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30 novembre 2011

Ordine dei Medici di Savona: Ugo Trucco riconfermato presidente

Tratto da Savona News

Elezioni dell'Ordine dei Medici di Savona: Ugo Trucco riconfermato presidente

Nei giorni 26-27-28 novembre 2011 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Savona. Vi è stata  una rilevante partecipazione di votanti (605 medici e 145 odontoiatri) che ha fatto superare largamente il quorum. E’ stata presentata una lista unitaria con medici rappresentativi dei 4 Ospedali della Provincia, dei tre sindacati dei medici di famiglia, dei liberi professionisti e degli specialisti ambulatoriali la quale ha ricevuto un notevolissimo consenso. Particolarmente votato è stato il Presidente uscente, Dr. Ugo Trucco, che ha ricevuto la fiducia di oltre il 90% dei votanti.
Interpellato, il Dr. Trucco, nel dichiararsi soddisfatto del risultato raggiunto e dell’afflusso, oltre le previsioni. In un momento di particolare difficoltà della sanità e dei medici, che sono sempre più condizionati dai tagli che determinano  ripercussioni sulla qualità delle cure, il Presidente uscente afferma che la fiducia espressa alla lista proposta, darà continuità a quanto svolto nel precedente mandato e impegnerà il Consiglio Direttivo, che si sta insediando, ad essere ancora più incisivo nella difesa della professione e nella tutela della salute dei cittadini.
Risulta inaccettabile che ogni decisione sia presa senza che i medici siano preventivamente coinvolti e resi responsabili nelle scelte operative a loro imposte ed è indispensabile far capire ai decisori (politici ed amministratori) che se la cura delle malattie ha un costo, il porre rimedio ad esse è infinitamente maggiore sia in termini etici che di valutazione economica a lungo termine e questo sarà uno dei principali obiettivi su cui si impegneranno i Colleghi eletti.Leggi tutto


ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DI SAVONA ELEZIONI 2012 – 2014

24 novembre 2011

1)COMUNICATO DI UNITI PER LA SALUTE SULLA LETTERA DEL DOTTOR QUAINI. 2)REGIONE LIGURIA:POTENZIAMENTO TIRRENO POWER







COMUNICATO DI UNITI PER LA SALUTE  SULLA LETTERA DEL DOTTOR QUAINI.
Come noto la nostra associazione,avendo come scopo primario esclusivamente la tutela della salute,rifugge dall' inserirsi in diatribe o polemiche
Essendo però stata direttamente citata nell’...intervento ..del dott Quaini  in cui egli parla di ..."un dialogo costante con “Uniti per la Salute” ed altre associazioni ..... ", per amor di verità , riteniamo  doveroso far presente quanto segue:

la nostra Associazione nel tempo  ha avuto incontri  con le molte realtà  del territorio  che ce lo hanno richiesto.

Tra questi, abbiamo avuto anche  qualche sporadico colloquio con il dott.  Quaini,  che riteniamo  quantomeno improprio definire “dialogo costante”.

Precisiamo che negli ultimi due  incontri, sollecitati dallo stesso Dottor Quaini, dopo la posizione  presa  dall' IDV a livello regionale  favorevole  al potenziamento a carbone della centrale, abbiamo in modo fermo e inequivocabile, manifestato più volte il nostro sconcerto e la nostra posizione di assoluta, inconciliabile contrarietà  e disapprovazione.

Gli abbiamo più volte ricordato che la sua parte politica, in occasione delle ultime elezioni regionali,  si espresse contro il potenziamento  a carbone della centrale specialmente con incontri a tema,  con la partecipazione del Dottor Baglietto, nei quali furono ben evidenziati la contrarietà ed i rischi derivanti dalla combustione del carbone.


Anche per questo ci ha stupito non poco la posizione della sua parte politica, sia per quanto affermato prima delle elezioni sia perché,  a lui, proprio come medico, abbiamo ricordato la posizione dell’Ordine e della letteratura medico-scientifica internazionale sui danni e la pericolosità del carbone.

Il dott Quaini sa benissimo che con quella che definisce “la posizione ufficiale” del suo partito”  il nostro territorio sarebbe destinato ad almeno altri quaranta anni di soggezione al carbone con le conseguenze che lui, proprio come medico, conosce bene.

In questo senso siamo ancora in attesa della sua risposta sul perché non si sia allineato alla posizione dell’Ordine dei Medici  che chiede la metanizzazione della centrale (scelta che salvaguarderebbe anche i posti di lavoro).

