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15 novembre 2017

C'e'una transizione energetica in atto: crolla il carbone, il futuro è delle rinnovabili.

Tratto da La Repubblica.it
C'e'una transizione energetica in atto, niente e nessuno la può fermare


MILANO - Le rinnovabili sono il futuro dell'energia, i cui costi diventeranno inferiori al gas naturale. Il carbone è destinato alla scomparsa per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi sul clima, La domanda di petrolio, nei prossimi anni è destinato a crescere, ma solo sulla spinta dei paesi emergenti, di cui soltanto l'India coprirà la metà delle nuova richiesta. E, per finire, la produzione di gas e petrolio estratto dalle rocce (shale&oil gas), invece di essere colpito dal calo dei prezzi, ha raggiunto il suo massimo.
Persino i "conservatori" dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (Iea) si sono dovuti arrendere. Da sempre considerata la Bibbia o il punto di riferimento per l'industria degli idrocarburi, il Rapporto annuale dell'Agenzia ha dovuto ammetterlo: c'è una transizione energetica in atto, niente e nessuno la può fermare. Un piano inclinato che porta verso un futuro elettrico, dove saranno predominante le energie verdi. Il rapporto è stato pubblicato ieri e traccia uno scenario di quanto accadrà dei prossimi 20 anni: ne emerge un quadro a dir poco rivoluzionario.

Domanda energia in calo. L'Agenzia affronta anche un tema caro ai sostenitori della decrescita "felice". La domanda di energia è in calo: o meglio, la domanda cresce molto più lentamente che nei decenni passati. Secondo l'Iea "si espanderà "soltanto" del 30 per cento da qui al 2040, con una crescita del 3,4% all'anno". In pratica - si legge nel Rapporto - è come se nei prossimi 23 anni si aggiungessero un'altra Cina e un'altra India.

O ancora: è come se ogni mese si aggiungessero i bisogni di una città grande come Shanghai. Sono numero ancora "notevoli", ma con un impatto inferiore all'ultimo decennio.

Frena il carbone. Nel decennio scorso sembrava inarrestabile: dall'anno 2000, la capacità delle centrali a carbone è salita di 900 megawatt all'anno. Ora la frenata: da qui al 2040, la crescita sarà solo di 400 megawatt e per la maggior parte di impianti già in costruzione. Prendiamo l'India: nel 2016 copriva i tre quarti del mix energetico, al 2040 scenderà alla metà. Con stime che ogni anno vengono riviste al ribasso.
Persino i "conservatori" dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (Iea) si sono dovuto arrendere. Da sempre considerata la Bibbia o il punto di riferimento per l'industria degli idrocarburi, il Rapporto annuale dell'Agenzia ha dovuto ammetterlo: c'è una transizione energetica in atto, niente e nessuno la può fermare. Un piano inclinato che porta verso un futuro elettrico, dove saranno predominante le energie verdi. Il rapporto è stato pubblicato ieri e traccia uno scenario di quanto accadrà dei prossimi 20 anni: ne emerge un quadro a dir poco rivoluzionario

Rinnovabili, il grande balzo. Lo scenario fino a un decennio fa dominato dagli idrocarburi, è completamente cambiato: Il Rapporto mette in evidenza il ruolo dell'efficienza energetica: senza i risultati ottenuti dall'innovazione tecnologica, avremmo bisogno del doppio dell'energia ora necessaria. Il gas naturale avrà il nuovo ruolo guida, ma la crescita maggiore l'avranno le rinnovabili: questo porta inevitabilmente le rinnovabili ad attrarre anche gli operatori finanziari. Alle rinnovabili andranno i due terzi di tutti i nuovi investimenti nel settore energiaal 2040.Entro questa data, le energie verdi arriveranno a coprire il 40% della domanda energetica globale, soprattutto grazie allo sviluppo dei fotovoltaico in Cina e India.
Anche l'Europa rimarrà uno dei leader del settore: "Le rinnovabili - spiega l'Agenzia - copriranno l'80% della capacità aggiuntiva e l'eolico diventerà la principale fonte di produzione subito dopo il 2030. La politica continuerà a sostenerne lo sviluppo, più che con incentivi in tariffa con il sistema dell'asta conmpetitiva. Il solare, invece, sarà "amplificato dagli investimenti nel solare da parte di proprietari di abitazioni, amministrazioni locali e comunità finanziaria".Continua a leggere  su La Repubblica.it

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