I Paesi comunitari che ancora non hanno presentato i propri “Programmi nazionali per il controllo dell’inquinamento atmosferico” sono: Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Già lo scorso anno, Francia, Germania e Spagna sono state richiamate dalla Corte di Giustizia Europea per i ritardi sul fronte del taglio delle emissioni rispetto agli obiettivi di qualità dell’aria dell’Ue.
I “Programmi nazionali per il controllo dell’inquinamento atmosferico” dovrebbero contenere in dettaglio tutte le misure che i rispettivi governi intendono attuare per ridurre le emissioni inquinanti in settori chiave come quello dei trasporti, dell’industria e in campo agricolo.
La scadenza originaria per la presentazione dei programmi era fissata al 1 Aprile, ma solo 4 Paesi Ue sono riusciti a rispettarla. A fine mese risultano caricati sul sito della European Environment Agency i Programmi di Finlandia, Estonia, Regno Unito, Belgio, Svezia, Italia, Danimarca, Portogallo, Lettonia, Croazia, Olanda, Lussemburgo e Irlanda.
“E’ scioccante che oltre metà dei Governi Ue non abbia rispettato la scadenza su un tema così importante. Ogni giorno di ritardo nel ridurre l’inquinamento atmosferico porta sempre più persone a subirne le conseguenze sulla loro salute– ha commentato Margherita Tolotto, Responsabile delle Politiche per la qualità dell’aria presso lo European Environmental Bureau – A poche settimane dalle elezioni europee, questa situazione ci ricorda perché la supervisione dell’Ue è così importante: anche su un tema cruciale come l’inquinamento atmosferico, su cui c’è una forte pressione dell’opinione pubblica, i Governi nazionali sembrano non riuscire a proporre soluzioni”.
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