Tratto da  Uomini Liberi  :
POTENZIAMENTO TIRRENO POWER
ACCORDO DI POTENZIAMENTO A CARBONE DI TIRRENO POWER
INQUINAMENTO DA CARBONE OLTRE I LIMITI IMPOSTI
 DALLA UE  E SENZA AUTORIZZAZIONE AIA
INTANTO LA REGIONE CON LA  BRIANO PROMETTE VAGHI "MIGLIORAMENTI"
La Regione Liguria alla Conferenza dei Servizi di Roma del 13 Luglio 2011, con il totale assenso della Provincia di Savona e l'inefficace opposizione dei Comuni di Vado e Quiliano, ha approvato il pericoloso progetto di potenziamento a carbone della centrale di Vado proposto da T.Power: sì alla realizzazione di un nuovo gruppo a carbone da 460 MW . Solo al termine della costruzione del nuovo gruppo nel 2018, e quindi dopo circa 6 anni, verra' abbattuto uno dei due gruppi obsoleti (330 MW) che potra' essere sostituito da un ulteriore nuovo gruppo a carbone da 460 MW e dopo addirittura 9 anni ( 2021) verrà abbattuto il secondo obsoleto gruppo a carbone che potrà essere anch'esso sostituito da un nuovo gruppo a carbone. Oggi in un comunicato stampa (IVG del 23/11/2011) l'Assessore all'Ambiente della Regione Briano vuole rassicurare la popolazione dichiarando "imprenscindibile l'ottenimento dell'AIA" anche se ammette che "la situazione ambientale diventa sempre più insostenibile". In ogni caso dichiara :.... "L'obiettivo è chiudere l'intesa entro Dicembre". 
Queste le nostre considerazioni:
  1. Violazione delle normative della Unione Europea (Direttive AIA IPPC- 2005) e della normativa italiana (Dlgl. 128/2010) in quanto si accetta che i vecchi gruppi a carbone possano continuare a inquinare da oggi almeno per altri 9 anni ( fino al 2021) con emissioni inquinanti ben al di sopra dei limiti AIA come ammesso dalla Regione stessa e come riconosciuto anche dal Ministero dell’Ambiente.
  2. Tradimento della posizione sostenuta fino a ieri dalla Regione (NO al potenziamento a carbone) perché in realtà l'accordo di Burlando è un POTENZIAMENTO A CARBONE: dai 660 MW attuali si passerà a circa 1.400 MW con 3  gruppi a carbone (+ 760 MW a gas) .  
  3. Mantenimento della possibilità di bruciare il CDR (combustibile da rifiuti) nella centrale a carbone come previsto nel Piano Provinciale Rifiuti a pa g. 170 approvato dalla Giunta regionale con aggravamento dell’inquinamento per la produzione massiva di diossine e metalli pesanti cancerogeni e genotossici in quantità maggiori di un già pericoloso moderno inceneritore di rifiuti. 
  4. Accettazione supina delle condizioni imposte da un’ azienda privata (T. Power) senza tenere in alcuna considerazione i risvolti sanitari per le malattie e le mortalità precoci indotte dall’inquinamento e come documentato ormai d come relazionato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Savona a più di 40 annni dalle Associazioni presenti sul territorio (costi esterni stimati secondo i criteri  Ue di almeno 140 milioni euro/anno)  
  5. Decisione della Regione di chiudere la piccola centrale di Stato (ENEL) a Genova per motivi di obsolescenza e di emissioni inquinanti, mentre nello stesso tempo si decide di promuovere il potenziamento a carbone a Savona-Vado di una grande centrale a carbone privata in pieno centro abitato (centrale in città) .
  6. Posizione retrograda dei sindacati che condividono totalmente le richieste dell’industria privata di T. Power in quanto per una manciata di posti di lavoro, accettando il potenziamento a carbone, accettano il peggioramento dell’inquinamento contro il diritto alla salute dei cittadini e degli stessi lavoratori della centrale. Perché allora i Sindacati hanno taciuto di fronte al drammatico crollo occupazionale quando nel passaggio da ENEL(anno 1985) ai privati di T. Power (anno 2006) l’occupazione in centrale si è dimezzata da 556 a 224 unità?
Ribadiamo ancora una volta l’unica posizione eticamente accettabile (votata da molti Comuni e dalla Provincia di Savona nel 1995 e nel 1998 e sostenuta da ACLI, ARCI, Ordine dei Medici ecc.) nei confronti di un territorio che da più di 40 anni è stato massacrato dall’inquinamento del carbone:

DEPOTENZIAMENTO E METANIZZAZIONE O ALMENO METANIZZARE COMPLETAMENTE LA CENTRALE T. POWER SOSTITUENDO GLI OBSOLETI VECCHI GRUPPI A CARBONE (CHE VANNO IMMEDIATAMENTE CHIUSI) CON MODERNI GRUPPI A METANO (CCGT) DI UGUALE POTENZA VISTO L’INGENTE INVESTIMENTO DI CIRCA 1 MILIARDO DI EURO CHE T. POWER PREVEDE DI SPENDERE PER L’IMPIANTO.


