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08 ottobre 2020

Senza confini: come ridisegnare le cure all’infanzia e all’adolescenza..

 Tratto da ISDE
Senza confini: come ridisegnare le cure all’infanzia e all’adolescenza, integrando i servizi, promuovendo l’equità, diffondendo le eccellenze.


Pubblicato il 8 Ottobre 2020

Senza confini” è un documento strategico prodotto dal Centro per la Salute del Bambino e dall’Associazione Culturale Pediatri rivolto ai policy-maker, ai dirigenti e agli operatori dei servizi, alle Entità pubbliche, private e del Terzo settore. Si propone di contribuire a ridisegnare il sistema di cure in una prospettiva di medio e lungo termine e con una visione non limitata ai servizi sanitari ma comprendente il complesso delle politiche dedicate all’infanzia e all’adolescenza o con ricadute sulla loro condizione, superando le barriere culturali e istituzionali che impediscono di affrontare le tematiche relative a fertilità, percorso nascita, maternità, paternità, infanzia e adolescenza in una prospettiva integrata, come scienza e cultura richiederebbero.

Il documento acquista particolare rilevanza e urgenza nel contesto della situazione venutasi a creare con la pandemia da Covid-19. Questa, in Italia come altrove, ha messo in evidenza come, per l’infanzia e l’adolescenza, agli effetti diretti dell’emergenza si siano aggiunti effetti indiretti – del lock down e della crisi economico-sociale ed educativa che ne è derivata – ancora più diffusi e gravi, soprattutto per chi viveva già in condizioni di svantaggio. Si è visto infatti come le capacità di resilienza, sia a livello individuale che comunitario, siano fortemente correlate non solo al “capitale” preesistente (economico, sociale e umano) delle famiglie, ma anche a quello delle comunità, quindi alla qualità ed accessibilità dei servizi sanitari, educativi e sociali e alla capacità di collaborazione tra settori diversi e tra diverse entità del settore pubblico e privato, in particolare del privato sociale. Gli effetti differenziati della pandemia sui diversi gruppi di popolazione, generazioni, territori, hanno evidenziato nello stesso tempo sia l’inadeguatezza di alcune attuali politiche, culture e risposte organizzative, sia la capacità e la potenzialità di altre politiche, culture e forme organizzative, a volte minoritarie ma presenti, che il documento si propone di valorizzare.

La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza è profondamente cambiata nel corso delle ultime decadi, soprattutto in gran parte dei Paesi a reddito medio elevato tra i quali si colloca l’Italia. In estrema sintesi: i problemi di salute si sono in gran parte trasferiti dall’acuzie alle patologie croniche e rare e ai problemi di neurosviluppo e di salute mentale; le problematiche sociali e quelle educative sono sempre più evidenti e intrecciate con quelle di salute; le diseguaglianze sociali, territoriali e tra generazioni si sono aggravate e quest’ultimo è un aspetto che caratterizza l’Italia in modo particolarmente drammatico. Su tutto, incombono le minacce derivanti dal degrado ambientale e dal cambiamento climatico, come testimoniato con assoluta evidenza anche dalla pandemia Covid, e i cambiamenti nei comportamenti riproduttivi che, in combinazione con la progressiva restrizione delle coorti in età fertile, determinano un trend di denatalità molto accentuato.


Il documento definisce i contenuti di un sistema ideale, ma concretamente realizzabile, di cure per l’infanzia.Lo fa sulla base di un’analisi delle principali criticità delle politiche e dei servizi per la maternità, la paternità, l’infanzia e l’adolescenza; l’individuazione di principi guida e di funzioni essenziali da svolgere; la valorizzazione di modelli organizzativi già esistenti e funzionanti in Italia.

Nell’ambito del sistema sanitario, il documento propone la Casa della Salute come modello fondamentale di erogazione delle cure primarie, a cui ancorare le funzioni di prevenzione e cura dal periodo preconcezionale all’adolescenza. Tra questi, assumono rilevanza strategica i consultori familiari – da rafforzare e distribuire equamente su tutto il territorio nazionale – e la pediatria di famiglia, imperniata sulla pediatria di gruppo come soluzione da portare a sistema ovunque sia praticabile. Va in questo quadro rafforzata la componente preventiva e di prossimità dei servizi, da realizzarsi presso i servizi educativi e in generale nelle comunità, puntando soprattutto su professionalità infermieristiche.


Il documento propone inoltre, in armonia con indicazioni già esistenti, di rivedere la rete dei punti nascita e delle pediatrie ospedaliere in base a criteri di sicurezza e appropriatezza delle cure, adottando sistemi regionali di riferimento per le gravidanze e i parti a rischio, le cure intensive al neonato e le cure specialistiche al bambino e all’adolescente, con minimizzazione del periodo di ricovero in ospedale e una collaborazione stretta con i servizi territoriali per assicurare continuità e supporto olistico ai bambini e alle loro famiglie. Ritiene necessario un rafforzamento e una equa distribuzione territoriale dei servizi di neuropsichiatria e di riabilitazione, delle cure specialistiche e riabilitative per patologie croniche e disabilità, incluse le cure palliative..........

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