Giro di vite contro il carbone in Germania, scatta il ricatto dei licenziamenti di massa
I produttori di energia da fonti tradizionali e i proprietari degli impianti più datati della Germania temono i nuovi standard per le emissioni: sono troppo rigidi.
La costruzione programmata di metà degli impianti potrebbe essere compromessa se il Paese continuasse ad andare avanti con un piano per fissare tetti severi alle emissioni dei più grandi inquinatori.Preoccupati anche i sindacati: si perderanno posti di lavoro.
LA PROPOSTA DI LEGGE - La proposta di legge imporrebbe penalità di tipo finanziario per gli impianti più obsoleti ed inefficienti (a carbone e lignite), da versare sotto forma di certificati di “emissions trading”. Naturalmente, per le associazioni delle rinnovabili e per gli ambientalisti il piano – che andrebbe a regime dal 2017 – sarebbe un passo essenziale verso gli obiettivi di taglio del 40% delle emissioni di CO2 al 2020 definiti dalla Energiewende.
INCERTEZZA E DISOCCUPAZIONE – Secondo una ricerca diffusa dagli operatori, il 53% degli investitori che ha programmato di mettere in moto impianti nell’arco dei prossimi 10 anni ha congelato il proprio coinvolgimento nei progetti a causa di questa incertezza politica......
Un portavoce della European Trades Union Confederation ha affermato che sicuramente supporterà tutti coloro che vogliono lottare perché le azioni contro i cambiamenti climatici tutelino il lavoro e le comunità.
“Vogliamo una transizione ad un’economia low carbon che sia giusta. La rivoluzione energetica deve essere trasparente e i lavoratori e le comunità non possono essere trascurati. Servono negoziazioni con i sindacati e piani di formazione perché i lavoratori possano migliorare le proprie competenze e adattarle in aziende che da high carbon diventano low carbon”, ha dichiarato Julian Scola. In particolare, l’opposizione si concentra nell’Est del Paese e comunque anche molti politici della coalizione di governo sono scettici.
L'europarlamentare Jo Leinen (SPD) ha detto al Guardian: “Se abbandoniamo questo proposito non raggiungeremo gli obiettivi. Continueremo con impianti più economici, a carbone, che non è però quanto abbiamo previsto con la energiewende.
Dobbiamo ricostituire il sistema energetico tedesco proprio sbarazzandoci del carbone”.
Dobbiamo ricostituire il sistema energetico tedesco proprio sbarazzandoci del carbone”.
Ma anche lui in realtà ammette che sarebbe difficile
offrire lavori alternativi ai dipendenti delle aziende di aree come la Sassonia.
NON CI SONO PROVE? -
Le misure proposte coinvolgerebbero di fatto solo il 10% degli impianti più inquinanti, ma online si trova una lista di strutture che dovrebbero chiudere. Le aziende del comparto chiedono alternative per raggiungere gli obiettivi, come un focus maggiore sul rinnovamento in edilizia che porti all’efficienza energetica, o sulla mobilità elettrica.
Ma gli esperti sono convinti che tutta questa preoccupazione sulle conseguenze per lavoratori sia eccessiva. Lo afferma tra gli altri il capo del think tank E3G, Sabrina Schultz: non ci sono prove che i nuovi standard sulle emissioni si traducano in perdita di posti di lavoro o rialzi del prezzo dell’energia. In più, se la Germania rinunciasse ad un piano di riduzione delle emissioni concreto, Angela Merkel e il suo Paese perderebbero credibilità nei prossimi incontri internazionali, una questione non trascurabile.
Su Greenbiz l'articolo integrale di
Anna Tita Gallo
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