CONCLUDENDO vogliamo sottolineare che gli Enti Locali come Regione, Provincia, Sindacati e Ministeri che sono a favore del potenziamento a carbone si prendono tutte le responsabilità politiche, morali e legali per tutte le mortalità precoci ed i danni economici che si produrrano a seguito di questo scellerato utilizzo del carbone nella locale centrale T. Power di Vado. A tal proposito attendiamo ancora il rimborso alla popolazione da parte di Tirreno Power dei costi esterni (140 milioni di €/anno) per tutti questi anni di funzionamento a carbone

Savona, 23 Novembre 2011
Dr. Virginio Fadda
Dott. Agostino Torcello

22 febbraio 2011

1)Comunicato di "Uniti per la la Salute":altro che posizione preconcetta o di parte!2)Comunicato congiunto del Coordinamento nazionale “No al carbone”


Comunicato Stampa di
"UNITI PER LA SALUTE ONLUS"

quale replica alla dichiarazione della Centrale


Il 18 febbraio chi era presente in un teatro Chiabrera strapieno, ha potuto constatare il numero e l’importanza delle realtà associative che hanno sostenuto l’iniziativa (in alto a lato), del livello degli autorevoli relatori, dei cittadini che in modo onesto, costruttivo e con molto sacrificio - anche economico - hanno cercato in modo serio e pacato risposte a domande che preoccupano la cittadinanza.
Preoccupazioni che si sono ulteriormente rafforzate leggendo il comunicato dei vertici della Centrale in cui l’azienda manifesta la volontà di “definire soluzioni che migliorino considerevolmente l’impatto ambientale”:
interpretiamo questa dichiarazione come implicita affermazione che l’impatto ambientale esiste, eccome! E non è tanto piccolo se l’azienda stessa afferma che
esistono soluzioni per migliorarlo “considerevolmente”.

Sosteniamo con fermezza che a questo punto non servano altre parole:
i soggetti istituzionali, a tutela della salute dei cittadini, crediamo abbiano il dovere di intervenire da subito e senza condizioni.

In questo contesto ci pare assurdo parlare di potenziamento a carbone: si dia corso secondo legge alla procedura A.I.A (Autorizzazione Integrata Ambientale richiesta dal 2007) e, come chiesto con forza e autorevolmente dai sindaci di Vado e Quiliano quali responsabili della salute, si dia immediatamente avvio ad una seria Valutazione Sanitaria con la presenza dell’Ordine dei Medici, prima di ogni altra decisione.

La seguente dichiarazione ci sembra esaustiva: “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari”.
Sono parole dell’Ordine dei Medici Provinciale, Ente che ha come finalità la deontologia professionale a difesa della salute di tutti noi.:altro che posizione preconcetta o di parte!
Leggiamola e riflettiamo attentamente.

20.02.2011 Uniti per la Salute
_________________________

Comunicato congiunto del Coordinamento nazionale
“No al carbone”

In occasione dell’incontro pubblico promosso dal’associazione “Uniti per la salute” di Savona, si è di nuovo riunito il Coordinamento Nazionale Contro il Carbone che vede uniti i vari comitati, movimenti e associazioni di tutta Italia che operano attivamente nei territori di riferimento.
E’ il caso di Brindisi, Tarquinia, Porto Tolle, Civitavecchia e Rossano che hanno partecipato al convegno per portare la propria esperienza a conoscenza della comunità savonese.
In un Teatro Chiabrera gremito di cittadini preoccupati della cattiva informazione dilagante, i presenti, tra cui molti amministratori, hanno avuto l’opportunità di ascoltare importanti medici, studiosi ed epidemiologi che, dopo aver ribadito i gravi danni provocati dall’utilizzo del carbone come combustibile, hanno spiegato l’importanza che nei territori ove sono localizzati gli impianti inquinanti venga effettuata la Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) necessaria a dimostrare le ricadute inquinanti degli impianti energetici e le eventuali correlazioni con i danni alla salute.
In virtù di quanto sopra, dell’assenza di un Piano Energetico nazionale, dell’inadeguatezza dell’impianto normativo e della gestione dei controlli istituzionali a salvaguardia della salute pubblica, e denunciando decine di progetti di costruzione (o riconversione) di impianti per la produzione di energia elettrica ancora troppo basati su fonti fossili (altamente dannosi per la salute e l’economia dei territori) molto spesso utilizzando un vero e proprio ricatto occupazionale, il Coordinamento ha stabilito di lanciare alcune iniziative comuni di ordine tecnico-legale ed informativo-comunicativo, su tutto il territorio nazionale, che portino alla luce le gravi lacune del sistema energetico italiano e della relativa programmazione.
Programmazione all’interno della quale la VIS, intesa come definita dall’organizzazione mondiale della Sanità, ovvero”una combinazione di procedure, metodi e strumenti per mezzo dei quali una politica, un piano o un progetto possono essere giudicati sui loro potenziali effetti sulla salute di una popolazione, e sulla distribuzione di questi effetti all’interno della popolazione stessa”,e partecipata dalla collettività interessata, non può che essere prioritaria.
Motivo per il quale il Coordinamento,anche in risposta alle continue nuove richieste di costruzione, riconversione, ed ampliamento di centrali a carbone, ha stabilito di farne oggetto della prossima iniziativa comune.

Noalcarbone@gmail.com
nocoketarquinia@yahoo.it


16 ottobre 2010

1)"Donne del 28 Agosto"a ruota libera sulle tematiche ambientali 2)Controlli ambientali....... chi gioca fa l’arbitro

Tratto da Il gazzettino locale.com

"Donne del 28 Agosto"a ruota libera sulle tematiche ambientali:Ma noi non desistiamo !

