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14 luglio 2021

IL SECOLO XIX : Savona, la perizia: “Inquinamento crollato dopo la chiusura

Tratto da IL SECOLO XIX on line

Savona, la perizia: “Inquinamento crollato dopo la chiusura. I licheni rivelarono i danni di Tirreno Power”

Il consulente della procura, Stefano Scarselli, ha snocciolato ieri i particolari dell’accusa: isolati gli inquinanti legati alla centrale

Savona – «L’accurata analisi dei dati, forniti dalle centraline posizionate a Vado, sulla via Aurelia, e a Savona, dal centro Varaldo, evidenzia una decrescita significativa di alcuni inquinanti, direttamente influenzati dalle emissioni di Tirreno Power, successivamente alla chiusura della Centrale a carbone.

 Nelle zone di massima ricaduta, con la chiusura della Centrale è stato registrato anche un significativo incremento della biodiversità lichenica».

È il fulcro della deposizione di Stefano Scarselli, consulente tecnico della Procura, che ieri, per quasi cinque ore di udienza, davanti al giudice Francesco Giannone e al pm Elisa Milocco, nel Tribunale di Savona, ha confutato il documento Arpal del 2018, in cui si sosteneva, invece, che non ci fosse stata una significativa diminuzione degli inquinanti dopo lo stop dei gruppi a carbone.

È stata una giornata di svolta, quella di ieri, nell’ambito del processo per disastro ambientale e sanitario colposo relativo a Tirreno Power, nel quale sono a giudizio 26 persone tra manager ed ex manager della Centrale di Vado. Il lungo e articolato intervento del consulente della Procura (quella di ieri era la sua terza udienza) non è stato quasi mai interrotto: sono stati richiesti solo dieci minuti d’intervallo, giusto il tempo per un caffè, mentre il pm Milocco ha richiesto alcune precisazioni rispetto alle pagine in cui ritrovare i grafici illustrati. Nessuna domanda è stata avanzata nemmeno dalla pletora degli avvocati, in aula, a rappresentare gli imputati: anche perché il consulente della Procura, biologo e specialista in biomonitoraggio, ha dettagliato e sviscerato nei minimi dettagli ogni passaggio della relazione, anticipando, di fatto, le possibili osservazioni.

«Mi è stato anche chiesto – ha detto Scarselli- di verificare l’attendibilità dei rapporti tecnici di Arpal del 2016 e del 2018 non attenendomi esclusivamente all’esame dell’aggregato mensile, fornito dall’Agenzia, bensì con il dato giornaliero intervenendo con un pre-trattamento statistico, che ha permesso di epurare i dati da elementi distorsivi, che avrebbero potuto determinare interferenze».

Due le centraline che hanno rilevato i dati più significativi rispetto alla diminuzione degli agenti inquinanti post chiusura: quella al centro Varaldo di Savona (in Valloria) e quella di Vado, sull’Aurelia. 

Dal 2011 al 2018 il biossido di zolfo è diminuito del 45,26 per cento a Savona e del 69,42 a Vado. Il particolato atmosferico Pm 2,5 è calato del 24, 18 per cento a Savona e del 26,52 a Vado. Il biossido di azoto ha fatto registrare un meno 39 per cento al Varaldo e un meno 24,96 nella centralina dell’Aurelia, a Vado. Non sono emerse, invece, variazioni rispetto alle centraline non esposte in modo diretto alle emissioni. Per quanto riguarda il secondo quesito posto a Scarselli dalla Procura, ossia la produzione di mappe per l’indagine sanitaria, il consulente ha evidenziato i risultati relativi alla biodiversità dei licheni.

«Gli studi di Arpal – ha detto- hanno utilizzato licheni nativi che, però, non erano sufficientemente estesi sul territorio per garantire un monitoraggio completo. Noi abbiamo utilizzato un altro sistema: abbiamo posizionato licheni nelle zone interessate, collocando gli stessi, su rametti, a tre metri di altezza, distanza di sicurezza, a riparo da possibili contaminazioni. Abbiamo effettuato due campagne di indagini: autunnale (dal 16 settembre al 4 gennaio) e primaverile, (10 aprile- primo agosto)». I benefici più consistenti, a seguito della chiusura dei gruppi a carbone, sono stati registrati nelle zone di massima ricaduta e cioè nelle stazioni del Promontorio di Bergeggi e di Valle di Vado. A Bergeggi l’indice di incremento della biodiversitò lichenica ha superato il 90 per cento.

              Immagini tratte da Il Secolo XIX  in edicola oggi 



Sotto l’ immagine tratta da “La Stampa “oggi in edicola 

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