11000 decessi in meno in Europa per la riduzione dell’inquinamento durante il lockdown. Lo studio
Il crollo dei consumi di petrolio e carbone ha risparmiato 11mila vite legate all’inquinamento atmosferico. Lo ha stimato un nuovo studio condotto dal Center for Research on Energy and Clean Air che ha messo in relazione la qualità dell’aria e l’impatto sulla salute legato al ridotto uso di combustibili fossili durante l’epidemia da Covid-19.
Secondo la valutazione del Crea, le misure per combattere l’epidemia hanno portato in tutta Europa a riduzioni senza precedenti della combustione di carbone e petrolio e dell’inquinamento atmosferico associato.
Le restrizioni hanno portato a una riduzione di circa il 40% del livello medio di inquinamento da biossido di azoto (NO2) e del 10% del livello medio di inquinamento da particolato negli ultimi 30 giorni. In termini di vite umane, ciò si traduce in 11mila vittime in meno in un solo mese. In Itala, il calo dell’inquinamento da NO2 è stato addirittura più alto della media Europa (43%), mentre quello del particolato è stato del 5%.
Il maggior numero di morti per inquinamento evitate è stato registrato in Germania (2.083), seguita da Regno Unito (1.752), Italia (1.490), Francia (1.230) e Spagna (1.083). Quasi il 40% delle riduzioni della mortalità erano correlate a insufficienza cardiaca, il 17% a disturbi polmonari come bronchite ed enfisema e il 13% a ictus e cancro.
Ciò è legato al fatto che la produzione di energia dal carbone è diminuita del 37% e il consumo di petrolio è calato di circa 1/3. La combustione di carbone e petrolio infatti è la principale fonte di inquinamento da NO2 e da particolato in Europa.
Meno nati pretermine e meno casi di asma nei bambini
Lo studio ha valutato anche altri impatti sulla salute. Ad esempio, la riduzione dell’inquinamento ha evitato 6.000 nuovi casi di asma nei bambini e anche e 600 nascite pretermine in meno.
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