Ho il piacere di intervistare l'architetto Virginia Petrellese,da alcuni anni in lotta contro lo "stupro ambientale" che viene giorno dopo giorno perpetrato sulla nostra regione e in particolare ad Acerra che è ritornata a fare parlare di sè e del suo termovalorizzatore visto come
la "soluzione miracolosa" al problema dell'allargamento della discarica di Terzigno.

Dott.ssa Petrellese,da quando lei si può definire un'ambientalista attiva nel sociale?
Mi sono sempre interessata del sociale come insegnante e come architetto, sia perchè fa parte del mio lavoro sia perchè
ho sempre ritenuto il bene comune un valore primario

Lei è presidente del comitato delle "Donne del 29 Agosto",quanto è importante sensibilizzare le donne sull'emergenza ambientale che purtroppo vuole confluire e risolversi nei progetti inerenti al Maxi-inceneritore che minaccia quotidianamente la nostra esistenza?
La sensibilizzazione delle donne e degli uomini sul problema ambiente è stato sempre alla base del nostro impegno e diciamo che
la lotta contro l'inceneritore di Acerra è stata l'occasione che ha fatto scattare in noi l'indignazione per come le istituzioni considerano l'ambiente , guardando solo all'aspetto economico.

Lei è apertamente contraria ai CIP 6(incentivi sull'energia prodotta dagli inceneritori),e, in varie occasioni, ha ribadito l'importanza di una raccolta differenziata efficiente,impegnandosi in prima persona e da volontaria in un progetto di raccolta differenziata che era piaciuto a molti,che fine ha fatto questa iniziativa?
I CIP6 sono una dimostrazione di quanto ho detto prima, l'interesse economico stravolge anche la legge facendo assimilare falsamente l'inceneritore alle fonti enrgetiche alternative. Le nostre proposte vanno nella direzione di una corretta raccolta differenziata che vede la prima separazione di umido e secco ed il riciclaggio di plastica carta cartone e vetro...... Abbiamo dimostrato, con la raccolta differenziata spontanea nelle piazze, che tanti Acerrani erano pieni di buona volontà e ci credevano. Ce l'hanno fatta interrompere dicendo che costava e che di lì a breve sarebbe partita la raccolta del comune.
E' passato un anno e ancora non parte nulla !

Da donna a donna,mi consenta di chiederle se c'è ancora tanto maschilismo quando si vede una donna impegnata nel sociale...
Io non l'ho riscontrato e non lo voglio vedere perchè non mi interessa. Nel nostro comitato partecipano anche uomini e dichiarano apertamente di far parte del comitato delle donne del 29 agosto, senza chiederci di cambiar nome.
Noi non ci sentiamo femministe, ma donne, mamme, che vogliono lavorare per il bene comune e per lasciare un ambiente sano alle future generazioni

Le "Donne del 29 Agosto" chi sono?
Siamo donne diverse per età e per lavoro,giovani,anziane, casalinghe, impiegate, professioniste, unite da obiettivi e sensibilità comuni, che non vogliono far dimenticare la vergognosa repressione del popolo acerrano del 29 agosto del 2004 ,
portando avanti le nostre ragioni, diffondendo conoscenza e informazione ; è un modo per non dimenticare e nello stesso tempo per crescere diventando da comitato solo locale a comitato che si interessa delle problematiche ambientali ovunque ci siano criticità , entrando a far parte di una rete interattiva di comitati che si confronta con altre realtà ( Rifiuti zero, CORERI etc.)


Cosa si sente di dire a chi minimizza sugli "evidenti" e ormai innegabili "difetti di fabbricazione" del nostro gioiellino ipertecnologico che paradossalmente è un obsoleto rottame?
Che è falso ed ipocrita, interessato non alla salvaguardia del territorio ma ad interessi economici e partitici, cioè a se stesso.
Finalmente la magistratura sta indagando ( anche se in ritardo ) . Numerose sono state le denuncie dei comitati , finanche alla commissione europea, che ha ritenuto l'inceneritore non a norma. Ormai il gioiellino perfetto si sta autodistruggendo, ma le istituzioni anche difronte alla verità , avranno la spudoratezza di mentire

Le donne dovrebbero essere le prime ad essere educate alla differenziata,perchè loro in primis partecipano al regolare svolgimento della "azienda domestica",lei è fiduciosa sulle donne acerrane?Sono propense alla raccolta?
Nel differenziare credo che non possiamo distinguere tra uomo e donna. Molti erano gli uomini che portavano gli imballaggi agli autocompattatori in piazza Renella. Certamente la donna gestisce i " rifiuti " più dell'uomo nella fase di separazione,
però credo che la differenziazione sia il risultato di una educazione familiare..E' importante quindi che le scuole educhino i bambini fin da piccoli affinchè a loro volta trasmettino ai genitori.

