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30 aprile 2020

PULVIRUS: Inquinamento atmosferico e Covid-19, Enea, Iss e Snpa studiano la relazione.

Tratto da Qualenergia 

Inquinamento atmosferico e Covid-19, Enea, Iss e Snpa studiano la relazione

Un progetto di ricerca battezzato Pulvirus.


L’inquinamento dell’aria sembra avere un ruolo importante per spiegare la diffusione del virus SARS-CoV-2 e la letalità della sindrome associata: sono ormai molte le evidenze scientifiche che rafforzano questa ipotesi, come abbiamo raccontato in questo recente articolo e in diversi altri.
Su questa pista ha iniziato a muoversi anche un’alleanza scient
In particolare – spiega una nota Enea –  il progetto vuole approfondire:
  • il discusso legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia,
  • le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus
  • gli effetti del “lock down” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra.
Per farlo si utilizzeranno per lo studio di interazione fra particolato atmosferico e virus sia analisi “in silico”, ossia la riproduzione dell’interazione fra virus e particolato atmosferico mediante la simulazione matematica al computer, sia un modello biologico rappresentativo delle caratteristiche di SARS-CoV-2.
Pulvirus si svilupperà sull’arco di un anno, ma fra pochi mesi saranno comunque disponibili alcuni risultati significativi, fra i quali l’analisi di fattibilità di un sistema di rivelazione precoce da attivare possibilmente prima della prossima stagione autunnale.
Inoltre – spiega l’Enea – dati, modelli ed elaborazioni, rapporti e pubblicazioniverranno resi disponibili al pubblico e alla comunità scientifica nazionale attraverso un apposito sito web, costituendo una base di dati per gli studi successivi.
I dati di partenza
Nello specifico, il progetto parte dall’evidenza che l’introduzione delle misure di contrasto al Covid-19 ha causato riduzioni delle concentrazioni di alcuni inquinanti atmosferici, riscontrata dai dati delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria.
L’analisi preliminare indica che le concentrazioni degli inquinanti non seguono gli stessi andamenti, come è inevitabile che sia per fenomeni complessi e non lineari. La diminuzione delle concentrazioni di alcuni inquinanti come il biossido di azoto (NO2) sembra interessare maggiormente le stazioni di monitoraggio vicine al traffico veicolare e meno quelle lontane dalle sorgenti. Gli andamenti altalenanti della concentrazione del particolato dipendono dal ruolo che la variabilità meteorologica e le reazioni chimiche in atmosfera giocano nella sua formazione e dispersione.
L’obiettivo – conclude l’Agenzia nazionale – è quindi quello di effettuare un’analisi seria e approfondita su queste tematiche, fondata su protocolli scientifici verificabili, così da fornire a istituzioni e cittadini informazioni attendibili utili per la migliore comprensione dei fenomeni e l’assunzione delle opportune decisioni.

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