Tratto da Il Cambiamento
Sanità pubblica e ambiente a pezzi: le responsabilità sono solo del coronavirus?
Se fosse stata data priorità all'efficienza e alle risorse per la sanità pubblica e per la tutela ambientale, quindi alla reale difesa della popolazione, l’Italia sarebbe stata obbligata agli arresti domiciliari in conseguenza del coronavirus? Ecco la nostra riflessione.
Immaginiamo per incanto che l’Italia avesse come priorità la salute dei propri abitanti, quindi di conseguenza la tutela dell’ambiente in cui vivono. Se così fosse, la sanità pubblica non sarebbe stata indebolita sistematicamente da ogni governo nel corso degli anni, a vantaggio di quella privata. E se la preoccupazione fosse stata veramente la salute e la prevenzione, perché è stato smantellato nel 2016 il Centro per la Sorveglianza e Prevenzione delle Epidemie (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità (Isa)?
Quindi, prima si spalancano le porte al virus o chi per lui, indebolendo tutte le possibili difese, poi si grida alla catastrofe e si mettono gli italiani agli arresti domiciliari. Una modalità simile sembra l’esatto contrario della prevenzione e di una modalità di azione per il bene dei cittadini. L’ambiente poi, la cui salubrità determina per la grandissima parte dei casi il recarsi o meno delle persone negli ospedali (basti pensare alle centinaia di migliaia di cancri che derivano dalla sistematica aggressione ambientale e agli oltre 80 mila morti l’anno di inquinamento), è sempre l’ultimo dei pensieri, la cenerentola degli interventi, sacrificato sull’altare della crescita cioè dell’ulteriore arricchimento dei già straricchi.
Se si fosse dato priorità alla salute e alla tutela ambientale, quindi alla reale difesa della popolazione, l’Italia sarebbe stata obbligata agli arresti domiciliari in conseguenza del coronavirus come ci è stato raccontato? Ovviamente no, perché anche qualora ci fosse stato un aumento dei ricoverati, sarebbe stato gestito efficacemente dalle strutture esistenti su tutto il territorio e di sicuro non si sarebbe dovuto ricorrere alla drastica limitazione della libertà per l’intero paese, così come del resto non è avvenuto per la maggior parte dei paesi esteri colpiti.
Ma forse non si sarebbe nemmeno arrivati al punto di un aumento vertiginoso di ricoveri. Infatti immaginiamo l’Italia come un giardino fiorito, l’inquinamento ai minimi termini, massima attenzione alla prevenzione, al rafforzamento delle difese immunita.
Immaginiamo per incanto che l’Italia avesse come priorità la salute dei propri abitanti, quindi di conseguenza la tutela dell’ambiente in cui vivono. Se così fosse, la sanità pubblica non sarebbe stata indebolita sistematicamente da ogni governo nel corso degli anni, a vantaggio di quella privata. E se la preoccupazione fosse stata veramente la salute e la prevenzione, perché è stato smantellato nel 2016 il Centro per la Sorveglianza e Prevenzione delle Epidemie (Cnesps) dell’Istituto Superiore di Sanità (Isa)?
Quindi, prima si spalancano le porte al virus o chi per lui, indebolendo tutte le possibili difese, poi si grida alla catastrofe e si mettono gli italiani agli arresti domiciliari. Una modalità simile sembra l’esatto contrario della prevenzione e di una modalità di azione per il bene dei cittadini. L’ambiente poi, la cui salubrità determina per la grandissima parte dei casi il recarsi o meno delle persone negli ospedali (basti pensare alle centinaia di migliaia di cancri che derivano dalla sistematica aggressione ambientale e agli oltre 80 mila morti l’anno di inquinamento), è sempre l’ultimo dei pensieri, la cenerentola degli interventi, sacrificato sull’altare della crescita cioè dell’ulteriore arricchimento dei già straricchi.
Se si fosse dato priorità alla salute e alla tutela ambientale, quindi alla reale difesa della popolazione, l’Italia sarebbe stata obbligata agli arresti domiciliari in conseguenza del coronavirus come ci è stato raccontato? Ovviamente no, perché anche qualora ci fosse stato un aumento dei ricoverati, sarebbe stato gestito efficacemente dalle strutture esistenti su tutto il territorio e di sicuro non si sarebbe dovuto ricorrere alla drastica limitazione della libertà per l’intero paese, così come del resto non è avvenuto per la maggior parte dei paesi esteri colpiti.
Ma forse non si sarebbe nemmeno arrivati al punto di un aumento vertiginoso di ricoveri. Infatti immaginiamo l’Italia come un giardino fiorito, l’inquinamento ai minimi termini, massima attenzione alla prevenzione, al rafforzamento delle difese immunita.
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