Cosa sente di dire a quelle donne che giorno dopo giorno vedono crescere i loro figli in un ambiente che è poco congeniale al loro sviluppo fisico,culturale e morale?Avrà verificato con mano il peso delle preoccupazioni delle donne acerrane che non sono solo madri protettive, purtroppo le loro ansie e i loro timori non sono infondati...
Il problema della salute è uno dei primi che abbiamo affrontato ed abbiamo invitato da sempre i medici a sollevare il problema
.
Siamo state all'ASL Na4 affinchè partisse l'analisi sul latte materno,
abbiamo chiesto all'ASL l'aumento negli ultimi anni del codice 048 ,
siamo state promotrici dello studio Sebiorec (che ancora non esce forse perchè i dati potrebbero preoccupare).
Da sempre sosteniamo che vi è un nesso di causalità tra ambiente inquinato e salute,lo abbiamo dimostrato con autorevoli documentazioni scientifiche, pertanto invitiamo le mamme a partecipare a convegni e manifestazioni, ma non siamo sempre ascoltate ,
altrimenti ci sarebbe stato un vero movimento di massa.
Le preoccupazioni di molte mamme diventano rassegnazione ed esse preferiscono affidarsi al destino senza far nulla per cambiarlo.

Ma noi non desistiamo !

Di Maria Di Leo
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Controlli ambientali...... chi gioca fa l’arbitro
di Giuseppe Solarino

SIRACUSA - La Struttura Territoriale di Siracusa dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA) della Sicilia ha avviato, dal 1° ottobre 2010, in via sperimentale, insieme alla Provincia regionale, una nuova attività di monitoraggio della qualità dell’aria nel comprensorio industriale siracusano.
Tale attività, che vede anche la partecipazione del Consorzio Industriale per la Protezione dell’Ambiente (CIPA), si realizza mediante campionamenti di aria, istantanei e automatici, attivati durante le fasi acute di cattiva qualità dell’aria, al superamento di soglie di concentrazione fissate da ARPA e Provincia....

..... il direttore del Dipartimento ARPA di Siracusa, Gaetano Valastro,dichiara che:
“questo monitoraggio scaturisce dall’esigenza di correlare i disturbi olfattivi lamentati dai cittadini dell’hinterland della zona industriale con le concentrazioni di inquinanti che le stazioni non rilevano e che potrebbero essere responsabili di tali episodi. Le stazioni della rete di rilevamento analizzano gli inquinanti normati dalla legge, quali ad esempio: anidride solforosa, idrocarburi non metanici, idrogeno solforato e Benzene; adesso, grazie a questo nuovo sistema di campionamento effettuato con dispositivi automatici (Canister), inseriti all’interno delle nove centraline, che si azionano al superamento di soglie fissate per i suddetti composti, saremo in grado di verificare le concentrazioni di una più vasta gamma di inquinanti, ovvero composti aromatici, solforati, paraffine e olefine alogenate, idrocarburi alifatici per un totale di circa 70 parametri. Tutte le analisi saranno effettuate presso la nostra struttura ed una prima valutazione dei dati verrà effettuata dopo i primi tre mesi di monitoraggio”.

Giacinto Franco, vicepresidente dellAssociazione Decontaminazione Sicilia, in riferimento a quanto comunicato dall’Arpa, ha dichiarato:
“Il nuovo sistema di campionamento dell’aria effettuato con dispositivi automatici (Canister), inseriti all’interno in nove centraline è sicuramente un passo avanti nel monitoraggio dell’aria nel comprensorio del petrolchimico siracusano.
Trattasi tuttavia di campionamenti istantanei e non continui, quindi non 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno effettuati direttamente al camino e non comprendono gli organo-clorurarati quali diossine, dibenzofurani, Policlorobifenil, Esaclorobenzene e PM2,5.

Come Decontaminazione Sicilia, abbiamo formalmente e ripetutamente suggerito ai Sindaci ed alle altre Autorità della Provincia l’adozione di sistemi di controllo che, al camino (sistemi già impiegati in altre realtà industriali italiane ed europee), rilevano in continuo i pericolosissimi inquinanti sopra elencati, ma ad oggi nessuno ha voluto o saputo risponderci:
un silenzio preoccupante da parte di chi è istituzionalmente responsabile della salute dei cittadini”.

12 ottobre 2010

Acerra:Sindaco Esposito: "Sequestrare inceneritore"

