Riportiamo il post dell '08 novembre 2015
MARINA FORTI:Un caso nazionale di inquinamento e silenzi colpevoli a Vado Ligure
Tratto da l' Internazionale
L’impianto a carbone di Vado Ligure, in provincia di Savona, oggi è fermo, sotto sequestro giudiziario, ma arrivare a questo risultato è stata una storia lunga: ha coinvolto una rete di cittadini, medici, alcuni magistrati, e naturalmente amministratori locali e dirigenti d’azienda.
La centrale termoelettrica è lì da quarantacinque anni, parte nel territorio di Vado, parte in quello di Quiliano, che poi sono una sola area urbana e fanno tutt’uno con Savona. La società Tirreno Power l’ha comprata dall’Enel nel 2003, con la liberalizzazione del mercato dell’energia (poi la francese Gaz de France-Suez, ribattezzata Engie, ha comprato metà di Tirreno Power): sono due gruppi a carbone da 330 megawatt ciascuno e uno più recente a metano, da 760 megawatt.
Dalla collina che sovrasta la rada di Savona si vede bene l’impianto al centro dell’abitato, con i camini, i pennacchi di vapore e la grande macchia nera del carbonile scoperto. Accanto al muro della centrale ci sono case, giardinetti, scuole. Più giù i pontili del porto industriale; dall’altro lato la frazione Valleggia, poche centinaia di metri in linea d’aria dalle ciminiere. Il centro di Savona è pochi chilometri a est, appena al di là del torrente Quiliano: dalla fortezza del Priamàr, che chiude il vecchio porto, è impossibile non vedere le ciminiere.
Oggi la centrale termoelettrica di Vado Ligure-Quiliano è al centro di un’indagine coordinata dalla procura della repubblica presso il tribunale di Savona. Il decreto di sequestro “preventivo”, firmato nel marzo 2014 dalla giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi, parla di “ingente danno alla salute” dei cittadini, di “decessi riconducibili direttamente alla presenza della centrale”, e di “reiterate inottemperanze alle prescrizioni” da parte dell’azienda.
Tra il 2000 e il 2007, affermano gli inquirenti, non meno di 440 morti per malattie respiratorie e cardiache sono da attribuire “esclusivamente alle emissioni della centrale”. I magistrati si sono basati sulla perizia commissionata a due epidemiologi, insieme ai pareri dell’Istituto superiore di sanità e altri studi.
Se e quando ci sarà, un processo per la centrale a carbone di Vado-Quiliano farà scalpore..
Non esisteva un monitoraggio indipendente, le autorità pubbliche prendevano per buoni i dati forniti dall’azienda
I medici hanno avuto un ruolo importante in questa storia
Il dovere deontologico di intervenire e informare
‘Ci siamo resi conto che tutto ciò che veniva architettato e deciso era fatto per eludere, non per risolvere’
Un impianto “in regime di autocontrollo”
Se il ministero scrive “una porcata”.....
Il carbone di Vado approda a Parigi
Marina Forti, giornalista
07 NOV 2015
La centrale termoelettrica è lì da quarantacinque anni, parte nel territorio di Vado, parte in quello di Quiliano, che poi sono una sola area urbana e fanno tutt’uno con Savona. La società Tirreno Power l’ha comprata dall’Enel nel 2003, con la liberalizzazione del mercato dell’energia (poi la francese Gaz de France-Suez, ribattezzata Engie, ha comprato metà di Tirreno Power): sono due gruppi a carbone da 330 megawatt ciascuno e uno più recente a metano, da 760 megawatt.
Dalla collina che sovrasta la rada di Savona si vede bene l’impianto al centro dell’abitato, con i camini, i pennacchi di vapore e la grande macchia nera del carbonile scoperto. Accanto al muro della centrale ci sono case, giardinetti, scuole. Più giù i pontili del porto industriale; dall’altro lato la frazione Valleggia, poche centinaia di metri in linea d’aria dalle ciminiere. Il centro di Savona è pochi chilometri a est, appena al di là del torrente Quiliano: dalla fortezza del Priamàr, che chiude il vecchio porto, è impossibile non vedere le ciminiere.
Oggi la centrale termoelettrica di Vado Ligure-Quiliano è al centro di un’indagine coordinata dalla procura della repubblica presso il tribunale di Savona. Il decreto di sequestro “preventivo”, firmato nel marzo 2014 dalla giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi, parla di “ingente danno alla salute” dei cittadini, di “decessi riconducibili direttamente alla presenza della centrale”, e di “reiterate inottemperanze alle prescrizioni” da parte dell’azienda.
Tra il 2000 e il 2007, affermano gli inquirenti, non meno di 440 morti per malattie respiratorie e cardiache sono da attribuire “esclusivamente alle emissioni della centrale”. I magistrati si sono basati sulla perizia commissionata a due epidemiologi, insieme ai pareri dell’Istituto superiore di sanità e altri studi.
Se e quando ci sarà, un processo per la centrale a carbone di Vado-Quiliano farà scalpore..
Non esisteva un monitoraggio indipendente, le autorità pubbliche prendevano per buoni i dati forniti dall’azienda
I medici hanno avuto un ruolo importante in questa storia
Il dovere deontologico di intervenire e informare
‘Ci siamo resi conto che tutto ciò che veniva architettato e deciso era fatto per eludere, non per risolvere’
Un impianto “in regime di autocontrollo”
Se il ministero scrive “una porcata”.....
Il carbone di Vado approda a Parigi
Leggi sotto il molto circostanziato articolo integrale pubblicato su l' Internazionale
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