordia emersa, con toni mai tesi, è quella relativa al posizionamento dei rilevatori. Uno dei lavoratori della Centrale ha detto di ritenere indifferente il posizionamento dei rilevatori alla base o in cima al camino. Tesi smentita da Gervino, che ha riportato la sintesi di una perizia. «Gli operai hanno capito che siamo qui per difendere l’occupazione, non col carbone ma con l’innovazione. L’azienda deve essere obbligata a investire in questa direzione. Non facciamo in modo che si ripetano i casi di Acna, Ferrania e Stoppani. 
Non è più possibile barattare la salvaguardia della salute con il lavoro», ha commentato il consigliere Aschiero a margine dell’incontro.
 Leggi su  Savona News


Savona, Rete Fermiamo il carbone in audizione su Tirreno Power: “Con il sequestro certificato un dramma alla salute, una sconfitta per tutto il territorio".

Aula gremita oggi pomeriggio per l'audizione delle associazioni ambientaliste nel corso della seconda Commissione Consiliare permanente nella Sala Rossa del Comune. A vincere il confronto tra ambientalisti e lavoratori
 "Non dobbiamo dimostrare che la combustione inquina, é scientifico - afferma Giovanni Durante della Rete Savonese - E, conosciuto l'effetto sulla salute delle persone, ci siamo sentiti sin dall’inizio in dovere di intervenire: in questi anni ci siamo sostituiti alla politica e abbiamo sostenuto costi di circa 80.000 euro tra esposti, ricorsi e ricerche scientifiche. Tutte iniziative che abbiamo fatto gratuitamente al posto delle amministrazioni pubbliche”. I rappresentanti delle associazioni aderenti alla Rete Savonese Fermiamo il carbone hanno esposto le loro “ragioni in merito alla questione della centrale Tirreno Power, contro l’uso del carbone e per contrastare i cambiamenti climatici e tutelare la salute e l’ambiente, costruendo speranza per il lavoro e le nostre comunità, con gli strumenti della democrazia e del diritto”. All'audizione erano presenti i consiglieri comunali e anche lavoratori di Tirreno Power.

.........il contrasto tra ambientalisti e lavoratori sussiste, come riflesso della contrapposizione che si è creata, nel caso tirreno Power, tra salute e ambiente. Ma nell'incontro di oggi a vincere è stato un confronto civile e aperto tra le parti.

“Se l’azienda non è in grado di stare sul mercato, non è colpa di noi ambientalisti, ma della crisi del settore energetico” continua Durante. “Il sequestro della centrale non è da attribuire ai comitati ambientalisti, la decisione è stata presa in maniera autonoma dalla Magistratura - afferma Maurizio Loschi di Medicina Democratica Savona e Rete Fermiamo il Carbone – Inoltre non esistono ambientalisti dalla pancia piena, anche io sono un disoccupato”.

I rappresentanti della Rete Savonese hanno presentato la documentazione ufficiale acquisita e tutti gli elementi necessari per valutare la situazione ambientale del territorio. “Il sequestro della centrale e il dispositivo della Procura rappresentano una sconfitta per tutti perché i contenuti della Magistratura certificano un dramma sulla nostra salute – afferma Gianfranco Gervino di Uniti per la salute – Oggi ci troviamo in una situazione in cui né la salute né il lavoro sono stati tutelati: questa è la vera sconfitta per tutto il territorio savonese. Tutti i documenti e gli avvertimenti lanciati non solo dagli ambientalisti, ma anche dall’Ordine dei Medici, dalla Magistratura, dallo studio dell’Università di Stoccarda non hanno una tendenza vessatoria nei confronti dell’azienda e dei lavoratori”.
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Oggi la  Rete Savonese Fermiamo il carbone in audizione in Sala Rossa: “Vogliamo tutelare la salute e l’ambiente”.

Savona. “Esporremo le nostre ragioni in merito alla questione della centrale Tirreno Power, contro l’uso del carbone e per contrastare i cambiamenti climatici e tutelare la salute e l’ambiente, costruendo speranza per il lavoro e le nostre comunità, con gli strumenti della democrazia e del diritto”. A dichiararlo i rappresentanti delle associazioni aderenti alla Rete Savonese Fermiamo il carbone, che oggi 28 ottobre alle 15,30 in Sala Rossa parteciperanno ad un’audizione in Commissione consiliare.
“L’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata – afferma la Rete – Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso al mondo, la più grave minaccia per la salute di tutti. Numerosissimi studi scientifici confermano che la combustione del carbone causa in modo diffuso malattie cardiache e respiratorie, cancro, ictus e minaccia addirittura i feti ai primi stadi evolutivi”.
“L’industria del carbone non sostiene i costi economici, sociali e ambientali collegati a questi impatti, che ricadono sulle comunità locali e sulla società in genere – proseguono – 140 milioni di euro di costi ‘esterni’ all’anno per una centrale come quella di Vado Ligure, secondo lo studio Externe dell’Unione Europea”.
“È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull’efficienza energetica, sul risparmio e sulle rinnovabili – è l’appello della Rete Fermiamo il carbone – 


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