Tratto da" Il Nolano"
Esposito: "Sequestrare inceneritore"
ACERRA - “Chiederò al Procuratore Mancuso il sequestro dell’inceneritore se mette a repentaglio la salute dei miei cittadini. Inoltre, tra qualche giorno istituiremo l’Osservatorio Comunale ambientale e una Commissione tecnica ‘terza’ costituita da professori universitari di prim’ordine”. Così ha dichiarato il Sindaco di Acerra, Tommaso Esposito a margine del terzo convegno dedicato all’inceneritore di Acerra. Un annuncio storico se vogliamo in quanto è la prima volta che un sindaco chiede il sequestro dell’impianto, nonostante le denunce dei comitati e delle associazioni ambientaliste che da anni avevano evidenziato le anomalie tecnico-giuridiche di un impianto obsoleto e pericoloso per la salute.
E sono state proprio queste anomalie il tema dell’intervento del professor Franco Ortolani, geologo da anni impegnato nella battaglia contro un piano rifiuti che mostra crepe e inquietanti ‘abusi’ compiuti in sede governativa e che hanno imposto alle popolazioni della Campania impianti fuori norma.
Primo tra tutti l’inceneritore, i cui silos di cemento furono costruiti nel pantano e rischiavano in un primo momento di affondare e poi si decise di fare una collinetta artificiale del tutto fuori norma e molto dispendiosa. Inquietante anche l’arcano mistero delle caldaie ‘crepate’ svelato da Alessandro Gatto, presidente regionale del WWF: per bruciare il tal quale, ricco di umido, la temperatura dei forni scende al di sotto dei limiti consentiti (800 gradi centigradi) creando quindi le condizioni per l’emissione di sostanze tossiche come diossine, piombo, mercurio, ossido di azoto e di carbonio e danneggiando i ‘refrattari’ delle pareti interne delle caldaie e delle tubazioni di scarico. Il Professor Capasso del Dipartimento di Chimica ambientale dell’Università di Napoli ha sostenuto la necessità di dotare la città di rilevatori ‘passivi’ degli inquinanti ambientali, oltre a centraline fisse per poter monitorare adeguatamente la qualità dell’aria.
Il Professor Mattioli ha ribadito con forza che questi impianti sono molto dannosi per la salute pubblica e ha esortato la politica e i cittadini a fare fronte comune.
Il perito industriale Carlo Schiattarella ha proposto dei grafici interessanti i quali dimostrano che il monitoraggio dell’Arpac sugli inquinanti liberati dall’inceneritore è inadeguato e contro legge, in quanto non informa in maniera chiara ed inequivocabile sull’andamento delle emissioni.
Dall’analisi dei dati si evince che le emissioni di benzene, un noto agente cancerogeno, non sono state tutte riportate e questo inficia la registrazione.
Ragione per cui è necessario un monitoraggio ‘in continuo’ che dopo un anno e mezzo manca completamente. Gli sforamenti delle particelle PM10 superano i cento nel 2010 e probabilmente i valori per fine anno supereranno quelli del 2009. E questo a danno della salute degli acerrani, in quanto tali agenti possono penetrare nei polmoni e determinare una serie di gravi patologie umane.
Prevista infine un’assemblea delle associazioni promossa dall’Assocampaniafelix e Medici per l’Ambiente campania per il giorno Giovedi’ 14 ottobre 2010 alle 18,30 sempre nella Sala baronale del Castello di Acerra, dove è stato invitato formalmente il sindaco e tutto il consiglio comunale per fare il punto sulle criticità ambientali globali della città e del territorio circostante.
Tra gli invitati Tommaso Sodano, Carmine Sommese, Geremia Cavezza, le associazioni Endas, Osis, Eidos, Donne del 29 Agosto, Comitato Contro il megainceneritore di Acerra e altre sigle ambientaliste campane.
di Gennaro Esposito (Assocampaniafelix) 11/10/2010



Tratto da Italia News.it
Aumentano i tumori dell'infanzia, un sintomo dell' ambiente inquinato

Al Congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri, pediatri e medici dell’ambiente si sono confrontati sul binomio ambiente e neoplasie infantili. In Italia si registra un aumento delle neoplasie infantili del 2 per cento ogni anno. L’incremento più consistente riguarda i bambini sotto l’anno di età e alcune forme tumorali: leucemie, tumori del sistema nervoso centrale e linfomi.
Da una lato si assiste a un cambiamento radicale dell’ambiente per mano dell’uomo, dall’altro si registra un notevole aumento di tumori dell’infanzia.
Quale relazione intercorrere tra questi due scenari?Sabato scorso, alla sessione conclusiva del XXII congresso nazionale dell’Associazione Culturale Pediatri (Palermo, 7-9 ottobre), è intervenuto sul tema “cancerogenesi ambientale e neoplasie infantili” Ernesto Burgio, Pediatra, Coordinatore nazionale del Comitato Scientifico di ISDE (International Society of Doctors for Environment).

In Europa negli ultimi 20 anni si è registrato un incremento medio annuo dell’1,2 % di neoplasie infantili e del 2% di neoplasie adolescenziali. In Italia la situazione è ancora più preoccupante: tra il 1988 e il 2002 si è osservato un aumento della frequenza annua del 2% e il tasso di incidenza per tutti i tumori pediatrici è stato più alto di quello rilevato negli Stati Uniti e nel resto d’Europa. Inoltre, l’incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l’anno di età (+ 3,2%) e alcune forme tumorali (linfomi: + 4,6% annuo; tumori del sistema nervoso centrale: + 2,0% annuo) che hanno registrato in Italia un incremento senza precedenti.
“È urgente e necessaria una riflessione approfondita su questi dati: l’incremento delle neoplasie infantili rappresenta un dato significativo e inquietante, che mette in discussione gli attuali modelli di cancerogenesi, che definiscono il cancro come una malattia genetica, conseguente a mutazioni essenzialmente casuali (stocastiche) e selezionate in quanto vantaggiose”, afferma Burgio al Congresso dell’Associazione Culturale Pediatri.

