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25 settembre 2018

Infertilità da inquinamento, problema da non sottovalutare....

Tratto da Rivistanatura.com

Infertilità da inquinamento, problema da non sottovalutare


Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel suo ultimo rapporto dal titolo “Prospettive ambientali dell’OCSE all’orizzonte del 2050”, denuncia che l’inquinamento atmosferico ha un impatto negativo sulla riproduzione femminile e maschile. In particolare, molti studi epidemiologici hanno osservato che l’esposizione ad agenti chimici incidono sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi.
Un recente studio italiano, pubblicato sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology, ha utilizzato il liquido spermatico per misurare l’impatto dell’inquinamento sulla salute maschile, rivelando dati allarmanti e inequivocabili sulla vitalità e fertilità del seme maschile di chi vive in aree gravemente inquinate.
I campioni esaminati hanno dimostrato che i pazienti che abitano in aree altamente inquinate mostrano una percentuale media di frammentazione del DNA dello sperma superiore al 30%, evidenziando un chiaro danno spermatico.
 Le sostanze che impattano sulla vita
«Gli iperfluorati, presenti in una varietà di prodotti di consumo; gli ftalati, impiegati nei giocattoli per bambini; i parabeni, usati soprattutto nei profumi e nei saponi; il bisfenolo A, utilizzato per la produzione di plastiche: sono alcuni esempi dei moltissimi agenti e sostanze inquinanti che ogni giorno impattano sulla nostra vita» dichiara Daniela Galliano, Direttrice del Centro IVI di Roma – dal 1990 la prima istituzione medica in Spagna completamente specializzata nella riproduzione umana.
Senza dimenticare, inoltre, la diossina sviluppata dagli incendi di materia plastica e dai rifiuti di ogni genere abbandonati nell’ambiente e nelle nostre città.
Inoltre, studi scientifici hanno evidenziato che l’esposizione a queste sostanze nel corso della gravidanza possono provocare mutazioni epigenetiche nel feto, con trasmissione trans-generazionale delle stesse, dagli effetti irreversibili.
 Sempre meno figli
Secondo il Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita dell’Istituto superiore di Sanità, tra le coppie che si rivolgono ai centri specializzati per avere un figlio, la percentuale di infertilità maschile è del 29,3% e l’età non rappresenta l’unico fattore responsabile.
Negli uomini italiani, infatti, si riscontra che il numero dei gameti è diminuito del 50% rispetto al passato. A nuocere sulla qualità degli spermatozoi (aumentando quindi il rischio infertilità) ci sono spesso le condizioni lavorative: quelle che espongono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi. Influiscono negativamente anche gli inquinanti prodotti dal traffico urbano e il fumo di sigaretta.

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