Come possiamo spiegare questo aumento dei tumori già in età pediatrica? La risposta andrebbe ricercata, secondo Burgio, nell’ambiente: “L’incremento dei tumori in genere sembra poter essere un segno-sintomo dell’attuale modello di sviluppo e della conseguente trasformazione molecolare di tutte le matrici dell’ecosfera. Se il cancro fosse una conseguenza di mutazioni essenzialmente casuali, non si spiegherebbe l’aumento di frequenza registrato in pochi decenni, in particolare tra i bambini. Secondo la teoria dell’origine epigenetica delle malattie dell'adulto è probabile che anche i tumori (al pari di molte patologie croniche, infiammatorie e degenerative, tutte del resto in notevole aumento: obesità, diabete di tipo 2, allergie, malattie immunomediate e neurodegenerative) siano il risultato di un processo che inizia in utero (o addirittura nelle cellule germinali) e che induce una riprogrammazione forzata di vari organi e tessuti (programming fetale). Per meglio inquadrare il problema bisogna rifarsi ai modelli molecolari più recenti, secondo i quali il genoma sarebbe un’entità al contempo unitaria e dinamica: una sorta di network molecolare complesso la cui componente più fluida (l’epi-genoma) sarebbe in grado di auto-modificarsi, per adattarsi alle continue modificazioni dell’ambiente.
L’esposizione crescente a piccole quantità di agenti potenzialmente genotossici presenti in ambiente favorirebbero queste trasformazioni e, nel lungo periodo, l’insorgenza di mutazioni.”
“In questo senso il cancro dovrebbe essere considerato – spiega ancora Ernesto Burgio - una malattia al contempo genetica ed epi-genetica: (la conseguenza di) un processo evolutivo distorto che ha le sue prime radici in utero o addirittura nei gameti ed è favorita dall’inquinamento, cioè dalla suddetta trasformazione molecolare dell’ambiente. L’incipit del processo può avvenire già nei gameti dei futuri genitori, o nelle cellule dell’embrione o del feto, che sono particolarmente plastiche (poco differenziate) e in continua proliferazione.”

Nella lista delle sostanze che minano la stabilità del genoma trovano posto molecole chimiche (benzene, diossine, idrocarburi poliaromatici, pesticidi), metalli pesanti, campi elettromagnetici.
“Tutti questi agenti che l’attuale modello di sviluppo ha moltiplicato e diffuso nell’ambiente possono agire sinergicamente sulle nostre cellule e, in particolare, sul genoma dell’embrione e del feto, rendendolo instabile e aprendo la strada alle mutazioni e, in particolare, alle traslocazioni tipiche di molti tumori infantili”, conclude Burgio.

15 ottobre 2009

2009/10/11 "Polveri nere a Brindisi perquista l'Enel di Roma"/"Bruciare fa male. Se la politica aiutasse la salute".

Tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno .it "

"Polveri nere a Brindisi perquista l'Enel di Roma"

Gli agenti della Digos e i carabinieri del Nucleo ecologico ieri mattina hanno bussato alle porte della sede centrale dell’Enel - in via Regina Margherita, a Roma per effettuare una perquisizione.

Avevano pieno mandato dai sostituto procuratori Giuseppe De Nozza, Silvia Nastasia e Cristina Fasano.
Gli investigatori hanno acquisito documenti che già questa mattina potrebbero essere al vaglio del pool di magistrati appositamente creato per chiudere al più presto la delicata inchiesta sulle polveri di carbone e sui danni che - secondo le accuse - sarebbero stati provocati all’ambiente, con particolare riferimento ai prodotti agricoli. Un filone dell’inchiesta riguarda anche alcune patologie che, sempre secondo le accuse, potrebbero essere in qualche modo collegate con le stesse polveri.
Sempre nella giornata di ieri, carabinieri e poliziotti hanno «visitato» lo studio di un agronomo. Infine, perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dei dodici indagati che sono i dirigenti dell’Enel Luciano Mirko Pistillo, Antonino Ascione, Vincenzo Putignano, Calogero San Filippo, Lorenzo Laricchia, Giuseppe Varallo, Diego Baio, Antonino Caprarotta, Vittorio Vagliasindi e Sandro Fontecedro e gli imprenditori brindisini Aldo Cannone e Luca Screti.

Quanto ai dirigenti, si tratta di funzionari Enel che hanno avuto a vario titolo responsabilità connesse alle modalità di movimentazione del carbone, mentre gli imprenditori sono quelli che gestiscono per conto dell’Enel le quote di carbone da movimentare via terra, attraverso i camion.
Tutti rispondono di getto pericoloso di cose e danneggiamento di piante e di viti: ipotesi di reato che si riferiscono alla possibilità che i terreni e le piantagioni adiacenti alle aree adibite alla movimentazione del carbone siano state contaminate dallo stesso.
E questo spiega anche il coinvolgimento nell’inchiesta di alcuni imprenditori che, in periodi diversi, hanno avuto affidato anche l’appalto per la pulizia del nastro trasportatore del carbone: un’incombenza che dovrebbe servire proprio limitare la dispersione di combustibile dovuta alla movimentazione dello stesso.
Un’inchiesta nata dall’esposto inviato in Procura da alcuni agricoltori, spesso affetti da grave patologie, che hanno fatto riferimento proprio ai reati e alle circostanze che hanno portato i tre magistrati a far notificare le informazioni di garanzia e disporre ulteriori accertamenti. Esposto sottoscritto da persone - braccianti o imprenditori agricoli - che risiedono su quei terreni o vi hanno lavorato a lungo.

Sono novanta complessivamente le famiglie coinvolte e che hanno avuto a che fare con una grave patologia contratta da uno dei propri congiunti.
Ciò che inquirenti dovranno verificare, dunque, è l’eventuale sussistenza di un nesso tra le patologie e la possibile contaminazione dei terreni dovuta alla movimentazione del carbone. Indagini delicate che potrebbero riservare ulteriori sorprese.
I pm, ovviamente, faranno effettuare delle perizie prima di chiudere il cerchio intorno alla vicenda.

10 Ottobre 2009
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CHI NON AMA BRUCIA.......
Tratto da Brundisium.net
Salute 11/10/2009

Bruciare fa male. Se la politica aiutasse la salute. Di Maurizio Portaluri

I brindisini se ne saranno sicuramente accorti che in questi giorni di assenza di vento l’aria in città era irrespirabile.
Giungendo a Brindisi da qualsiasi direzione si notava una cappa grigiastra sulla città ed i focolai di combustione, quelli industriali e quelli agricoli, emettevano colonne di fumo che ristagnavano nella parte bassa dell’atmosfera.
Fortunatamente gli impianti di riscaldamento ed i caminetti non erano ancora accesi e la centrale a carbone di Brindisi Nord era ferma.

Storicamente la combustione del carbone è stata associata a sintomi respiratori e mortalità in relazione a brevi periodi di elevate emissioni.
Il più famoso di questi episodi accadde a Londra nel 1952 quando, per il verificarsi di un fenomeno climatico noto come inversione termica, si registrò un sorprendente aumento dei decessi.
Nell’inversione termica accade che l’aria degli strati inferiori dell’atmosfera, la quale normalmente dal suolo sale verso l’alto per effetto del suo riscaldamento a terra, rimane invece al suolo. Viene così impedito ogni rimescolamento verticale e le polveri sottili e gli inquinanti persistono vicino al terreno
A Londra il fenomeno fu attribuito alla persistenza a terra degli inquinanti prodotti dalla combustione di carbone.
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Molti altri episodi simili sono descritti nella storia come a Meuse Valley in Belgio nel 1930, a Donora in Pennsylvaniain e negli anni ’70 e ’80 a Philadelphia, Steubenville, Santa Clara, St. Louis, Utah valley, Detroit, eastern Tennessee.

Per verificare se questa associazione tra aumento del particolato in aria ed i decessi non fosse casuale, Joel Schwartz , Professore all’Harvard University di Boston, ha esaminato a Philadelfia i decessi dei giorni con massimo inquinamento con quelli avvenuti nei giorni in cui si è registrato il minimo inquinamento.
Nei giorni con elevata concentrazione di particolato il rischio di morte per la popolazione esposta aumentava dell’8%.
I decessi per broncopatie croniche aumentavano del 25% e quelle per polmonite del 13%. In aumento anche i decessi per infarto miocardico ed ictus. In giornate come queste è meglio chiudersi in casa o allontanarsi dai centri urbani, soprattutto per cardiopatici e broncopneumopatici.
Tutti i processi di combustione contribuiscono ad aumentare il rischio di decesso a breve termine. Ovviamente anche il traffico urbano, i termovalorizzatori e le cantrali a biomasse.
La quantità di sostanze pericolose a breve e a lungo termine che fuoriescono dai processi di combustione è notevole ed è molto difficile testare singolarmente ogni agente inquinante.

Per fare ciò, i tossicologi, gli esperti che si occupano degli effetti sull’uomo delle sostanze chimiche, mettono a contatto con cavie misture estratte dalle diverse emissioni. Oppure, dosano nel sangue, nelle urine e nei tessuti delle persone esposte, sostanze che esprimono il passaggio dell’inquinante nell’organismo umano.
Un po’ come è avvenuto per la diossina a Taranto, che oltre ad essere trovata in eccesso nel formaggio prodotto col latte degli ovini pascolati nei pressi dell’acciaieria, è stata rinvenuta in elevate quantità anche nell’uomo.
Nel caso di Brindisi sarebbe possibile testare la presenza nell’organismo umano di idrocarburi policiclici aromatici e loro derivati nonchè di altre sostanze “spia” del contatto con inquinanti, confrontandola con i valori di esposizione agli stessi.
Dopo lo studio di Maria Serinelli ed Emilio Granicolo, ricercatori del CNR, sui decessi a Brindisi in rapporto ai valori giornalieri degli inquinanti, quello della ricerca di questi ultimi nell’organismo delle persone più vicine alle fonti di inquinamento è il passo successivo assolutamente necessario.
Recentemente la Regione Puglia ha finanziato un progetto triennale, promosso dall’Ares e dalla ASL di Brindisi, destinato alla realizzazione di studi mirati a valutare il rischio correlato all’esposizione di inquinanti ambientali nella provincia di Brindisi in relazione a presenze industriali ad alto rischio di inquinamento.
Ma oltre le ricerche e gli studi sarebbe necessario mettersi intorno ad un tavolo per un programma di realistica riduzione delle emissioni da combustione, da qualunque fonte provengano. Sarebbe un’azione politica ad elevato impatto sanitario.
Maurizio Portaluri